{"id":37501,"date":"2025-03-28T18:37:00","date_gmt":"2025-03-28T17:37:00","guid":{"rendered":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/?p=37501"},"modified":"2025-08-21T18:46:06","modified_gmt":"2025-08-21T16:46:06","slug":"le-destre-e-trump-crisi-e-futuro-di-una-tradizione-politica","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2025\/03\/28\/le-destre-e-trump-crisi-e-futuro-di-una-tradizione-politica\/","title":{"rendered":"Le destre e Trump: crisi e futuro di una tradizione politica"},"content":{"rendered":"\n
Dall’opera di James Hunter sulle “guerre culturali” sappiamo che la questione dei valori \u00e8 stata al centro delle mobilitazioni politiche negli Stati Uniti <\/span>1<\/sup><\/a><\/span><\/span>. Secondo l’influente tesi di questo sociologo americano, a partire dagli anni ’70 i fondamentalisti protestanti e i cattolici conservatori hanno unito le loro forze per contestare l’egemonia progressista sulla cultura americana. Da allora si sono affrontati due schieramenti: da un lato “gli ortodossi”, per i quali la verit\u00e0 morale \u00e8 statica, universale e sancita dal divino; dall’altro, i “progressisti”, che considerano la verit\u00e0 morale evolutiva e strettamente contestuale.<\/p>\n\n\n\n \u00c8 nella storia di questa guerra culturale che dobbiamo leggere il successo della campagna che ha portato Donald Trump alla Casa Bianca. Tra il 2016 e il 2024, gli ideologi del MAGA<\/a> sono riusciti a prendere il controllo del Partito Repubblicano, estromettendo la destra liberale. L’ascesa dei movimenti di matrice trumpista e la critica al “wokismo” che li accompagna sono quindi espressione di un ritorno alla tradizione e ai valori conservatori? E dobbiamo aspettarci un effetto domino nello spazio politico europeo?<\/p>\n\n\n\n Ci sono tre correnti all’opera tra coloro che gioiscono della vittoria di Donald Trump: una destra cristiana, un populismo identitario e un’accelerazionismo tecnologico e libertario.<\/p>Olivier Roy<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n In Europa, negli ultimi decenni, la destra \u00e8 stata pi\u00f9 incline a porsi in continuit\u00e0 con riferimenti progressisti: quasi ovunque ha sancito il diritto all’aborto e persino il matrimonio omosessuale. Nella maggior parte dei paesi e a livello europeo, ha soprattutto accettato di partecipare al cordone sanitario che tiene l’estrema destra fuori dal governo.<\/p>\n\n\n\n Ma oggi \u00e8 finita. In Europa come negli Stati Uniti, assistiamo al crollo della destra liberale \u2013 il Partito Repubblicano della famiglia Bush, i Tories britannici, la Democrazia Cristiana italiana, passando per la corrente gollista in Francia sempre pi\u00f9 tentata dall’estrema destra \u2013 o al suo allineamento con i movimenti nazional-populisti che mettono in primo piano la difesa dei valori conservatori e di un’identit\u00e0 bianca e cristiana.<\/p>\n\n\n\n I principali ideologi del trumpismo, ovvero Steve Bannon e il vicepresidente J. D. Vance<\/a>, stanno cercando di mobilitare le destre europee attorno alla questione dei valori tradizionali, segnando una rottura con temi geostrategici come la difesa del mondo libero che hanno permesso la costruzione di una rappresentanza atlantista comune <\/span>2<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n Il fascino per Trump \u00e8 evidente in questa nuova destra europea, anche se si basa su un paradosso ben evidenziato dai risultati dell’indagine Eurobazooka<\/a>: come si pu\u00f2 creare una coalizione internazionale di valori se allo stesso tempo si fa una brutale apologia dell’egoismo nazionale, arrivando persino a sostenere l’ingerenza e la vassallizzazione?<\/p>\n\n\n\n Che il fattore Trump sia una delle ragioni della ricomposizione dei confini tra destra e estrema destra o che ne sia solo un sintomo, poco importa. La questione qui \u00e8 se dietro questa ascesa dei populismi ci sia una visione coerente di un sistema di valori in rottura non solo con il progressismo, la difesa dei diritti umani e ci\u00f2 che viene etichettato come “woke”, ma anche con la destra liberale classica.<\/p>\n\n\n\n Per comprendere questo fenomeno, possiamo riprendere la tipologia di Ren\u00e9 R\u00e9mond <\/span>3<\/sup><\/a><\/span><\/span> \u2014 legittimisti, bonapartisti e orleanisti, ovvero, per non limitarsi alla Francia: tradizionalisti, cesaristi e liberali \u2014 e constatare che i primi due stanno bene sotto nuove vesti, ma che il terzo \u00e8 in crisi.<\/p>\n\n\n\n I “legittimisti” non sono pi\u00f9 molto monarchici, ma si aggrappano a un cristianesimo conservatore di cui vogliono imporre le norme con la legge pi\u00f9 che con la fede, poich\u00e9 si trovano di fronte al declino della pratica religiosa \u2014 pi\u00f9 lento ma altrettanto reale negli Stati Uniti. La lotta contro l’aborto, il femminismo e i diritti LGBT sono al centro della loro battaglia. Paradossalmente, in Europa la Francia laica affianca la Polonia nell’espressione di un tradizionalismo cristiano particolarmente virulento:\u00a0Manif pour tous<\/em>, opposizione all’aborto, ai diritti LGBT, difesa della messa in latino e ritorno a un vecchio gallicanesimo che diffida di un papa che non sembra abbastanza europeo.<\/p>\n\n\n\n Che il cattolicesimo controrivoluzionario sia al centro di questa nostalgia cristiana per i tempi antichi \u00e8 logico, poich\u00e9 il protestantesimo si \u00e8 secolarizzato o, nella sua forma evangelica, riguarda principalmente gli ambienti immigrati, poco interessati a un’identit\u00e0 cristiana bianca.<\/p>\n\n\n\n Tuttavia, negli Stati Uniti, sono anche gli intellettuali cattolici \u2013 per lo pi\u00f9 convertiti dal protestantesimo, come J. D. Vance \u2013 a guidare la crociata intellettuale contro il progressismo. Sul piano elettorale, tuttavia, sono i protestanti evangelici a costituire le grandi masse del trumpismo. Questa incapacit\u00e0 dell’evangelismo di produrre un’avanguardia intellettuale \u00e8 interessante e potrebbe essere ampiamente spiegata da un certo disprezzo per la cultura in generale e per l’alta cultura in particolare <\/span>4<\/sup><\/a><\/span><\/span>. Sono quindi i padri della Chiesa, tra cui sant’Agostino e san Benedetto, a essere chiamati a ristabilire la legge naturale e il radicamento della societ\u00e0 nella trascendenza.<\/p>\n\n\n\n La seconda categoria della destra secondo R\u00e9mond \u00e8 il bonapartismo, che si trova al centro della mobilitazione populista.<\/p>\n\n\n\n Da un leader autoritario ci si aspetta che ripulisca con vigore le stalle di Augia, anche se la leadership pu\u00f2 essere femminilizzata, nel contesto attuale.<\/p>\n\n\n\n Tuttavia, il bonapartismo non \u00e8 di per s\u00e9 portatore di un sistema di valori, se non quello del rispetto dell’autorit\u00e0. \u00c8 proprio questa dimensione che contribuisce all’innesto \u201ctecno-cesarista\u201d portato avanti dalla Silicon Valley<\/a> e alla sua ricerca di un autoritarismo efficace che risolverebbe i difetti della democrazia instaurando una \u201cmonarchia geek<\/a>\u201d.<\/p>\n\n\n\n La grande frattura a destra \u00e8 la profonda crisi del liberalismo politico, l’orleanismo secondo R\u00e9mond.<\/p>\n\n\n\n Questa corrente era un tratto distintivo dei partiti di centro-destra che, dal Nord America all’Europa, hanno governato, in alternanza con la socialdemocrazia, le nostre societ\u00e0 dalla fine della Seconda guerra mondiale, promuovendo la democrazia e lo Stato di diritto, difendendo l’economia di mercato, su una linea anticomunista e antifascista, atlantista e filoeuropea.<\/p>\n\n\n\n Come la socialdemocrazia, il liberalismo orleanista condivideva con la democrazia cristiana \u2013 che si richiamava anch’essa al liberalismo politico ma difendeva un proprio sistema di valori \u2013 un umanesimo radicato nella filosofia dell’Illuminismo e un senso dell’etica.<\/p>\n\n\n\n Il liberalismo politico \u00e8 esploso su una contraddizione fondamentale: non riesce pi\u00f9 a concepire il legame sociale se non nell’astrazione dello Stato di diritto. Sul piano economico, a partire dagli anni ’80 ha adottato un neoliberismo che ha minato le fondamenta dello Stato e distrutto il legame sociale. Se Margaret Thatcher e Ronald Reagan pretendevano di difendere i valori tradizionali, in realt\u00e0 hanno appoggiato la deregolamentazione che ha iniziato a distruggere il tessuto sociale. La Thatcher dichiarava infatti: “there is no such thing as society<\/em>“, una profezia che si \u00e8 autoavverata <\/span>5<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n Il liberalismo politico \u00e8 esploso su una contraddizione fondamentale: non riesce pi\u00f9 a concepire il legame sociale se non nell’astrazione dello Stato di diritto.<\/p>Olivier Roy<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n In Europa la destra liberale si \u00e8 “berlusconizzata” con le stesse conseguenze, ma questa volta senza nemmeno l’omaggio del vizio alla virt\u00f9: il diritto al godimento \u00e8 diventato un privilegio dei nuovi dirigenti che, da Berlusconi a Trump, lungi dallo scandalizzare i propri elettori, lasciano loro condividere i riflessi delle loro scappatelle.<\/p>\n\n\n\n Il neoliberismo \u00e8 stato quindi molto “moderno”, ha prodotto, come nota Marcel Gauchet, un individualismo esacerbato, ossessionato dalla realizzazione di s\u00e9 e poco interessato a fare societ\u00e0 <\/span>6<\/sup><\/a><\/span><\/span>. Il wokismo<\/em>, d’altra parte, che difende un individualismo contrattuale, \u00e8 un vero e proprio nipote del liberalismo politico. Il mondo del business neoliberista, da Walt Disney a Benetton, si \u00e8 perfettamente adattato al wokismo<\/em> fino alla brutale inversione di rotta del 2024 a favore di Trump.<\/p>\n\n\n\n In reazione a quella che percepisce come una deriva \u201cdirittista\u201d dell’individualismo moderno, il pensiero liberale torna alle sue origini: Pierre Manent, ex assistente di Raymond Aron, deplora l’abbandono della teoria del diritto naturale, che radicava l’individuo sia nella trascendenza che nella natura <\/span>7<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n Come ridare un fondamento al valore, che non pu\u00f2 essere ridotto a una transazione tra cittadini? La politica non dovrebbe conoscere neutralit\u00e0 assiologica: deve operare per il bene comune. Si pone quindi la questione della natura della comunit\u00e0 politica, del suo rapporto con la legge come condizione della sua libert\u00e0, e quindi della sua cultura e identit\u00e0. L’autocritica del liberalismo si ricollega qui alla protesta legittimista e al rifiuto populista di un’immigrazione portatrice di un’altra cultura, che non rispetta l’identit\u00e0 della nazione. Il liberalismo si percepisce come una cultura particolare e non pi\u00f9 come espressione dell’universalismo. Gli eredi di Raymond Aron diventano sovranisti; non credono pi\u00f9 nell’assimilazione, cio\u00e8 nell’universalit\u00e0 della propria cultura. Ci\u00f2 che era considerato un valore universale \u2013 i diritti umani, l’evangelizzazione \u2013 si trasforma in un segno identitario di una cultura propriamente europea, se non addirittura nazionale, assediata e minacciata.<\/p>\n\n\n\n I transfughi del liberalismo ripensano ora lo Stato in una visione pi\u00f9 vicina a Schmitt che a Locke, perch\u00e9 presuppone l’esistenza di un nemico: l’immigrazione (e per l’Europa, l’Islam) e i valori del ’68 (ora etichettati come wokismo) sarebbero le due cause principali della crisi del legame sociale. L’Islam e il wokismo sono i due nemici che vengono dichiarati alleati sotto il nome di islamo-sinistra. Per combatterli non serve uno Stato arbitro, ma uno Stato sovrano, uno Stato forte. Essi si uniscono a un populismo che non vuole meno Stato, ma uno Stato che sia il loro Stato e che li protegga. Vogliono riconquistare lo Stato \u2013 ed \u00e8 proprio questo il senso dell’occupazione del Congresso a Washington il 6 gennaio 2021. L’orleanismo \u00e8 definitivamente morto <\/span>8<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n Una volta constatata la morte del liberalismo politico, si nota che lo spazio filosofico che occupava \u00e8 oggi occupato da una nuova corrente: i libertari.<\/p>\n\n\n\n Essi condividono lo stesso individualismo volontaristico, ma rifiutano il contratto sociale, ovvero la delega allo Stato dello status di arbitro. Se credono nel contratto, \u00e8 in quello commerciale. Lo Stato non pu\u00f2 che essere un ostacolo. Non lo si accetta: lo si distrugge.<\/p>\n\n\n\n L’ondata di executive orders<\/em> firmati da Trump subito dopo il suo insediamento rivela una visione schmittiana, in cui il narcisismo del sovrano prenderebbe il posto dello Stato sovrano. Finora il movimento era rimasto ai margini della vita politica, con il suo eterno candidato alle elezioni americane, Ron Paul. Ma ora \u00e8 diventato l’ideologia della tecnologia e interviene direttamente nella vita politica americana nella persona di Elon Musk. Con Trump, i libertari sono probabilmente per la prima volta pienamente associati al potere.<\/p>\n\n\n\n Oggi assistiamo quindi a una nuova configurazione della destra, ormai dominata dai populisti, anche se tra coloro che gioiscono per la vittoria di Donald Trump sono ancora presenti tre correnti: una destra cristiana, un populismo identitario e un movimento tecnologico accelerazionista e libertario. Tutti insieme festeggiano l’elezione di Trump e lavorano per esportare il modello in Europa.<\/p>\n\n\n\n Tuttavia, nonostante evidenti punti in comune \u2013 un comune disprezzo per la democrazia liberale e lo Stato di diritto, nonch\u00e9 un discorso anti-immigrati, anti-tasse, anti-woke, anti-regolamentazione e climatoscettico \u2013 essi rappresentano tre sistemi di valori fondamentalmente opposti.<\/p>\n\n\n\n Anche se le versioni europee e americane del cocktail trumpista<\/a> possono mescolare questi tre ingredienti in proporzioni diverse, le tensioni sono le stesse e prima o poi esploderanno. Se \u00e8 facile unirli nell’opposizione, \u00e8 pi\u00f9 difficile tenerli insieme quando si \u00e8 al potere e si decide di portare avanti radicalmente le proprie idee: a quel punto bisogna scegliere.<\/p>\n\n\n\n La destra cristiana \u00e8 reazionaria in senso forte, come abbiamo visto: vuole tornare alla filosofia dell’Illuminismo e difende un’antropologia ben definita che dovrebbe essere alla base della societ\u00e0: famiglia tradizionale, rifiuto del femminismo e dell’omosessualit\u00e0. La libert\u00e0 non esiste al di fuori del riconoscimento della Verit\u00e0. Bisogna tornare alla “legge naturale”, teorizzata da Tommaso d’Aquino. Questo \u00e8 il discorso di Vance e Bannon.<\/p>\n\n\n\n Questa destra intransigente, tuttavia, non conta pi\u00f9 su una fede ormai svanente: non \u00e8 particolarmente proselitista, perch\u00e9 identifica l’identit\u00e0 cristiana con il dominio della civilt\u00e0 occidentale, se non addirittura della razza bianca. Punta quindi soprattutto sulla legge per imporre le proprie norme, anche a costo di scimmiettare una sorta di wokismo di destra.<\/p>\n\n\n\n La difesa della mascolinit\u00e0 non \u00e8 il ritorno alla famiglia tradizionale, perch\u00e9 si rivolge agli individui e non alle coppie. \u00c8 un’ideologia di singles<\/em>, la cui versione pi\u00f9 radicale \u00e8 quella degli\u00a0incels<\/em>\u00a0e che si adatta perfettamente alla poligamia di Elon Musk.<\/p>Olivier Roy<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n La sua lotta fondamentale \u00e8 il divieto dell’aborto e, secondariamente, la difesa della messa in latino. Promuove una legislazione punitiva e rifiuta la carit\u00e0 difesa dal Papa. \u00c8 al centro del Partito Repubblicano americano insieme ai protestanti evangelici, ma \u00e8 guidata da intellettuali cattolici, spesso provenienti dal protestantesimo, come il vicepresidente degli Stati Uniti.<\/p>\n\n\n\n Questa destra \u00e8 pi\u00f9 marginale in Europa, dove subisce sconfitte elettorali a causa della sua difficolt\u00e0 a trasformarsi in un progetto maggioritario. Ovunque, negli Stati Uniti e in Europa \u2013 compresa la Polonia \u2013 si scontra con il continuo declino della pratica religiosa. Nonostante l’attivismo di Vincent Bollor\u00e9 e il successo di pubblico del Puy du Fou, la ricristianizzazione non funziona, se non nel proibito. Cerca quindi di allearsi con il populismo identitario (Zemmour in Francia), ma si scontra con la questione dei valori e della pratica: la maggior parte dei leader populisti non conduce affatto una vita cristiana, nemmeno in apparenza.<\/p>\n\n\n\n Il populismo identitario, che ha il vento in poppa, \u00e8 infatti pi\u00f9 nostalgico che reazionario. Difende uno stile di vita, quello dei “Trente Glorieuses” in Francia, quello degli anni Cinquanta in America e, paradossalmente, quello della Repubblica Democratica Tedesca.<\/p>\n\n\n\n Questo populismo, dominante in Europa, ha ampiamente integrato i valori libertari degli anni Sessanta, se non nella formulazione dei suoi programmi, almeno nella vita personale dei suoi elettori e dei suoi leader. Con Marine Le Pen, Geert Wilders, Nigel Farage e Alice Weidel, essi ribaltano alcuni valori liberali ritenuti universali \u2013 come il femminismo \u2013 trasformandoli in segni identitari occidentali, contrapposti ai valori medievali attribuiti ai musulmani. Se non mettono in discussione n\u00e9 il diritto all’aborto n\u00e9 il matrimonio omosessuale, \u00e8 perch\u00e9 per loro il riferimento cristiano \u00e8 solo una metafora per difendere un Occidente “bianco” e opporsi alla “grande sostituzione”. Al loro interno si trovano anche neopagani anticristiani e suprematisti bianchi, che passano pi\u00f9 facilmente alla violenza.<\/p>\n\n\n\n Il riferimento cristiano, puramente retorico tra i populisti identitari, lascia da parte i cattolici tradizionalisti, come dimostra l’allontanamento di Marion Mar\u00e9chal da parte della zia Marine Le Pen. La libert\u00e0 \u00e8 vivere tranquillamente senza essere disturbati da regolamenti, tasse e dalla presenza degli immigrati.<\/p>\n\n\n\n Vogliono solo continuare a godersi la vita come prima. Sono gli usufruttuari di un mondo in decadenza: dopo di loro, il diluvio, o meglio, le fratture geopolitiche e il riscaldamento globale.<\/p>\n\n\n\n Il grande ricentramento tra le derive del centro e l’avanzata dell’estrema destra si sta cos\u00ec realizzando: le societ\u00e0 europee, che si suppone stiano virando a destra, sembrano in realt\u00e0 sempre pi\u00f9 liberali sulla questione dei costumi, pur votando sempre pi\u00f9 a destra sulla questione identitaria.<\/p>\n\n\n\n Infine, il terzo elemento \u00e8 ormai la tecnologia libertaria: pochi uomini, come Elon Musk, che dispongono di un potere straordinario. Ovviamente non sono populisti, ma elitari e quindi, al limite, seguaci di una forma di cesarismo o di tecno-cesarismo, secondo l’espressione coniata dalla rivista.<\/p>\n\n\n\n Hanno una missione: organizzare il separatismo di un’\u00e9lite bianca e geniale, rinchiusa nelle sue \u201cgated communities<\/em>\u201d e altre \u201czone franche\u201d, prodotte dal \u201ccapitalismo della frammentazione\u201d cos\u00ec ben descritto da Quinn Slobodian <\/span>9<\/sup><\/a><\/span><\/span>, in attesa di andare su Marte<\/a>.<\/p>\n\n\n\n Non hanno alcun interesse per il popolo, buono solo a pedalare per consegnare pizze o a consumare i loro servizi digitali. Non hanno bisogno dei poveri. Iper-ricchi, non credono nei diplomi, ma nella trasmissione genetica del genio. Non c’\u00e8 quindi redenzione per la gente comune. Certo, tra loro ci sono alcuni cristiani fondamentalisti, ma il loro orizzonte non \u00e8 un ritorno all’antropologia del Concilio di Trento o al diritto naturale di Tommaso d’Aquino: \u00e8 lo spazio del transumanesimo che li anima.<\/p>\n\n\n\n Il cielo che sognano non \u00e8 quello del Padre Nostro, ma quello del razzo che decolla. Demiurghi o Prometei, hanno solo disprezzo per la creatura e quindi per il Creatore. La loro visione del mondo \u00e8 agli antipodi del cristianesimo, in tutte le sue forme.<\/p>\n\n\n\n A differenza del capitalismo neoliberista, che giocava sul mito della realizzazione di s\u00e9 alla portata di tutti \u2013 e che era quindi perfettamente compatibile con il woke<\/em> \u2013 i tecnolibertari accettano il fatto che ci sono i dannati della terra e che bisogna abbandonarli al loro destino.<\/p>\n\n\n\n Non hanno alcun interesse per lo Stato: non cercano di limitarlo, ma di privatizzarlo e quindi di distruggerlo. Trasformare il Pentagono in una milizia privata: il loro sogno dovrebbe essere l’incubo di tutti i sovranisti. Preparare un futuro post-umano: il loro obiettivo dovrebbe essere anatema per i cristiani.<\/p>\n\n\n\n I tecnolibertari accettano il fatto che ci sono i dannati della terra e che bisogna abbandonarli al loro destino.<\/p>Olivier Roy<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n In questo piccolo gioco, i primi perdenti sono gi\u00e0 i fondamentalisti cristiani. Pensano di aver vinto sul punto centrale: il divieto dell’aborto. Ma non hanno capito che non si trattava affatto di un ritorno alla famiglia cristiana, ma di una norma per la norma. Perch\u00e9 il grande discorso su cui si legittima l’elitarismo sfrenato della tecnologia \u00e8 quello della mascolinit\u00e0 senza limiti. \u00c8 quasi comico vedere Zuckerberg, il capo di Meta, scoprire nell’autunno del 2024 di essere un maschio represso e di avere i pettorali cadenti. \u00c8 quindi necessario rimettere la donna al suo posto: l’attuazione del divieto di aborto \u00e8 inquisitoria e non \u00e8 affatto accompagnata, come vorrebbe la tradizione cristiana, da una politica di carit\u00e0 verso le pi\u00f9 bisognose.<\/p>\n\n\n\n \u00c8 in atto il movimento contrario. Il divieto dell’aborto non \u00e8 una difesa della famiglia: \u00e8 un divieto che funziona solo come divieto e lascia intatta la libert\u00e0 sessuale dei dominanti. La prova: non appena i tradizionalisti cristiani hanno celebrato quella che credevano essere una vittoria, Trump ha annunciato una sorprendente nuova sovvenzione per la fecondazione in vitro<\/em>.<\/p>\n\n\n\n Immediatamente i vescovi cattolici americani si indignano: ci sarebbe una contraddizione <\/span>10<\/sup><\/a><\/span><\/span>. Ma non hanno capito: l’accelerazione non \u00e8 cristiana, \u00e8 transumanista come altri sono transgender. Se vogliono dei figli, non \u00e8 per rispetto della Vita, \u00e8 per perpetuarsi. La difesa della mascolinit\u00e0 non \u00e8 il ritorno alla famiglia tradizionale, perch\u00e9 si rivolge agli individui e non alle coppie. \u00c8 un’ideologia di single<\/em>s, la cui versione pi\u00f9 radicale \u00e8 quella degli\u00a0incels<\/em>\u00a0e che si adatta perfettamente alla poligamia di Elon Musk.<\/p>\n\n\n\n Ci troviamo quindi di fronte a tre “antropologie” e tre sistemi di valori opposti.<\/p>\n\n\n\n Questi tre gruppi non fanno riferimento a una visione comune di ci\u00f2 che sarebbe la cultura occidentale, anche se tutti sperimentano una forma di deculturazione <\/span>11<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n Queste tre trib\u00f9 hanno tuttavia due punti in comune: il risentimento \u2013 quindi l’odio \u2013 e l’amore per la norma.<\/p>\n\n\n\n I cristiani fondamentalisti credono nella legge \u2013 pi\u00f9 che nell’amore \u2013 come condizione stessa della libert\u00e0; si lamentano delle lungaggini burocratiche solo nella misura in cui impediscono loro di applicare le proprie norme, come ad esempio esigere dai propri dipendenti l’adesione ai valori cristiani. Quando parlano di libert\u00e0, non dicono “freedom<\/em>” ma “liberty<\/em>“, cio\u00e8 non la tanto odiata libert\u00e0 individuale, ma l’autonomia della Chiesa \u2013 libertas ecclesiae<\/em> nella terminologia canonica \u2013; \u00e8 significativo che l’executive order <\/em>di Trump che amnistia i militanti cristiani parli piuttosto di “religious<\/em> liberty<\/em>” che di religious freedom<\/em> <\/span>13<\/sup><\/a><\/span><\/span>. Tutto lo sforzo dei fondamentalisti cristiani \u00e8 quello di agire attraverso la legge, da qui la centralit\u00e0 del controllo della Corte Suprema nella loro strategia politica.<\/p>\n\n\n\n I populisti e i libertari sembrerebbero molto pi\u00f9 contrari a qualsiasi estensione dell’impero delle norme che attribuiscono al \u00abwokismo\u00bb e all’ecologia. Ma \u00e8 esattamente il contrario: vogliono semplicemente invertire la logica normativa a loro vantaggio. L’arrivo di Trump al potere ha portato a un aumento della pressione normativa. Per porre fine a una normativit\u00e0 ecologica, come il divieto delle cannucce di plastica, Trump non risponde con la libert\u00e0 di scelta, ma con il divieto delle cannucce di cartone. Lamentandosi della censura woke<\/em>, la nuova destra esercita una nuova censura ancora pi\u00f9 sistematica sui libri e sull’istruzione: invece di censurare un autore, si censura un’intera categoria concettuale: il genere e la razza. Questo riflesso si ritrova logicamente nella destra francese su scala minore: la protesta contro la censura woke<\/em> si esprime con richieste di divieto, espulsione e revoca della cittadinanza.<\/p>\n\n\n\n Per porre fine a una normativit\u00e0 ecologica, come il divieto delle cannucce di plastica, Trump non risponde con la libert\u00e0 di scelta, ma con il divieto delle cannucce di cartone. <\/p>Olivier Roy<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n Il paradosso dei libertari \u00e8 che sono contrari alle norme, ma aderiscono a un impero in cui le norme si applicano agli altri. Le norme servono quindi a consentire alla nuova \u00e9lite di affrancarsi dalle norme. Sono la condizione per l’esercizio dell’onnipotenza. L’uomo del risentimento pu\u00f2 finalmente realizzare il suo sogno nietzschiano: porre fine al senso di colpa.<\/p>\n\n\n\n Ecco perch\u00e9 \u00e8 necessario seguire da vicino questo dibattito sui valori.<\/p>\n\n\n\n I risultati delle elezioni sia in Europa che negli Stati Uniti dimostrano da tempo che si vota pi\u00f9 per le proprie idee che per i propri interessi: come spiegare altrimenti perch\u00e9 i bianchi poveri e le minoranze hanno votato per Trump?<\/p>\n\n\n\n Ma questa guerra dei valori al centro dell’elettorato populista \u00e8 molto mutevole. Perch\u00e9 quando i valori si traducono in norme meschine che toccano tutti gli ambiti della societ\u00e0 e della vita privata, senza per questo alleviare l'”insicurezza culturale” n\u00e9 portare prosperit\u00e0, allora forse la libert\u00e0 torner\u00e0 ad essere desiderabile.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Legittimisti, bonapartisti, orleanisti o, per non limitarsi alla Francia: tradizionalisti, cesaristi e liberali \u2014 secondo Olivier Roy, tra San Tommaso e la Silicon Valley, il trumpismo sta cristallizzando un nuovo canone.<\/p>\n","protected":false},"author":47071,"featured_media":31175,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"templates\/post-editorials.php","format":"standard","meta":{"_acf_changed":true,"_trash_the_other_posts":false,"footnotes":""},"categories":[1571],"tags":[],"geo":[2086],"class_list":["post-37501","post","type-post","status-publish","format-standard","hentry","category-politica","staff-olivier-roy","geo-europa"],"acf":[],"yoast_head":"\n
\r\n <\/picture>\r\n \n La destra in Francia e i valori del trumpismo<\/h2>\n\n\n\n
“Per la legge pi\u00f9 che per la fede”: il paradosso legalista del legittimismo<\/h3>\n\n\n\n
Il bonapartismo tech<\/em> o l’autoritarismo senza valori<\/h3>\n\n\n\n
La morte dell’orleanismo o l’impasse neoliberista<\/h3>\n\n\n\n
Il nuovo arrivato: le correnti libertarie<\/h3>\n\n\n\n
\r\n <\/picture>\r\n \n Il nuovo scontro delle destre<\/h2>\n\n\n\n
La destra cristiana e reazionaria: una vocazione minoritaria?<\/h3>\n\n\n\n
La vocazione maggioritaria: gli identitari della fine della storia<\/h3>\n\n\n\n
L’accelerazione digitale: organizzare la separazione democratica<\/h3>\n\n\n\n
Chi perde al gioco?<\/h2>\n\n\n\n
\r\n <\/picture>\r\n \n Antropologie dell’Impero delle norme<\/h2>\n\n\n\n
\n
\n