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Oltre i confini degli Stati Uniti e del suo elettorato MAGA, la vittoria di Donald Trump è anche una vittoria dei movimenti di estrema destra. In Cina, gli ultranazionalisti vedono il trionfo del Repubblicano (che ha ottenuto 312 voti del Collegio elettorale) sia come una sconfitta per l’“ideologia LGBT”, presumibilmente promossa da Kamala Harris, sia come la vittoria di un’icona virile contro una candidata femminista.

Apple presenta domani, lunedì 9 settembre, il suo sedicesimo iPhone, poche ore prima che Huawei sveli i suoi ultimi smartphone. Mentre il produttore cinese guadagna quote di mercato, Amsterdam ha annunciato venerdì 6 nuove misure per limitare l’esportazione in Cina di macchine per l’industria dei semiconduttori costruite dall’ammiraglia olandese ASML.

Non c’è alcuna distensione nella guerra dei capitalismi politici tra Stati Uniti e Cina. Questa settimana, Gina Raimondo, segretario al Commercio, ha tenuto un discorso molto aggressivo in cui ha illustrato la sua dottrina sulla protezione della conoscenza e della tecnologia americana nello scontro con la Cina. l’idea di fondo è che questa sia «la più grande minaccia» che gli Stati Uniti abbiano mai affrontato. Da leggere per capire le ambizioni e i paradossi della nuova strategia statunitense.

Pechino ha un piano per l’Europa.

Sulla scia di Xi Jinping, Liu Jianchao adotta una retorica destinata a presentare la Cina come un impero benevolo. Ripercorrendo la modernizzazione del Paese negli ultimi quarant’anni, tesse le lodi della Francia e dell’Europa per insistere sulle possibili convergenze con la Cina e opporsi al meglio al decoupling euro-cinese. Un inedito da leggere