Asia intermedia

Cosa voleva fare Israele in Iran? Teorie sul cambio di regime dopo la “guerra dei dodici giorni”

Iran, Israele: il medio oriente in guerra

Vladimir Putin sta abbandonando l’Iran?

Iran, Israele: il medio oriente in guerra
Lettura estesa

Chi critica l’attacco deciso da Donald Trump?

Chi lo sostiene?

Circa quindici ore dopo il lancio dell’operazione Midnight Hammer da parte del presidente degli Stati Uniti, una quarantina di paesi hanno reagito ufficialmente, rivelando linee di frattura a livello mondiale ma anche tra i paesi europei.

Le mappiamo.

Ultimo aggiornamento lunedì 23 giugno alle 8:30 (Parigi).

Anwar Gargash è stato uno dei principali artefici degli Accordi di Abramo che hanno stabilito relazioni diplomatiche con Israele durante il primo mandato di Trump nel 2020.

Ex ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, oggi consigliere diplomatico del presidente Mohamed bin Zayed, è una delle voci più influenti del Golfo.

Lo abbiamo incontrato per un’intervista a caldo.

Con la prima fase dell’operazione Am Kalavi, Israele non ha semplicemente eliminato importanti leader militari: ha creato le condizioni per un cambiamento profondo.

La fine brutale di un ciclo e la definitiva sconfessione della strategia iraniana possono accelerare la crisi del regime?

Pubblichiamo una prosopografia dei principali profili presi di mira ed eliminati da Israele.

Per la sua portata e i suoi obiettivi, l’operazione Am Kalavi, lanciata questa notte sul territorio iraniano, mira a decapitare il regime di Teheran.

In un discorso pronunciato in inglese, Benjamin Netanyahu ha annunciato l’inizio di una campagna militare contro l’Iran e ha messo Trump davanti al fatto compiuto — allontanando la speranza di una vittoria diplomatica ricercata dalla Casa Bianca con Teheran e riaprendo l’orizzonte di un cambio di regime nella politica americana in Medio Oriente.

Lo traduciamo

In Iran potrebbe essere imminente un cambiamento radicale.

Ma mentre un accordo con gli Stati Uniti sul nucleare consentirebbe una parziale riapertura del Paese, la popolazione sembra molto più preparata del regime a questa eventualità.

Se Washington e Teheran hanno entrambe bisogno di un deal, la Repubblica islamica ha interesse a preservare in parte lo status quo su cui ha fondato il proprio modello economico.

Ali Vaez fornisce precisazioni sullo stato di questi complessi negoziati da cui dipende il futuro del Medio Oriente.

Tra le vittime collaterali della guerra lampo di al-Jolani in Siria, l’Iran è senza dubbio la più colpita.

A poco più di un anno dal 7 ottobre, l’“Asse della Resistenza” sembra essere stato sconfitto – strategicamente, diplomaticamente e militarmente. Per i nemici di Teheran, la caduta di Assad è un’occasione d’oro per spingere il decadente regime iraniano nell’abisso.

Un punto della situazione e uno sguardo verso il futuro con Ali Vaez.

Nella sezione 209 del carcere di Evin arrivano delle donne mutilate, scioccate. Anche Narges Mohammadi, che ha appena ricevuto il Nobel per la Pace, ha passato parte della sua vita in quella prigione. In questa lettera scritta ad agosto, e per la prima volta tradotta in italiano, racconta lo scorrere quotidiano di questo ordinario terrore — e lancia un appello alle donne in lotta nel mondo intero.