In un lungo articolo pubblicato dal Grand Continent, Luca Picotti analizza la questione della transizione energetica partendo da un dato di fatto: difficilmente gli obiettivi dell’accordo di Parigi saranno raggiunti, e la lotta ecologica radicale sembra illusoria. È probabile che si imporrà, invece, un ambientalismo difensivo che cercherà di adattare, per quanto possibile, le nostre società alla futura catastrofe. È davvero così, oppure una trasformazione profonda dei nostri modelli produttivi sarà inevitabile?
In questo contesto, è interessante notare come la questione ecologica stia creando nuove fratture politiche nelle società occidentali, oltre a rafforzare alcune divergenze già esistenti. Quali sono le categorie sociali più resistenti alle politiche pubbliche di transizione? Come possiamo convincere le persone attualmente ostili alla transizione dei benefici che essa può portare? Dobbiamo cambiare la nostra concezione di pianificazione ecologica per includere le persone che si sentono escluse?
È difficile portare a termine la transizione ecologica senza costruire un consenso politico attorno a essa, ma riuscirci in società così polarizzate appare sempre più complesso. Per dibattere di questi temi, questo lunedì del Grand Continent ha invitato:
Come tutti i lunedì del Grand Continent, l’evento è aperto a tutti ma le iscrizioni sono obbligatorie a questo link.
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