Ieri, martedì 9 gennaio, è iniziato il dibattito in commissione parlamentare sulla proposta di legge cardine del presidente paleo-libertario Javier Milei.

  • Il progetto, ufficialmente intitolato «Legge sulle basi e i punti di partenza per la libertà degli argentini» (Ley de Bases y Puntos de Partida para la Libertad de los Argentinos), contiene 664 articoli1.
  • In linea con il programma promosso da Milei durante la sua campagna elettorale, il progetto soprannominato «legge omnibus» mira a rispondere alla crisi economica descritta come il «risultato dell’abbandono del modello di democrazia liberale e di economia di mercato incarnato nella nostra Costituzione del 1853 e dell’evoluzione, nel corso dei decenni, verso un modello di democrazia sociale e di economia pianificata che ha fallito non solo nel nostro Paese, ma in tutti i Paesi in cui è stato attuato nel corso della storia».
  • La bozza presentata dal governo Milei elenca 41 aziende «soggette a privatizzazione», tra cui la Casa de Moneda, responsabile della stampa di moneta, le compagnie petrolifere nazionali Energía Argentina e YPF, diverse società di media e la Banca della Nazione Argentina, attualmente amministrata dallo Stato.
  • Il disegno di legge prevede l’abrogazione della legge che limita l’emissione di debito pubblico in valuta estera, introdotta nel 2021 dal ministro dell’Economia Martín Guzmán, che imponeva il controllo del Congresso sulle decisioni in materia di debito.
  • Infine, prevede un inasprimento della legislazione su incontri e manifestazioni in nome della garanzia della «libera circolazione e del normale sviluppo delle attività economiche e professionali di tutti gli abitanti della nazione».

Lo «stato di emergenza» che costituisce il punto di partenza per la sua azione è stabilito per due anni, fino al 31 dicembre 2025, con la possibilità di estenderlo fino alla fine del 2027.

La legge discussa in Parlamento da ieri integra il Decreto di Necessità e Urgenza (DNU), entrato in vigore il 29 dicembre e contenente una prima ondata di misure di deregolamentazione.

  • In particolare, il decreto ha abrogato la legge sui tetti agli affitti.
  • È stata inoltre abrogata la legge sulle forniture che permetteva allo Stato di controllare i prezzi dei prodotti essenziali in situazioni di emergenza – ed è stato abolito l’Osservatorio dei prezzi presso il Ministero dell’Economia, in un contesto di inflazione che non accenna a rallentare. A novembre l’inflazione su base annua ha raggiunto il 160,9%.
  • Tuttavia, il 3 gennaio, i tribunali hanno sospeso le misure del decreto riguardanti il mercato del lavoro, dopo un ricorso della CGT, il più grande sindacato argentino. Tra queste, l’estensione del periodo di prova da tre a otto mesi e la limitazione del diritto di sciopero.

Diverse migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni a Buenos Aires non appena il decreto è stato pubblicato il 20 dicembre. La CGT ha indetto uno sciopero generale per il 24 gennaio2.

Note
  1. República Argentina – Poder Ejecutivo Nacional, Ley de Bases y Puntos de Partida para la Libertad de los Argentinos, 27 dicembre 2023.
  2. El Economista, «Gobierno de Milei enfrentará en enero su primer paro obrero», 28 dicembre 2023.