Dopo la vittoria di Trump, Zelensky parla per la prima volta: testo integrale
A Budapest, di fronte a Orbán e ad una trentina di capi di Stato e di governo, due giorni dopo l'elezione di Trump, il Presidente Zelensky ha invitato gli europei a rifiutare di fare concessioni a Putin - “inaccettabili per l'Ucraina e un suicidio per l'intera Europa” - impegnandosi nella ricerca di una “pace attraverso la forza”.
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- Il Grand Continent •
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- Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy parla a Budapest, Ungheria, giovedì 7 novembre 2024. © AP Photo/Denes Erdos
Per parlare agli europei e rivolgersi a Donald Trump, il Presidente Zelensky ha insistito su una linea: “La pace è solo la ricompensa di chi sa essere forte”.
Con alcune dichiarazioni molto forti:
Dal vertice della Comunità politica europea tenutosi in Gran Bretagna a luglio, si è parlato molto della necessità di cedere a Putin, di fare marcia indietro, di fare “concessioni”. Alcuni di voi oggi hanno esortato l’Ucraina a fare delle “concessioni” a Putin.
Fare delle “concessioni” a Putin è inaccettabile per l’Ucraina e sarebbe di fatto un suicidio per l’intera Europa. Che cosa faremo dopo? L’Europa dovrà implorare la pietà di Kim Jong Un nella speranza che anche lui lasci l’Europa in pace?
Primo ministro Orbán,
Presidente Michel,
Cari leader,
vi sono grato per questa opportunità di potervi incontrare e di poter lavorare insieme per l’Europa e per le nostre nazioni.
Ieri, come molti di voi, ho parlato con il presidente Trump.
Anche Emmanuel Macron è stato uno dei primi leader europei a chiamare Donald Trump per congratularsi di persona. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno parlato anch’essi al telefono con il 47mo presidente degli Stati Uniti.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, principale alleato di Trump in Europa, è stato il primo leader europeo a congratularsi pubblicamente con il presidente eletto americano in una dichiarazione pubblicata pochi minuti dopo che Fox News aveva annunciato la vittoria di Trump.
È stata una conversazione proficua e produttiva. Naturalmente, non possiamo ancora sapere quali misure intenda adottare concretamente. Ci auguriamo che l’America diventi più forte, perché è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. E, al contempo, un’Europa forte è ciò di cui l’America ha bisogno. È questo legame tra alleati che deve essere valorizzato e non deve perdersi.
Dobbiamo affrontare molte sfide. Dall’ultima volta che ci siamo incontrati in questo formato, la guerra della Russia è entrata in una fase molto più intensa. Ed è solo la Russia a essere all’origine di questa escalation. In termini molto concreti, la Corea del Nord sta ora conducendo una guerra in Europa.
L’avanzata russa in Ucraina ha subito una notevole accelerazione negli ultimi mesi. A settembre, le forze russe hanno conquistato quasi 470 km² di nuovo territorio, rispetto ai 350 km² del mese precedente.
Sul suolo europeo, i soldati nordcoreani prendono di mira e cercano di uccidere il nostro popolo.
Nelle ultime settimane, Pyongyang ha inviato migliaia di truppe in Russia per aiutare il Cremlino a respingere le forze ucraine nell’oblast russo di Kursk. Sostenendo direttamente Mosca con l’impegno delle proprie forze, la Corea del Nord ha lanciato una delle offensive militari più significative dal febbraio 2022.
In uno scenario considerato impensabile fino a pochi anni fa, i combattenti ucraini armati dai Paesi occidentali stanno ora uccidendo soldati nordcoreani sul suolo europeo.
Dal vertice della Comunità politica europea tenutosi in Gran Bretagna a luglio, si è parlato molto della necessità di cedere a Putin, di fare marcia indietro, di fare “concessioni”. Alcuni di voi oggi hanno esortato l’Ucraina a fare delle “concessioni” a Putin.
Un totale di 42 capi di Stato e di governo si trovano a Budapest per il quinto vertice della Comunità politica europea. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz non ha potuto partecipare all’incontro di giovedì 7 novembre a causa della crisi politica nel suo Paese, mentre il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez ha annullato la sua visita a seguito delle distruttive inondazioni che hanno colpito il Paese alla fine di ottobre.
Fare delle “concessioni” a Putin è inaccettabile per l’Ucraina e sarebbe di fatto un suicidio per l’intera Europa. Che cosa faremo dopo? L’Europa dovrà implorare la pietà di Kim Jong Un nella speranza che anche lui lasci l’Europa in pace? Nessun tra i grandi leader che hanno contribuito alla costruzione di un’Europa unita, forte e pacifica potrebbe accettarlo. Al contrario, l’idea che la pace debba essere raggiunta con la forza ha dimostrato più volte il suo realismo e la sua efficacia.
Oggi questo approccio è di nuovo necessario.
Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo abbandonare un’illusione: la pace non si compra mostrando debolezza o negoziando al ribasso la posizione dell’Europa o di un Paese europeo. Semplicemente non funziona così. La pace è solo un premio per i più forti. Non c’è alternativa ad un’Europa forte. E l’unità è essenziale per la forza.
La Russia ha iniziato questa guerra non perché avesse bisogno di più territorio – ha più terra di qualsiasi altro Paese al mondo.
Quello che la Russia vuole è un maggiore potere sulla scena mondiale. Iniziando con il controllo dell’Ucraina, poi tutti voi, uno dopo l’altro, come ai tempi dei Sovietici o degli Zar.
Budapest si ricorda dei carri armati sovietici. Le città ucraine non dimenticheranno le bombe russe.
Come Budapest, tutte le città dell’Ucraina e tutti i nostri Paesi meritano sicurezza e pace.
Permettetemi quindi di ringraziare innanzitutto tutti voi per il vostro sostegno all’Ucraina e al suo popolo. Non ci stiamo difendendo da parole russe, ma da attacchi armati. Per questo abbiamo bisogno del vostro sostegno in armi, non a parole. Abbracciare Putin non ci aiuterà. Alcuni di voi hanno cercato di coccolarlo per vent’anni e non è migliorato nulla. Putin è la guerra e non cambierà. Solo una prova di forza può porre dei limiti.
Dall’inizio del 2022, gli Stati membri hanno fornito all’Ucraina aiuti per oltre 100 miliardi di euro. Tuttavia, l’Istituto di Kiel ritiene che, l’anno prossimo, l’assistenza militare dei Paesi occidentali a Kiev potrebbe essere insufficiente per consentire all’esercito ucraino di difendersi da un’invasione russa nel caso in cui i programmi di aiuto degli Stati Uniti non fossero rinnovati.
Se eletto, Donald Trump interromperà certamente il trasferimento di equipaggiamenti militari all’Ucraina per fare pressione su Kiev affinché negozi un cessate il fuoco. Il presidente eletto americano ha ripetuto più volte durante la campagna elettorale che avrebbe spinto per una “pace giusta” in Ucraina, rompendo così con la politica dell’amministrazione Biden, che avrebbe “mantenuto” la guerra.
In secondo luogo, abbiamo messo in atto un chiaro sistema diplomatico in grado di spingere la Russia verso una pace giusta. La maggior parte delle nazioni presenti in questa sala ha partecipato a questo efficace sforzo diplomatico. Le conferenze tematiche hanno già coperto tutti i punti della nostra formula di pace: sicurezza nucleare, sicurezza alimentare, energia, ritorno dei prigionieri e dei deportati in Ucraina, piena applicazione del diritto internazionale e molto altro. Dobbiamo spingere la Russia ad intraprendere questa strada. Una pace giusta sarà una vittoria condivisa. Il piano per la vittoria è già sul vostro tavolo. L’Ucraina è stata la prima a proporre modifiche alla nostra strategia comune per raggiungere rapidamente una pace giusta.
Voglio insistere su questo punto: questa guerra si sta svolgendo sul territorio ucraino. L’Ucraina è grata per tutto il sostegno fornito dai suoi alleati ed è aperta a qualsiasi idea costruttiva volta a stabilire una pace giusta per il nostro Paese. Ma spetta all’Ucraina decidere cosa dovrà essere (o non) all’ordine del giorno per porre fine a questa guerra.
La fattura di questa guerra dovrebbe essere pagata dai russi, non dagli ucraini. Solo allora la Russia capirà che non può più avanzare false pretese nei confronti di tutti, dagli Stati baltici ai Balcani. Qualsiasi Paese, qualsiasi leader che rispetti il diritto internazionale e sieda a questo tavolo dovrebbe capire che un predatore non si auto-impone dei limiti.
Terzo, nel corso di questa guerra, abbiamo visto il fallimento di alcuni approcci europei. Ad esempio, più un Paese è geograficamente vicino alla Russia, più il concetto di neutralità diventa debole. La rapida adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO ha dimostrato come i leader europei e dell’Alleanza immaginino davvero una struttura che garantisca la sicurezza di questi Paesi. Non a parole, ma con la NATO. L’Ucraina ne ha preso nota.
L’invasione russa su larga scala ha spinto la Finlandia e la Svezia ad aderire all’Alleanza Atlantica, ma ha anche provocato un aumento significativo della spesa per la difesa dei Paesi membri della NATO. Un decennio fa, solo 3 Paesi dell’Alleanza Atlantica spendevano il 2% del loro PIL per la difesa. Dall’invasione del febbraio 2022, il numero di Paesi che rispettano questo obiettivo è triplicato e si prevede che quest’anno l’obiettivo di spesa rispetto al PIL sarà raggiunto da 23 Paesi, cioè più del 70% dei membri della NATO.
Quarto, i beni russi. Vorrei ringraziare tutti i leader che stanno difendendo il diritto dell’Ucraina di utilizzare i fondi provenienti dai beni russi per proteggersi dall’aggressione russa. Lo Stato russo non dà valore alle persone o alla moralità, ma solo al denaro. Per questo motivo, il fatto che i beni russi stiano contribuendo allo sforzo dell’Ucraina è una lezione anche per loro. In tutta onestà, posso anche dirvi che si tratta di soldi ucraini. È in Ucraina che le forze russe hanno distrutto centinaia di città e villaggi. Milioni di nostri concittadini hanno perso le loro case. Questo richiede fondi. Ora, invece di cercare motivi per ritardare le decisioni, dobbiamo trovare un meccanismo per indirizzare i fondi all’Ucraina in modo che possano essere utilizzati il più rapidamente possibile.
Alla fine di ottobre,i ministri delle finanze del G7 hanno finalizzato il prestito di 50 miliardi di dollari all’Ucraina, che sarà finanziato con i profitti generati dai 280 miliardi di dollari di attività della Banca centrale russa congelati nei Paesi del G7, soprattutto nell’UE. L’Ucraina, che prevede un deficit di bilancio del 19% nel 2025 – pari a circa 35 miliardi di dollari – dovrebbe utilizzare questi fondi principalmente per soddisfare le proprie esigenze finanziarie.
I 50 miliardi di dollari equivalgono all’ammontare dell’assistenza militare statunitense ed europea fornita a Kiev tra gennaio 2023 e giugno 2024. Considerando ogni forma di assistenza, gli Stati membri hanno fornito all’Ucraina più di 100 miliardi di euro in aiuti dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022.
Quinto, i fondi di guerra di Putin. Sappiamo tutti che la Russia guadagna ancora abbastanza dalla vendita di petrolio per continuare la sua guerra. La Russia continua ad eludere le sanzioni e ad acquistare componenti per droni e missili da tutto il mondo. La Russia ha ancora la capacità di diffondere l’instabilità e di interferire nella vita delle nazioni in luoghi come il Sahel, il Nord Africa, il Medio Oriente e paesi come lo Yemen. Come è possibile che Putin sia ancora nella posizione di poter fare tutto questo?
Fin dai primi mesi della guerra su larga scala della Russia contro l’Ucraina, i diplomatici russi e ucraini hanno lavorato duramente per vincere la “guerra narrativa” in Africa. Il continente è stato poi diviso in due: metà dei Paesi africani ha votato a favore della risoluzione dell’ Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2 marzo 2022, che condannava l’aggressione militare della Russia, mentre l’altra metà si è astenuta, non ha partecipato al voto o ha votato contro.
Kiev combatte militarmente gli interessi russi anche in Africa, in particolare in Sudan, dove le forze speciali ucraine hanno condotto operazioni contro il gruppo paramilitare russo Wagner. Nell’agosto 2023, l’ex ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato di voler “liberare l’Africa dalla morsa della Russia”.
Dobbiamo fargli pressione.
Tutta l’Europa ne ha bisogno.
Insieme, possiamo non solo porre fine alla guerra della Russia contro l’Ucraina, ma anche affrontare altre sfide. Possiamo farcela, l’Europa può farcela – nessun leader può farcela da solo.
Vi chiedo di restare uniti per difendere gli interessi comuni delle nostre nazioni.
Lavoriamo con i nostri alleati per difendere i nostri interessi comuni.
Grazie per la vostra attenzione! Grazie per il vostro sostegno.
Slava Ukraini!