Mentre gli exit poll davano il candidato dell’USR (Renew, centro-destra) al secondo posto, dopo lo spoglio del 74% delle schede, il candidato indipendente, vicino all’estrema destra, è arrivato primo, con il 21,9% dei voti.

  • Călin Georgescu ha condotto una campagna populista e anti-sistema, proponendo posizioni socialmente conservatrici, un discorso complottista sul ruolo dell’“oligarchia globale” e riferimenti nazionalisti. La sua posizione filo-russa è nota da tempo.
  • La sua candidatura è stata ignorata dalla maggior parte dei sondaggi che non hanno mai dato Georgescu al di sopra del 8% dei voti.
  • L’impressionante risultato di Georgescu e la sorpresa che ha suscitato, tra gli osservatori e all’interno della classe politica tradizionale sono senza dubbio dovuti a una campagna senza precedenti in Romania: questa si è svolta principalmente sui social media, in particolare su TikTok dove Georgescu ha quasi 200.000 followers.
  • È possibile che l’ordine dei candidati cambi ancora durante la notte elettorale, mentre si stanno ancora scrutinando le ultime schede urbane e quelle della diaspora.
  • I voti espressi a Bucarest (930.000) e nella diaspora (820.000) non sono ancora stati conteggiati ed è molto probabile che questi risultati determineranno i finalisti.
  • Secondo gli exit poll, Lasconi, il candidato dell’USR, è in vantaggio sia nella capitale che all’estero. Se riuscisse a raggiungere i 450.000 voti di Marcel Ciolacu, il secondo turno potrebbe opporre Georgescu a Lasconi.
  • A mezzanotte (ora di Roma) mancano ancora 2,8 milioni di voti da scrutinare, di cui 1,7 milioni a Bucarest e nella diaspora.