Oltre al classico The Art of the Deal e alle migliaia di articoli dedicati a Donald Trump, quali sono le fonti intellettuali per comprendere il trumpismo e i suoi principali sostenitori?

Una selezione sintetica

Pete Hegseth, The War on Warriors: Behind the Betrayal of the Men Who Keep Us Free, Broadside Books, 2024

Donald Trump ha annunciato martedì 12 novembre la sua intenzione di nominare alla carica di segretario alla Difesa una figura poco conosciuta nelle capitali europee e, in misura minore, a Washington: Pete Hegseth.

Hegseth, 44 anni, sarebbe sicuramente il segretario alla Difesa meno esperto della storia recente degli Stati Uniti, se la sua nomina dovesse essere confermata dal Senato. Laureato a Princeton e Harvard, ha prestato servizio in Iraq e in Afghanistan all’interno della Guardia Nazionale del Minnesota, il suo Stato natale. Per i suoi servizi ha ricevuto due Bronze Star Medal e numerosi riconoscimenti militari, prima di cominciare a lavorare nel 2014 per il canale conservatore Fox News.

Tra i quattro libri scritti da Hegseth tra il 2016 e il 2024, The War on Warriors è sicuramente quello che ha avuto maggiore risonanza negli Stati Uniti.

Come osservava lo stesso Trump nel comunicato che annunciava la sua nomina, il libro «ha trascorso nove settimane nella lista dei best-seller del New York Times, di cui due settimane al PRIMO POSTO».

In The War on Warriors, Hegseth denuncia “l’ideologia woke” che avrebbe corroso l’esercito americano. Al momento della pubblicazione del libro, affermava su Fox News, dove co-presentava il programma domenicale FOX & Friends Weekend, che « la diversità non è la forza dell’esercito, l’unità è la forza ». Hegseth ha dichiarato di essere contrario all’invio delle donne nelle operazioni di combattimento.

L’esercito, come istituzione, viene trattato nel libro come un campo di battaglia delle guerre culturali tra conservatori e liberali: le amministrazioni democratiche avrebbero svuotato l’esercito americano di giovani patrioti, premiando l’ideologia progressista delle nuove reclute piuttosto che i valori di onore e sacrificio.

Questo libro potrebbe essere una delle ragioni della nomina di Hegseth.

J. D. Vance, Hillbilly Elegy: A Memoir of a Family and Culture in Crisis, Harper, 2016

In questo racconto tanto personale quanto politico, il vicepresidente eletto degli Stati Uniti J.D. Vance narra la sua infanzia turbolenta nelle Appalachi, questa vasta regione degli Stati Uniti che ha visto il declino dell’industria del carbone e della siderurgia. Descrive con umanità e benevolenza la dura vita di questi “piccoli bianchi” del Midwest, accusati di xenofobia ed elettori di Donald Trump.

Romanzo autobiografico, romanzo di un transfuga, Hillbilly Elegy ci fa ascoltare la voce di una classe disillusa e pone domande fondamentali. Come è possibile non avere abbastanza da mangiare nel paese più ricco del mondo? Come è accaduto che l’America democratica, operaia e dignitosa sia diventata repubblicana, povera e piena di rancore?

Kevin Roberts, Dawn’s Early Light : Burning Down Washington to Save America, Broadside Books, 2024

“Kevin Roberts, presidente della Heritage Foundation, propone agli elettori desiderosi di restituire il potere al popolo una “seconda rivoluzione americana” pacifica.

L’America è sull’orlo della distruzione. Un’élite corrotta e incompetente ha sradicato il nostro stile di vita e lava il cervello alla prossima generazione. Molti dei cosiddetti conservatori sono tanto colpevoli quanto i loro omologhi progressisti.

In questo libro ambizioso e provocatorio, il Dott. Kevin Roberts, presidente della Heritage Foundation, annuncia l’arrivo di un nuovo movimento conservatore. Il suo messaggio è semplice: Elites mondiali, il vostro tempo è scaduto.

Dawn’s Early Light indica una strada promettente affinché il popolo americano riprenda in mano il proprio paese. Capitolo dopo capitolo, identifica le istituzioni che i conservatori devono costruire, altre che dobbiamo riprendere, ed altre ancora che sono troppo corrotte per essere salvate: le università della Ivy League, l’FBI, il New York Times, l’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, il Dipartimento dell’Istruzione, BlackRock, la Bill & Melinda Gates Foundation, la National Endowment for Democracy, solo per citarne alcune.

Tutte queste istituzioni devono essere dissolte se si vuole che lo stile di vita americano venga trasmesso alle generazioni future.

La buona notizia è che vinceremo.

La palude è così ubriaca di potere che le élite non si rendono conto che il terreno si sta spostando sotto i loro piedi. A Washington indossano bandiere straniere nel bavero, ma non proteggono i nostri confini. Brandiscono la Costituzione, ma non ne rispettano la saggezza. Si riferiscono a Reagan, ma Reagan non avrebbe mai sopportato queste assurdità.

La loro decadenza sarà la loro rovina. Un nuovo giorno è sorto”.

J. D. Vance, vicepresidente eletto degli Stati Uniti

Peter Thiel con Blake Masters, Zero to One: Notes on Start Ups, or How to Build the Future, Crown Currency, 2014

“Scritto a partire da corsi tenuti a Stanford da Peter Thiel, fondatore di PayPal e una delle figure più influenti della Silicon Valley, e dalle note di Blake Masters, venture capitalist e candidato sfortunato ad un seggio alla Camera in Arizona quest’anno [nel 2014, nota del redattore], Zero to One propone una visione radicale e nuova sulla concezione e gestione delle start-up.

Peter Thiel parte da una constatazione contraddittoria: viviamo in un’epoca di stagnazione tecnologica, anche se siamo troppo distratti dai nostri brillanti dispositivi mobili per accorgercene. Le tecnologie dell’informazione sono migliorate rapidamente, ma non c’è motivo per cui il progresso debba limitarsi ai computer o alla Silicon Valley. Il progresso può avvenire in qualsiasi settore o ambito. Esso deriva dalla competenza più importante che ogni leader deve padroneggiare: imparare a pensare con la propria testa.

Fare ciò che qualcun altro sa già fare fa passare il mondo da 1 a n, aggiungendo un qualcosa di familiare in più. Ma quando si fa qualcosa di nuovo, si passa da 0 a 1. Il prossimo Bill Gates non costruirà un sistema operativo. Il prossimo Larry Page o Sergey Brin non creerà un motore di ricerca. I campioni di domani non vinceranno competendo in modo spietato nel mercato attuale. Eviteranno completamente la concorrenza, perché le loro aziende saranno uniche.

Zero to One presenta sia una visione ottimista del futuro del progresso in America, sia un nuovo modo di pensare all’innovazione: bisogna iniziare imparando a porre le domande che ti portano a trovare valore in luoghi inaspettati”.

Robert Lighthizer, No Trade Is Free: Changing Course, Taking on China, and Helping America’s Workers, Broadside Books, 2023

Robert Lighthizer, ben conosciuto dai nostri lettori, uno dei più importanti rappresentanti per il commercio degli Stati Uniti: ha condotto una grande revisione della politica commerciale statunitense che ha avuto un impatto duraturo attraverso diverse amministrazioni. Per più di 40 anni, ha difeso, negoziato e pubblicato editoriali contro le politiche di libero scambio unilaterale che hanno fallito, sia durante le sue funzioni nelle amministrazioni Reagan e Trump, sia come avvocato privato. In qualità di rappresentante per il commercio, ha combattuto contro i globalisti, gli importatori, i lobbisti, i governi stranieri e le grandi aziende i cui interessi divergevano da quelli dei lavoratori americani.

“Per decenni, il “libero” commercio sbilanciato è stato l’opzione preferita dai più potenti a Washington, e milioni di americani comuni ne hanno pagato il prezzo. Invece di dare la priorità a comunità americane sane, a buoni posti di lavoro, a salari più alti ed ad un futuro promettente per i nostri lavoratori, Washington si è troppo spesso preoccupata dei profitti delle aziende, delle importazioni a basso costo e delle preoccupazioni dei governi stranieri, compresi i cinesi. In cambio, abbiamo ottenuto caffettiere e t-shirt più economici, mentre migliaia di fabbriche chiudevano, i salari stagnavano, le comunità si deterioravano, le disuguaglianze economiche aumentavano nel nostro paese e accumulavamo migliaia di miliardi di dollari di deficit commerciali.

Un libro che possiamo definire di memoria, di storia ma anche di analisi politica, No Trade is Free racconta come l’America sia arrivata a questo punto e come l’amministrazione Trump abbia affrontato l’ortodossia dell’establishment commerciale, con risultati sorprendenti. Con ritratti approfonditi di alcuni dei leader più importanti della nostra epoca – da Donald Trump a Xi Jinping, passando per Nancy Pelosi e Andrés Manuel López Obrador – Lighthizer spiega come funzionano realmente le negoziazioni commerciali e perché il potere contrattuale sia la chiave del successo: nessun commercio è davvero libero.

Questo libro è un campanello d’allarme per i nostri politici, i leader d’opinione, ma soprattutto per gli americani comuni. Presenta argomentazioni contro le politiche che hanno indebolito l’America e lasciato indietro le nostre famiglie e comunità. Sostiene una politica commerciale incentrata sui lavoratori. Racconta la storia della nostra lotta per ogni posto di lavoro americano e di come, per la prima volta, un’amministrazione americana abbia affrontato la Cina. Ma soprattutto, è una guida per la nuova economia mondiale, che richiederà una politica commerciale focalizzata sui lavoratori”.

David O. Sacks, Peter Thiel, The Diversity Myth: Multiculturalism and Political Intolerance on Campus, Independent Institute, 1999

Questo libro esplora l’impatto debilitante che il “multiculturalismo” politicamente corretto ha avuto sull’istruzione superiore e sulla libertà accademica negli Stati Uniti. In nome della diversità, molte istituzioni universitarie e culturali di primo piano si sforzano di mettere a tacere i dissidenti e soffocare la vita intellettuale. Questo libro espone l’impatto reale del multiculturalismo sull’istituzione più strettamente associata al declino politicamente corretto dell’istruzione superiore: l’Università di Stanford.

Scritto da due laureati di Stanford, il libro è un’indagine affascinante su un mondo di codici espressivi, di norme di ammissione e di programmi di studio “imbecilliti”, di cacce alle streghe nei campus e di fanatismo anti-occidentale che si fa passare per legittima ricerca scientifica. Sacks e Thiel utilizzano numerose fonti primarie – il Stanford Daily, i programmi dei corsi, le pubblicazioni ufficiali dell’università – per rivelare un modello di politicizzazione delle classi, degli alloggi, delle priorità di bilancio e molto altro ancora. Tracciano i legami tra tendenze apparentemente disparate come il politicamente corretto, la guerra dei sessi, il nichilismo della generazione X e le guerre culturali, mostrando come abbiano giocato un ruolo nel formarsi del multiculturalismo in istituzioni come Stanford.

Gli autori dimostrano in modo convincente che il multiculturalismo non riguarda l’apprendimento di più cose, ma piuttosto l’apprendimento di meno. Concludono il loro studio esaustivo delineando i cambiamenti necessari per invertire la disintegrazione tragica delle università americane e ripristinare una vera eccellenza accademica.

Cass R. Sunstein, Adrian Vermeule, Law & Leviathan: Redeeming the Administrative State, The Belknap Press of Harvard University Press, 2020

“Lo Stato amministrativo moderno è illegittimo? Incostituzionale? Non responsabile? Pericoloso? Intollerabile? Il diritto pubblico americano è da lungo tempo lacerato da un conflitto grave e persistente (una sorta di guerra fredda di basso livello) su queste questioni.

Cass Sunstein e Adrian Vermeule sostengono che lo Stato amministrativo possa essere salvato, a condizione che i funzionari siano vincolati da quella che chiamano la moralità del diritto amministrativo. Law and Leviathan sviluppa una serie di principi che sottendono questo regime morale. I funzionari che rispettano questa moralità non mancano mai di stabilire regole. Si assicurano che ci sia trasparenza, affinché le persone siano informate delle regole a cui devono attenersi. Non abusano mai della retroattività, in modo che le persone possano fare affidamento sulle regole attuali, che non sono costantemente minacciate di cambiamento. Stabiliscano regole comprensibili ed evitano di promulgare norme che si contraddicono tra loro.

Questi principi possono sembrare semplici, ma sono molto potenti. Già, senza essere esplicitamente enunciati, limitano ogni giorno le attività delle agenzie amministrative. Ma possiamo aspirare a fare meglio. In una forma più solida, questi principi potrebbero rispondere a molte delle preoccupazioni che spingono i detrattori dello Stato amministrativo a lamentarsi di quella che considerano la scomparsa dello Stato di diritto. Il Leviatano burocratico è forse una realtà inevitabile delle democrazie moderne complesse, ma Sunstein e Vermeule mostrano come possiamo finalmente fare pace tra coloro che ne accettano la necessità e coloro che aspirano alla sua caduta”.

Oren Cass, The Once and Future Worker. A Vision for the Renewal of Work in America, Encounter Books, 2018

Dalla sua partecipazione alla campagna presidenziale di Mitt Romney nel 2012 alla pubblicazione di The Once and Future Worker, Oren Cass ha fatto sua la missione di proporre nuove basi intellettuali per i Repubblicani.

L’economista illustra una profonda riformulazione dell’ideologia conservatrice americana che merita di essere seguita da vicino per comprendere i nuovi orientamenti della destra americana.

Robert C. O’Brien, While America Slept: Restoring American Leadership to a World in Crisis, 2016

O’Brien ha servito nella prima amministrazione Trump da settembre 2019 a gennaio 2021 come consigliere per la Sicurezza nazionale. Inoltre, è stato uno dei principali candidati per il posto di Segretario di Stato nell’amministrazione Trump 2.0, prima che il presidente eletto annunciasse di aver scelto Marco Rubio.

Il titolo del libro di O’Brien, che occupa probabilmente una posizione centrale nell’apparato di politica estera di Trump, è un omaggio alla tesi di John F. Kennedy scritta quando era a Harvard, poi pubblicata nel 1940 con il titolo Why England Slept.

O’Brien è stato a volte etichettato come un “Yes Man” quando era alla Casa Bianca: determinato a seguire Trump senza opporre una resistenza decisa al presidente e al suo temperamento impulsivo, condivide in While America Slept il parere del suo predecessore, John Bolton (ora fermamente anti-Trump), riguardo ai pericoli che incombono sull’America: la debolezza del suo apparato militare, la crescente minaccia rappresentata dalla Cina, i pericoli posti dall’islamismo radicale e dai suoi numerosi spettri, dal Medio Oriente fino all’Occidente. L’Iran è descritto come il “nemico giurato degli Stati Uniti”.

L’approccio molto bellicoso di O’Brien nei confronti degli avversari di Washington si ritrova in molti profili scelti da Trump per far parte della sua amministrazione 2.0. A giugno, infatti, in un articolo su Foreign Affairs, ha sostenuto che il Congresso dovrebbe fornire ai vicini della Cina (Indonesia, Filippine, Vietnam) lo stesso tipo di supporto dato a Taiwan per contribuire a rafforzare le loro forze armate.

Joshua Hawley, Manhood: The Masculine Virtues America Need, Regnery Publishing, 2023

Mitt Romney, repubblicano moderato, ha riconosciuto in lui uno dei senatori più intelligenti, ma anche uno dei più chiusi al dialogo. Tra la nuova guardia conservatrice del Partito Repubblicano, il senatore trumpista Josh Hawley, 44 anni, non è il più conosciuto in Francia. Tuttavia, i suoi scritti rivelano una delle menti più influenti tra i Repubblicani ultra-conservatori — quelli per cui le battaglie sui temi sociali superano di gran lunga in importanza i programmi di rilancio economico. In questo, come J. D. Vance, è molto rappresentativo di una nuova generazione in cui il trumpismo, sia per ragione che per adesione, non cancella lo sforzo di riflessione sui fondamenti del Grand Old Party.

Nato in Arkansas in una famiglia benestante, laureato a Yale e a Stanford in diritto e storia, Josh Hawley è diventato nel 2017 procuratore generale del Missouri e nel 2018 è stato eletto senatore dello stesso Stato. È noto per i suoi interventi polemici, che gli sono valse condanne indignate anche oltre il campo democratico. Trumpista convinto, è sembrato addirittura approvare le rivolte che hanno portato all’assalto al Campidoglio. Questi pochi elementi basterebbero a descriverlo come un “testa calda” del Congresso che, come Marjorie Taylor-Green, non si fa scrupoli nel portare il dibattito pubblico verso gli estremi.

Ma i suoi scritti e discorsi — in particolare il suo intervento all’ultima edizione della National Conservatism Conference, il grande raduno della destra neo-nazionalista — mostrano un quadro completamente diverso. In questo testo chiave espone le fondamenta teologico-politiche della “guerra culturale” che contrappone le due Americhe.

Per Hawley, i principi su cui i Padri Fondatori degli Stati Uniti hanno edificato il paese si basano, in ultima istanza, sulla dottrina agostiniana delle due città; ritrovare i veri valori degli Stati Uniti significherebbe quindi abbracciare un cristianesimo messianico come vera religione civile dell’America, e rivendicare un “nazionalismo cristiano” come sua base, con un programma in tre punti: Lavoro, Famiglia, Dio.

In questo quadro, l’uomo gioca un ruolo cruciale. Nel 2023, con Manhood, Hawley si è lanciato in modo polemico nel dibattito sul presunto declino della mascolinità negli Stati Uniti e in Occidente. Tuttavia, a differenza dei “maschilisti” di Twitter e Youtube, cerca di collocare il suo discorso di promozione degli uomini nel contesto di una responsabilità storica, ereditata dai Padri Fondatori, in cui le “virtù maschili” dell’America dovrebbero essere ritrovate per far prosperare la Repubblica cristiana attraverso il lavoro e la famiglia:

“I Padri Fondatori americani credevano che una repubblica dipendesse da alcune virtù maschili. Il senatore Josh Hawley crede che avessero ragione. In un nuovo libro audace, invita gli uomini americani a alzarsi e a prendere la responsabilità che Dio ha dato loro come mariti, padri e cittadini”.

Per Hawley, il discorso maschilista — uno degli elementi chiave di mobilitazione dell’elettorato pro-Trump nel 2024 — è articolato su un discorso sociale che si fonda su una reinterpretazione — molto personale — dell’agostinismo:

“Un tempo, un lavoratore poteva provvedere al sostentamento della sua famiglia — moglie e figli — lavorando con le proprie mani. Quell’epoca è finita da molto tempo. Oggi, gli americani si faticano in lavori senza futuro, al servizio delle multinazionali, mentre pagano somme esorbitanti per l’alloggio e le cure sanitarie.

Non hanno una famiglia perché non possono permettersela. (…)

Volete dare la priorità alla famiglia? Rendete facile avere dei figli. E rimettete papà e mamma a casa. Fate della politica di questo paese una politica di salario familiare per i lavoratori americani — un salario che permetta a un uomo di provvedere alla sua famiglia ed ad una coppia sposata di crescere i propri figli come meglio crede.

Perché la vera misura della forza americana è il benessere del focolare e della famiglia.

I conservatori devono difendere la religione della gente comune”.

Patrick Ruffini, Party of the People: Inside the Multiracial Populist Coalition Remaking the GOP, Simon & Schuster, 2023

Alla fine dell’anno 2023, circa un anno fa, un libro aveva previsto la coalizione che avrebbe portato Trump al potere.

“Per comprendere i risultati delle elezioni del 2024, bisogna tornare al 2020. In quell’anno, Donald Trump perde le elezioni, ma ottiene guadagni considerevoli tra gli elettori non bianchi. All’epoca, molti democratici considerarono questo un colpo di fortuna, una reazione alle politiche restrittive del Covid-19 e ai lockdown. Il sondaggista repubblicano Patrick Ruffini, invece, vi vide il segnale debole di un movimento molto più ampio.

Nel suo libro pubblicato nel 2023, Party of the People: Inside the Multiracial Populist Coalition Remaking the GOP, afferma che Trump è all’origine di un riallineamento del partito. La tendenza che si era manifestata per anni nell’elettorato bianco — gli elettori con istruzione superiore si spostano a sinistra e quelli senza istruzione superiore si spostano a destra — gli sembra ora evidente tra gli elettori di tutte le origini etniche, facendo esplodere il nucleo duro della base democratica.

I dati disponibili finora per le elezioni del 2024 sembrano confermare che Ruffini aveva ragione”.

Ezra Klein, The New York Times

Come dice Trump nel suo discorso di vittoria:

“Nessuno ha mai visto nulla di simile. Vengono da ogni ceto sociale: sindacalizzati, non sindacalizzati, afro-americani, ispanici, asiatici, arabi, musulmani. Abbiamo avuto tutti e questo è stato magnifico. È un riallineamento storico. Cittadini di tutte le origini si sono uniti attorno a un nucleo comune di buon senso (a common core of common sense)”.

Elbridge A. Colby, The Strategy of Denial, American Defense in an Age of Great Power Conflict, Yale University Press, 2022

Elbridge A. Colby è stato l’architetto principale della strategia di difesa nazionale del 2018, la revisione più importante della strategia di difesa degli Stati Uniti da una generazione. In questo libro, spiega come la difesa americana debba evolvere per affrontare la crescente potenza e ambizione della Cina. Basandosi fermamente sulla tradizione realista ma profondamente impegnato nella politica attuale, questo libro offre un quadro chiaro su quali debbano essere gli obiettivi dell’America di fronte alla Cina, su come la sua strategia militare debba cambiare e su come debba dare priorità a questi obiettivi rispetto ad altri interessi minori.

Questo libro, che rappresenta la rivalutazione più informata e approfondita della strategia di difesa americana da decenni, propone un approccio rigoroso ma pratico, mostrando come gli Stati Uniti possano prepararsi a vincere una guerra con la Cina che non possono permettersi di perdere, proprio per evitare che questa guerra si verifichi.

Sarà anche utile esaminare il testo integrale del «Project 2025» pubblicato dalla Heritage Foundation e il documento di dottrina fondamentale sulla politica estera dell’America First Policy Institute: An America First Approach to U.S. National Security.