Il presidente Abdelmadjid Tebboune, che si candida alla rielezione, è stato eletto nel 2019 a seguito delle massicce proteste di Hirak che hanno fatto cadere lo storico presidente Bouteflika. Le elezioni sono state ampiamente boicottate, con un’affluenza di appena il 39,9%. I manifestanti hanno visto nella figura di Tebboune, eletto al primo turno, la volontà di preservare l’establishment e di intraprendere solo poche riforme.

  • Le manifestazioni non si sono fermate sotto il mandato di Abdelmadjid Tebboune.
  • Durante la sua campagna elettorale, il Presidente ha promesso numerose misure sociali, tra cui la costruzione di 2 milioni di unità abitative.

Il socialista Youcef Aouchiche, che gli si oppone, si batte soprattutto per lo stato di diritto, le riforme istituzionali e l’indipendenza della magistratura. Da parte sua, l’islamista Abdellah Hassan Cherif propone riforme sociali, soprattutto nei settori dell’istruzione e della gioventù. Non ci sono sondaggi recenti che possano indicare la differenza tra i due.

  • La lotta alla corruzione, la garanzia delle libertà individuali e la diversificazione economica sono quindi tra i principali temi di dibattito.
  • Sul fronte geopolitico, il sostegno alla Palestina è unanime.
  • Nell’ottobre 2023, dopo l’Iran, l ‘Algeria è stata tra i primi Paesi a sostenere l’attacco di Hamas a Israele.

Non sorprende che Tebboune venga rieletto per un ulteriore mandato. A marzo, il Presidente ha annunciato che le elezioni si sarebbero tenute all’inizio di settembre anziché a dicembre, blindando di fatto la corsa. Per la prima volta in Algeria, la campagna elettorale si è svolta durante l’estate, caratterizzata da temperature record, che hanno sfiorato i 50°C in alcune città1.

Per limitare l’emergere di storie contrarie alla linea ufficiale del regime, le autorità algerine non hanno concesso l’accredito alla stampa estera per seguire le elezioni — una novità rispetto alle elezioni presidenziali del 19952.