Come l’India e il Pakistan, Israele è considerato uno Stato dotato de facto di armi nucleari. Il Paese non ha mai confermato né smentito ufficialmente di possedere armi atomiche, sebbene la loro esistenza sia di dominio pubblico.
- Dei nove paesi dotati di armi nucleari, Israele è l’unico a non aver mai ammesso di aver effettuato test, l’ultimo ad averlo fatto è stata la Corea del Nord nel 2017.
- Dalla fine degli anni ’60, Israele sostiene che non sarà il primo Paese a “introdurre armi nucleari in Medio Oriente”. Questa formulazione ambigua si basa su un’interpretazione specifica del termine “introdurre”, che Israele considera come l’annuncio pubblico, il test o l’uso effettivo di armi nucleari 1.
- L’occultamento del programma nucleare da parte di Israele può essere spiegato con i timori per la reazione dei paesi arabi, l’opposizione politica interna o le conseguenze negative sulla credibilità dell’impegno degli Stati Uniti in materia di non proliferazione.
Documenti declassati dal governo americano indicano che Israele avrebbe assemblato le sue prime armi nucleari alla fine degli anni ’60.
- È ampiamente riconosciuto che il plutonio necessario al programma nucleare israeliano è stato prodotto con l’aiuto della Francia dal reattore di ricerca IRR-2 del Centro di ricerca nucleare del Negev (NNRC), comunemente noto come Dimona.
- Immagini satellitari commerciali hanno rivelato importanti progressi nella costruzione all’interno e nelle vicinanze del sito del NNRC dal 2021, anche se lo scopo di questi lavori è sconosciuto.
La mancanza di trasparenza di Israele sul suo programma nucleare comporta numerose incertezze sulle dimensioni del suo arsenale, nonché sulla potenza e sulle caratteristiche delle sue testate.
- Secondo il SIPRI, Israele possiede un arsenale di circa 90 testate nucleari, contro le 50 della Corea del Nord, le 290 della Francia, le 500 della Cina e le oltre 5.000 degli Stati Uniti e della Russia.
- Tuttavia, questa cifra si colloca nella fascia bassa delle stime avanzate da alcuni analisti e potrebbe arrivare fino a 300 armi nucleari.
- Queste stime si basano sui calcoli dell’inventario israeliano di plutonio di qualità militare e sul numero di vettori operativi con capacità nucleare.
- L’ubicazione dei siti di stoccaggio delle testate israeliane, che sarebbero in parte smantellate, è sconosciuta. Si presume tuttavia che Israele conservi le sue testate separatamente dai lanciatori schierati in tempo di pace.
Dato che Israele non riconosce ufficialmente di possedere armi nucleari, le circostanze in cui queste potrebbero essere utilizzate rimangono poco chiare. Questa “dottrina” di utilizzo è nota come “opacità” nucleare, o amimut in ebraico 2.
- Poiché le stime sul numero di armi a disposizione di Israele sono relativamente costanti da decenni, ciò potrebbe suggerire una posizione nucleare strettamente definita da esigenze di deterrenza.
- Tuttavia, vi sono alcuni casi in cui alti funzionari israeliani hanno indicato il potenziale uso dell’arsenale nucleare. Secondo alcuni rapporti basati su interviste con un ex generale israeliano, Israele avrebbe preso in considerazione l’uso di armi nucleari se avesse temuto di perdere la guerra arabo-israeliana del 1967 3.
- Alla fine del 2023, il ministro israeliano del Patrimonio Amichai Eliyahu ha suggerito che Israele dovrebbe usare armi nucleari contro i combattenti di Hamas a Gaza, prima di vedere sospesa la sua partecipazione alle riunioni di governo 4. Netanyahu ha definito le sue dichiarazioni “disconnesse dalla realtà”.
Negli ambienti strategici, la possibilità di un ricorso alle armi nucleari da parte di Israele è stata a lungo indicata con il termine pudico di “opzione Samson”.
- Interrogato su questa eventualità, l’ex primo ministro Shimon Peres ha indicato nel 2009 che un tale ricorso sarebbe ipotizzabile per impedire la distruzione di Israele, sottolineando che si trattava di un’arma di deterrenza.
L’opacità che circonda il programma nucleare israeliano costituisce un ostacolo alla creazione di una “zona libera da armi nucleari in Medio Oriente”, per la quale è stato assunto un impegno globale l’11 maggio 1995 nell’ambito della Conferenza di revisione e proroga del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari. In un comunicato congiunto pubblicato lunedì 16 giugno, 20 paesi della regione, tra cui il Pakistan, hanno ribadito il loro impegno a favore di questo obiettivo.
Note
- Hans M. Kristensen et Matt Korda, SIPRI Yearbook 2024: Armaments, Disarmament and International Security, World nuclear forces.
- Avner Cohen, The Worst-Kept Secret. Israel’s Bargain with the Bomb, Columbia University Press, 2012.
- William J. Broad et David E. Sanger, «’Last Secret’ of 1967 War: Israel’s Doomsday Plan for Nuclear Display», The New York Times, 3 giugno 2017.
- Nicolas Camut,«Israel minister suspended after calling nuking Gaza an option», Politico, 5 novembre 2023.