{"id":23953,"date":"2024-09-04T19:42:07","date_gmt":"2024-09-04T17:42:07","guid":{"rendered":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/?p=23953"},"modified":"2024-09-04T19:56:51","modified_gmt":"2024-09-04T17:56:51","slug":"morire-di-carcere-in-italia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2024\/09\/04\/morire-di-carcere-in-italia\/","title":{"rendered":"Morire di carcere in Italia"},"content":{"rendered":"\n

Fedi aveva vent\u2019anni e il volto da bambino. Si \u00e8 tolto la vita nel carcere di Sollicciano, a Firenze, lo scorso 3 luglio. Classe 2004, era arrivato in Italia minorenne dalla Tunisia ed era in carcere dal 2022. In un reclamo giurisdizionale \u2014<\/strong> presentato grazie a L\u2019Altro Diritto, centro di documentazione dell\u2019Universit\u00e0 di Firenze \u2014<\/strong> aveva messo nero su bianco le gravi condizioni del carcere fiorentino, pieno di muffa, topi e cimici. E, naturalmente, sovraffollato come tutte le carceri italiane: al 31 agosto 2024, ultimo dato disponibile del ministero della Giustizia, nelle prigioni italiane c\u2019erano 61.758 detenuti su una capienza di 50.911 (dato al quale dovrebbe essere necessario togliere per\u00f2 anche i posti resi inagibili). L\u2019Italia si sta dunque pericolosamente avvicinando ai numeri che nel gennaio 2013 la portarono alla condanna della Corte Europea dei Diritti dell\u2019Uomo per trattamento inumano e degradante: 66.585 detenuti alla data del 13 aprile 2012 (tasso di sovraffollamento del 148 per cento).<\/p>\n\n\n\n

Oltre agli oltre 60 mila detenuti in carcere, al 31 luglio 2024 c\u2019erano 141.115 persone sottoposte a misure alternative, pene sostitutive, libert\u00e0 vigilata, eccetera. Un numero enorme, cresciuto nel tempo, utile a capire quanto sia vasta l\u2019area dell\u2019esecuzione penale in Italia.<\/p>\n\n\n\n

Nel suo reclamo, Fedi descriveva le condizioni di vita \u2014<\/strong> e poi di morte \u2014<\/strong> del carcere di Sollicciano. <\/p>\n\n\n\n

\u00abLe pareti della cella, in particolare in quella vicino al letto, presentano macchie visibili di umidit\u00e0 e di muffa. Tali formazioni funginee sono causate dalle frequenti infiltrazioni d\u2019acqua che, in caso di precipitazioni atmosferiche, aumentano considerevolmente. I detenuti in generale e il reclamante in particolare sono costretti a pulire essi stessi la muffa con la candeggina, ma il problema si presenta in maniera talmente endemica che da soli non riescono a risolverlo in maniera strutturale\u2026\u00bb. <\/em><\/p>\n\n\n\n\n

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La presenza di infiltrazioni di acqua e di muffa era \u00abresa ancor pi\u00f9 grave se si considera che l\u2019impianto di riscaldamento spesso non \u00e8 funzionante, anche a causa del costante sovraffollamento nel quale il carcere di Sollicciano versa. <\/p>\n\n\n\n

\u00abAnche quando l\u2019impianto termo-idraulico \u00e8 funzionante la cella \u00e8 fredda. Il reclamante \u00e8, perci\u00f2 costretto a vivere in un ambiente insalubre freddo ed umido\u00bb. L\u2019acqua calda non \u00e8 mai presente in cella, scriveva il giovane detenuto: \u00abDi conseguenza, il reclamante \u00e8 costretto a lavarsi giornalmente con acqua gelata e a lavare i piatti \u2014<\/strong> peraltro nel medesimo lavandino adibito all\u2019igiene personale \u2014<\/strong> nelle medesime condizioni. Egli, in ragione della costante umidit\u00e0 e della mancanza di aereazione in cella \u00e8 costretto a tenere la finestrina del bagno costantemente aperta col risultato che sia l\u2019igiene personale che delle stoviglie deve essere effettuata con l\u2019acqua gelida\u00bb. <\/em><\/p>\n\n\n\n

Nella sezione e nella cella c\u2019erano i topi: <\/p>\n\n\n\n

\u00abDi recente, il reclamante \u00e8 riuscito a catturarne uno, che ha poi mostrato agli agenti e al personale medico. In data 6.11.2023 egli, tramite accesso diretto al colloquio psicologico-clinico, si \u00e8 presentato con una bottiglia all\u2019interno della quale si trovava un ratto catturato nella cella\u00bb. <\/em><\/p>\n\n\n\n

Oltre ai topi, Fedi lamentava \u00abla presenza di cimici che in passato lo hanno morso procurandogli delle lesioni. Quest\u2019ultime si annidano, in generale in tutto il carcere, nei materassi, nei tessuti, dentro le crepe delle pareti e negli anfratti degli arredi e provocano lesioni cutanee da morso, chiazze rosse sulla pelle, prurito e gonfiore. \u00c8 capitato che vedesse le cimici camminare sul soffitto, anche al reparto giudiziario, e che si dovesse svegliare anche in piena notte per girare il materasso \u2014<\/strong> peraltro di spugna e fine \u2014<\/strong> e igienizzare tutto\u2026\u00bb.<\/em> <\/p>\n\n\n\n

La cucina, dove Fedi lavorava, \u00abpresenta gravi carenze igieniche e strutturali: \u00e8 infestata dai piccioni e dai topi. Questi ultimi si nascondono sotto i mobili e gli stipetti della cucina e i lavoranti trovano spesso tracce di cibo rosicchiato dagli stessi\u00bb<\/em>.<\/p>\n\n\n\n

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