{"id":1946,"date":"2021-04-19T13:19:58","date_gmt":"2021-04-19T12:19:58","guid":{"rendered":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/ita\/?p=1946"},"modified":"2021-04-19T14:19:41","modified_gmt":"2021-04-19T13:19:41","slug":"la-trappola-tecnopopulista","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/","title":{"rendered":"La trappola tecnopopulista"},"content":{"rendered":"\n

Non capiremo mai la politica finch\u00e9 non sapremo attorno a cosa si combatte”. Cos\u00ec diceva il politologo americano Eric Schattschneider, scrivendo nel 1960. Schattschneider credeva che la politica funzionasse come un sistema di conflitto. Capire la natura del conflitto era la chiave per capire la politica nel suo insieme. Per questo avvertiva che “la sostituzione dei conflitti \u00e8 il tipo di strategia politica pi\u00f9 devastante”. Intendeva dire che se si anticipano correttamente i conflitti attorno ai quali \u00e8 strutturata la societ\u00e0, allora si pu\u00f2 vincere. In caso contrario, e soprattutto se si combatte all’ombra di vecchi conflitti nel momento in cui se ne aprono di nuovi, si rischia di perdere. Pesantemente <\/span>1<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n

Le sue parole risuonavano con le mutevoli politiche di razza e cultura che attanagliavano la politica americana alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 – un’epoca di transizione, segnata dall’emergere della “nuova sinistra” e dalla diffusione dei valori postmaterialisti. Il conflitto politico si stava spostando verso questioni di cultura, identit\u00e0 e tutto ci\u00f2 che stava oltre la disperata politica di classe dell’era della Grande Depressione. Su cosa verte oggi lo scontro politico? Questa rimane la domanda politica chiave. <\/p>\n\n\n\n

Oltre lo schema \u201csinistra contro destra\u201d<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Anche se le sue imperfezioni come quadro concettuale sono state oggetto di discussione per decenni, tendiamo ancora a pensare alla politica democratica in termini di uno scontro tra sinistra e destra. Man mano che emergono i contendenti per le elezioni presidenziali francesi del prossimo anno, gli analisti li classificano in questo modo: Xavier Bertrand al “centro-destra”, Jean-Luc Melenchon all'”estrema sinistra”, Marine Le Pen all'”estrema destra” ecc. Manteniamo questa classificazione anche per paesi come la Germania, dove anni di Grandi Coalizioni hanno intaccato le differenze ideologiche tra i partiti rivali. La competizione in Germania tra l’Unione Cristiano Democratica e i Socialdemocratici \u00e8 davvero uno scontro tra piattaforme ideologiche rivali? Lo spettro destra\/sinistra conferisce alla politica contemporanea una certa leggibilit\u00e0, ma la sua importanza nell’analisi politica rivela tanto la nostra mancanza di immaginazione quanto la vitalit\u00e0 della guerra di classe. <\/p>\n\n\n\n

Le societ\u00e0 rimangono divise da profonde disuguaglianze socio-economiche, ma i partiti politici non le traducono pi\u00f9 nei conflitti ideologici che hanno caratterizzato il XX secolo. Dal “New Labour” di Tony Blair al Rassemblement National di Marine Le Pen, da Le R\u00e9publique En Marche di Emmanuel Macron al movimento “Azione dei cittadini insoddisfatti” (ANO) di Andrej Babis, gli attori politici hanno esplicitamente cercato di scrollarsi di dosso le etichette di “sinistra” e “destra”. Quando abbracciano queste etichette, spesso lo fanno senza successo. Dal 2015 al 2019 \u00e8 stata l’era del Corbynismo in Gran Bretagna – un movimento sociale di estrema sinistra molto ideologico che ha catturato il Partito Laburista e si \u00e8 cristallizzato intorno alla figura di Jeremy Corbyn. I suoi risultati elettorali sono stati disastrosi. Nelle elezioni generali del 2019 i conservatori hanno vinto una maggioranza schiacciante di 80 seggi e le circoscrizioni che votavano laburista da generazioni – come Don Valley e Wakefield – hanno eletto deputati conservatori. <\/p>\n\n\n\n

Qualunque siano i suoi punti di forza, Corbyn stava combattendo la battaglia sbagliata. Il successo politico oggi sembra essere meglio garantito evitando del tutto l’ideologia. Nei Paesi Bassi, Mark Rutte \u00e8 rimasto al vertice della politica olandese facendo proprio questo. Come ha osservato un commentatore giorni prima delle elezioni generali che si sono concluse con Rutte ancora una volta in testa, il successo di Rutte sta nel suo essere “libero da ogni ideologia” e nella sua disponibilit\u00e0 “a lavorare con chiunque” <\/span>2<\/sup><\/a><\/span><\/span>. In Austria, Sebastian Kurz \u00e8 salito al vertice della politica del suo paese traducendo le politiche di estrema destra in un idioma mainstream<\/em> e allo stesso tempo epurando il Partito Popolare Austriaco (OVP) dalla sua eredit\u00e0 conservatrice. Nelle elezioni legislative del 2017, Kurz ha trasformato il partito. Lo ha personalizzato mettendo il suo nome nella lista del partito (“la lista Kurz – il Nuovo Partito Popolare”), ha cambiato il colore dell’OVP dal nero al turchese e ha rifondato l’OVP come un movimento piuttosto che un partito politico convenzionale.<\/p>\n\n\n\n

Tecnocrazia e populismo: i nuovi poli della competizione politica democratica<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Allora, su cosa verte la lotta oggi? La nostra risposta \u00e8 che il populismo e la tecnocrazia sono emersi come i principali poli organizzativi della politica democratica contemporanea. Il populismo consiste in una modalit\u00e0 di azione politica che mobilita una concezione unitaria e monolitica del “popolo” contro un’idea astratta e moralizzata del suo “altro” (le \u00e9lite, la casta, gli stranieri), rivendicando un diritto alla rappresentanza esclusiva del primo. La notte del referendum britannico sull’UE, Nigel Farage ha dichiarato estaticamente che la Brexit era “una vittoria per la gente reale”. Questo aveva in s\u00e9 l’implicazione che coloro che hanno votato contro la Brexit non erano “persone reali”. In questo senso, come sottolinea lo scienziato politico di Princeton, Jan-Werner Muller: “I populisti sostengono che loro, e solo loro, rappresentano il popolo”. <\/p>\n\n\n\n

La tecnocrazia \u00e8 l’associazione di abilit\u00e0 o competenza – techne<\/em> – con kratos<\/em>, l’esercizio del potere. Immaginiamo i tecnocrati come figure non elette: banchieri centrali in abito gessato che prendono decisioni di politica monetaria a porte chiuse, o mandarini altamente addestrati che applicano i loro modelli seduti alle loro scrivanie nelle burocrazie statali di tutto il mondo. Questo \u00e8 radicato in un’antica concezione (in definitiva platonica) della tecnocrazia: i re filosofi governano al posto del demos<\/em>. Ma gli appelli alla competenza e all’esperienza sono diventati sempre pi\u00f9 un pilastro anche nella nostra cultura politica democratica, cos\u00ec come un elemento critico nel modo in cui giudichiamo i rappresentanti eletti. “Sono bravi?”, ci chiediamo. “Faranno il loro lavoro?”; “possiamo vedere i loro CV?\u201d Due dei principali banchieri centrali del mondo – Mario Draghi e Janet Yellen – sono ora figure politiche a pieno titolo, rispettivamente a capo della terza economia dell’Eurozona e a capo del Tesoro degli Stati Uniti. <\/p>\n\n\n\n

Supponiamo che populisti e tecnocrati siano ai ferri corti l’uno con l’altro. Come ha detto il politico britannico Michael Gove in un’intervista a Sky News<\/em> nelle settimane precedenti il referendum britannico sull’adesione all’UE nel 2016, “il popolo ne ha abbastanza degli esperti”. Quando Greta Thunberg mobilita i suoi sostenitori, li esorta ad ascoltare gli scienziati e ad ignorare il richiamo delle sirene dei populisti. Le dimissioni di Silvio Berlusconi nel 2011 – al culmine della crisi del debito sovrano dell’Eurozona – sono state architettate in modo che un professore di economia dell’Universit\u00e0 Bocconi ed ex commissario europeo, Mario Monti, potesse prendere il comando. Scrivendo sul mondo dopo il coronavirus, lo storico e antropologo Yuval Harari consigliava che “ognuno di noi dovrebbe scegliere di fidarsi dei dati scientifici e degli esperti sanitari piuttosto che delle teorie del complotto infondate e dei populisti egoisti”. <\/p>\n\n\n\n

Eppure, se guardiamo pi\u00f9 attentamente la relazione tra populismo e tecnocrazia nella politica di oggi, scopriamo che \u00e8 molto pi\u00f9 complessa. Lo scontro nelle democrazie contemporanee \u00e8 tra modi concorrenti di combinare appelli al “popolo” e appelli alla “competenza”. Chiamiamo questa sintesi tecnopopulismo<\/a>.<\/em> <\/p>\n\n\n\n

Lo scontro nelle democrazie contemporanee \u00e8 tra modi concorrenti di combinare appelli al “popolo” e appelli alla “competenza”. Chiamiamo questa sintesi tecnopopulismo. <\/p>chris bickerton e carlo invernizzi accetti<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n

La logica politica tecnopopulista<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

La sintesi tra populismo e tecnocrazia \u00e8 resa possibile dal fatto che i due convergono l’uno con l’altro in modi importanti. Entrambi sostengono di possedere un tipo specifico di “verit\u00e0” politica – sia sotto forma di una concezione reificata della volont\u00e0 popolare (il “popolo reale” di Farage) o il tipo specifico di conoscenza a cui i tecnocrati sostengono di avere accesso. Come tali, populismo e tecnocrazia si oppongono entrambi a una concezione della politica come uno scontro senza fondamento e senza fine tra interessi e valori in competizione all’interno di un sistema di procedure comunemente riconosciute. In altre parole, populismo e tecnocrazia condividono un’ostilit\u00e0 verso ci\u00f2 che Bernard Manin ha chiamato “democrazia dei partiti” <\/span>3<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n

Questo si manifesta nel fatto che sia i populisti che i tecnocrati dirigono la loro ira verso gli stessi oggetti: i politici professionisti e i partiti politici. Sono anche molto critici nei confronti di qualsiasi altra forma di intermediazione di interessi organizzata che si trova tra il cittadino comune e lo Stato, come i sindacati e le organizzazioni dei media. I populisti considerano i partiti e i gruppi di interesse come istanziazioni di un sistema corrotto ed egoista. I tecnocrati li liquidano come “cercatori di rendita” – dalle associazioni di tassisti alle confederazioni nazionali di interessi commerciali e organizzazioni di consumatori, sono tutti gruppi con interessi personali la cui influenza deve essere eliminata dal corpo politico. Per il populista e il tecnocrate, i sistemi partitici o le forme di interessi organizzati sono illegittimi perch\u00e9 violano il loro perseguimento di una politica della generalit\u00e0 – una forma di politica basata su un appello a una popolazione nel suo complesso piuttosto che a qualsiasi sottoinsieme specifico o parte della popolazione. <\/p>\n\n\n\n

Se il populismo e la tecnocrazia hanno questa affinit\u00e0, non sorprende che gli appelli al “popolo” e gli appelli alla competenza possano essere combinati in un’unica offerta politica.<\/a> Prendiamo la Francia. Il successo di Emmanuel Macron nel 2017 \u00e8 derivato dalla sua capacit\u00e0 di combinare tratti populisti e tecnocratici in un\u2019unica offerta. La sua campagna presidenziale \u00e8 stata smaccatamente populista. Ha mobilitato i suoi sostenitori contro quello che ha definito un sistema politico “ossificato” e “corrotto”. Fondando un movimento politico con le sue stesse iniziali (EM), ha stabilito un rapporto personale di incarnazione con l’intero elettorato francese. Ecco perch\u00e9 commentatori come Marcel Gauchet<\/a> lo hanno descritto come un “populista di velluto”, populiste de velours<\/em> <\/span>4<\/sup><\/a><\/span><\/span>. Allo stesso tempo, Macron ha ripetutamente sottolineato la sua competenza. Da studente, era sempre il primo della classe. Ha portato questo tipo di successo nel suo progetto politico, promettendo che avrebbe fatto, in virt\u00f9 della pura tecnica, ci\u00f2 che i presidenti precedenti non erano riusciti a fare. Emmanuel Macron era il risolutore dei problemi del popolo.<\/p>\n\n\n\n

Il Movimento Cinque Stelle<\/a> in Italia offre una sintesi molto diversa tra populismo e tecnocrazia. Le radici populiste di questo partito politico sono ben note. Il M5S \u00e8 nato come un movimento di protesta esplicitamente anti-establishment<\/em>, il cui discorso si \u00e8 concentrato sull’opposizione tra “la gente comune” e “la casta”. Meno commentata, ma cruciale per comprendere i cambiamenti in corso oggi nel movimento, \u00e8 la concezione tecnocratica della politica al centro dell’identit\u00e0 politica del M5S. Fin dall’inizio, il suo fondatore e leader carismatico, Beppe Grillo, ha insistito che il M5S non \u00e8 “n\u00e9 di sinistra n\u00e9 di destra”, poich\u00e9 il suo unico scopo \u00e8 quello di “risolvere i problemi” indipendentemente dalle camicie di forza ideologiche. In questo, internet ha un ruolo chiave, perch\u00e9 \u00e8 interpretato come un modo per sfruttare “l’intelligenza collettiva” della gente comune e quindi trovare soluzioni pi\u00f9 efficaci per i problemi collettivi rispetto a quelle proposte dagli esperti ufficialmente riconosciuti. Cos\u00ec, mentre nel Macronismo la sintesi tra populismo e tecnocrazia avviene attraverso una rappresentazione del presidente francese stesso come “il risolutore dei problemi del popolo”, nel caso del M5S avviene attraverso l’appello a un concetto di “intelligenza collettiva<\/a>” che effettivamente trasforma tutti in esperti.<\/p>\n\n\n\n

Anche se non tutti gli attori o movimenti politici contemporanei sono tecnopopulisti, nella misura in cui il tecnopopulismo sta diventando la nuova logica della politica democratica sta diventando sempre pi\u00f9 difficile da evitare. Anche attori politici e partiti di lunga data si stanno muovendo in questa direzione. Pensate per esempio alla recente traiettoria dei partiti conservatori e laburisti britannici. Durante l’ultima tornata delle elezioni parlamentari nel Regno Unito, lo slogan dei Tories era “Get Brexit Done!<\/a><\/em>“. Questo voleva segnalare un fermo impegno ad attuare il risultato del referendum popolare del 2016, insieme alla pretesa di possedere le competenze politiche necessarie per farlo. Lo slogan del Labour durante le stesse elezioni era: “Get Brexit Right<\/em>“, che si discostava solo parzialmente dal messaggio principale dei Tories, ponendo maggiore enfasi sulla presunta maggiore padronanza dei laburisti su quale sarebbe stata la giusta soluzione politica. <\/p>\n\n\n\n

In Germania, il leader della SPD ed ex cancelliere federale, Gerhard Schr\u00f6der, era al centro del movimento Neue Mitte in Germania – un tentativo di forgiare una politica post-ideologica del tipo sviluppato dai “nuovi democratici” clintoniani negli Stati Uniti e dal New Labour<\/em> nel Regno Unito. Succedendogli nel 2005, Angela Merkel ha presieduto a grandi coalizioni con la SPD per la maggior parte del suo tempo in carica. La sua immagine politica \u00e8 stata costruita intorno a rivendicazioni di pragmatismo ed efficacia politica. Allo stesso tempo, ha costruito un tipo curiosamente personalistico di governo politico, dove \u00e8 presentata come una benevola ‘mutti<\/em>‘ (madre) che unisce tutta la Germania dietro un comune senso di scopo (“Wir schaffen das!<\/em>“). <\/p>\n\n\n\n

La pi\u00f9 chiara illustrazione contemporanea dell’incidenza della logica tecnopopulista \u00e8 offerta dal nuovo governo Draghi<\/a> in Italia. L’autorit\u00e0 politica dell’ex capo della Banca Centrale Europea deriva chiaramente dalla sua competenza tecnica come presunto “salvatore” dell’Eurozona.<\/a> Tuttavia, il suo esecutivo si basa su una coalizione parlamentare che include tutti (tranne uno) i principali partiti politici italiani, abbracciando l’intero spettro politico da sinistra a destra, compresi diversi partiti pi\u00f9 o meno esplicitamente populisti – da Forza Italia di Silvio Belusconi, al Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio, fino alla Lega di Matteo Salvini. L’attuale governo italiano appare quindi particolarmente inadatto a essere interpretato tramite lo schema \u201csinistra contro destra\u201d. \u00c8 un governo politico,<\/a> non tecnocratico, la cui identit\u00e0 \u00e8 tecnopopulista<\/em>. <\/p>\n\n\n\n

Origini del tecnopopulismo<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Molti fattori sono alla base dell’ascesa di questa nuova logica politica. Un modo per intrecciarli \u00e8 vederli come un contributo a un processo a lungo termine di separazione – o disconnessione – tra politica e societ\u00e0; o, pi\u00f9 precisamente, tra conflitti e divisioni politiche, da un lato, e interessi e valori sociali, dall’altro. Come punto di paragone, vale la pena ricordare che, per la maggior parte del secolo scorso, la politica democratica non era strutturata intorno a pretese concorrenti di rappresentare “il popolo” nel suo insieme e di possedere la “competenza” necessaria per tradurre la sua volont\u00e0 in politica. Le ideologie partigiane di destra e sinistra erano radicate negli interessi e nei valori particolari di gruppi specifici all’interno della societ\u00e0. <\/p>\n\n\n\n

Per esempio, i partiti comunisti e socialdemocratici erano, nel complesso, espressioni delle aspirazioni del movimento operaio organizzato. Al contrario, i partiti conservatori e democristiani rappresentavano ampiamente gli interessi e i valori dell’Ancien R\u00e9gime<\/em>, specialmente tra le \u00e9lite terriere e i contadini. Questa \u00e8 l’idea di base catturata da Seymour Martin Lipset e Stein Rokkan attraverso la loro famosa tesi che la politica dei partiti della met\u00e0 del ventesimo secolo era effettivamente un riflesso dei “cleavages<\/em>” sociologici sottostanti <\/span>5<\/sup><\/a><\/span><\/span>. In alcuni paesi, in particolare i Paesi Bassi in Europa nord-occidentale, questa unit\u00e0 di societ\u00e0 e politica era ancora pi\u00f9 evidente. Come risultato di conflitti confessionali di lunga data, la societ\u00e0 olandese era organizzata intorno a quelli che erano conosciuti come “pilastri” – pilastri cattolici e protestanti, ai quali si aggiunsero in seguito quelli socialisti e liberali. Questi pilastri modellavano la vita quotidiana: dalla squadra di calcio che si sosteneva al giornale che si leggeva. Il sistema dei partiti funzionava come punto di intersezione tra questi pilastri, con i leader dei partiti che negoziavano tra loro in sistemi elettorali altamente proporzionali, assicurando che i governi non ignorassero gli interessi di nessuno dei pilastri. Il famoso sistema proporzionale austriaco era lo stesso. Alla luce delle battaglie ideologiche e del vero e proprio scontro tra le forze di destra e di sinistra nel periodo tra le due guerre, la politica austriaca dopo il 1945 si \u00e8 organizzata intorno a un sistema a due partiti in cui il Partito Popolare Austriaco (OVP) e il Partito Socialdemocratico (SPO) si dividevano accuratamente il potere e l’influenza tra loro, in linea con le rispettive fortune elettorali. <\/p>\n\n\n\n

Nel corso degli ultimi decenni, le realt\u00e0 sociologiche di base che sostenevano la divisione ideologica sinistra\/destra sono state significativamente erose. Ci\u00f2 \u00e8 avvenuto a causa delle trasformazioni nella struttura economica, che hanno minato la tradizionale distinzione di classe tra proletariato e borghesia. Un processo generale di secolarizzazione ha diminuito la salienza della distinzione tra cittadini religiosi e non religiosi. E un processo generalizzato di mobilitazione cognitiva ha prodotto elettori molto meno disposti a prendere le piattaforme di partito come un dato di fatto e a seguire le istruzioni su come votare. Guardando indietro all’era post-1945, possiamo vedere cambiamenti fondamentali nei sistemi di valori, enormi miglioramenti nelle condizioni di vita, e un crollo impressionante in alcune delle forme di esistenza collettiva che eravamo arrivati a dare per scontate. <\/p>\n\n\n\n

In modo cruciale, tuttavia, queste profonde trasformazioni sociologiche non si rifletterono immediatamente in nuove forme di competizione politica. Come Lipset e Rokkan notarono gi\u00e0 alla fine degli anni ’60, i sistemi di partito sono rimasti inizialmente “congelati” attorno a categorie ideologiche che si erano cristallizzate pi\u00f9 di un secolo prima. Come risultato, gli scontri e le divisioni partitiche divennero sempre pi\u00f9 scollegati dagli interessi e dai valori sociali sottostanti. Fino agli anni ’80, i sistemi partitici avevano pi\u00f9 o meno lo stesso aspetto di quasi cento anni prima; persino i nomi dei partiti erano invariati. Eppure, le societ\u00e0 occidentali avevano sperimentato la creazione dello stato sociale, un massiccio progresso nei diritti delle donne, l’eliminazione della discriminazione razziale sancita dallo stato, le rivoluzioni culturali degli anni ’60 e l’enorme espansione dei lavori dei colletti bianchi e l’associata esplosione delle economie nel settore dei servizi. Il risultato \u00e8 stato una disconnessione fondamentale tra societ\u00e0 e politica.<\/a><\/p>\n\n\n\n

Il tecnopopulismo \u00e8 per molti versi una conseguenza diretta di questa crescente separazione tra politica e societ\u00e0. Infatti, una volta che i concorrenti per le cariche elettorali cessano di essere responsabili nei confronti di classi o gruppi specifici all’interno della societ\u00e0, essi acquisiscono un incentivo a fare appello agli interessi e ai valori della societ\u00e0 nel suo complesso, trattandola come una massa indifferenziata di singoli elettori. Sia la concezione populista del “popolo” che l’assunzione tecnocratica che ci siano soluzioni politiche oggettivamente “giuste” sono esempi di tali concezioni non mediate del bene comune. Cos\u00ec, l’ascesa del populismo e della tecnocrazia come nuovi poli strutturanti della politica democratica contemporanea pu\u00f2 essere vista come derivante da ci\u00f2 che Peter Mair ha chiamato il “vuoto” tra una societ\u00e0 atomizzata e politicamente impotente, da un lato, e una classe politica autoreferenziale che cerca una convalida elettorale facendo appello a generalit\u00e0 astratte come “il popolo” o soluzioni politiche “giuste”, dall’altro <\/span>6<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n

La concezione populista del “popolo” e l’assunzione tecnocratica che ci siano soluzioni politiche oggettivamente “giuste” sono esempi di tali concezioni non mediate del bene comune.<\/p>chris bickerton e carlo invernizzi accetti<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n

In alcuni casi, la vuotezza della politica ideologica del XX secolo \u00e8 stata rivelata in modi drammatici e bruschi. In Italia, la fine della guerra fredda ha coinciso con scandali di corruzione politica di proporzioni epiche. Il traballante corpaccione della politica di sinistra\/destra in Italia fu spazzato via da questi eventi e nel giro di un paio d’anni i partiti di massa di destra e di sinistra – i democristiani, i socialisti e i comunisti – erano scomparsi. Un governo tecnocratico fu messo in piedi per riempire il vuoto nel 1993. Poi venne un lungo periodo in cui l’Italia oscill\u00f2 tra il populismo di Berlusconi e gli aridi governi tecnocratici di centro-sinistra, la cui principale preoccupazione era mantenere l’Italia sulla strada dell’adesione alla moneta unica europea. All\u2019inizio degli anni 2000, la logica tecnopopulista aveva assunto una posizione solida nella politica italiana.<\/p>\n\n\n\n

In altri casi, l’ascesa del tecnopopulismo \u00e8 stata meno netta. In Belgio, i cambiamenti descritti sopra sono evidenti nelle Fiandre, il che aiuta a spiegare la potente presa dei partiti populisti di estrema destra. Tuttavia, in Vallonia, il potere strutturante delle fratture socio-economiche continua ancora oggi. Come ha dimostrato la politologa Leonie de Jonge, il Partito Socialista vallone (PS) opera all’interno di una struttura sociale a pilastri che si estende nelle localit\u00e0 della regione, cos\u00ec come all’interno delle organizzazioni dei media e di gran parte del settore pubblico <\/span>7<\/sup><\/a><\/span><\/span>. Anche questo controesempio conferma comunque che la depillarizzazione<\/em> e il collasso degli interessi organizzati sono gli incubatori chiave della nuova logica politica tecnopopulista.<\/p>\n\n\n\n

Conseguenze del tecnopopulismo<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Oltre ad essere il risultato di molte trasformazioni sociali profonde, l’ascesa del tecnopopulismo \u00e8 anche gravida di conseguenze. La prima \u00e8 la crescente conflittualit\u00e0 tra i concorrenti per le cariche elettorali. Si tratta di un fenomeno che \u00e8 stato ampiamente commentato con riferimento all’idea che i politici contemporanei si trattano l’un l’altro pi\u00f9 come “nemici” che come “avversari”, portando a una crescente tossicit\u00e0 del linguaggio politico che rende pi\u00f9 difficile la cooperazione tra coloro che hanno opinioni diverse. Lo vediamo anche nel linguaggio delle “trib\u00f9” e del tribalismo, che \u00e8 diventato un luogo comune nella scienza politica contemporanea. Nel 2018, il think tank<\/em> britannico Policy Exchange ha pubblicato un rapporto intitolato “The Age of Incivility<\/em>“, lamentando quello che ha descritto come “l’inasprimento della vita politica britannica” e indagandone le ragioni <\/span>8<\/sup><\/a><\/span><\/span>.<\/p>\n\n\n\n

Il tecnopopulismo pu\u00f2 aiutare a spiegare questo fenomeno, poich\u00e9 tende a sostituire l’asse orizzontale della competizione politica tra i poli ideologici di destra e di sinistra – che sono in linea di principio ugualmente legittimi l’uno all’altro – con un’opposizione verticale tra concezioni rivali dell’insieme sociale e delle sue parti costitutive<\/a>, che sono per definizione gerarchicamente ordinate. Infatti, una volta che si pretende di parlare a nome del “popolo” nel suo insieme, o di possedere una sorta di “verit\u00e0” politica, chiunque si trovi in disaccordo pu\u00f2 apparire solo come l’espressione di un qualche tipo di “interesse speciale” o come completamente in errore. Cos\u00ec, sia il populismo che la tecnocrazia implicano un’implicita negazione della legittimit\u00e0 dell’opposizione politica, che emerge nel modo in cui la maggior parte dei politici contemporanei si trattano a vicenda. <\/p>\n\n\n\n

Sia il populismo che la tecnocrazia implicano un’implicita negazione della legittimit\u00e0 dell’opposizione politica, che emerge nel modo in cui la maggior parte dei politici contemporanei si trattano a vicenda. <\/p>chris bickerton e carlo invernizzi accetti<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n

Un’altra caratteristica saliente della politica democratica contemporanea \u00e8 la sua desostanzializzazione. Anche se si attaccano abitualmente l’un l’altro personalmente, e a volte anche ferocemente, i contendenti contemporanei per le cariche pubbliche in realt\u00e0 non sono in disaccordo su molto quando si tratta della sostanza della politica pubblica. Per esempio, nessuno sembra sfidare le coordinate di base del capitalismo o della democrazia, come \u00e8 stato invece il caso per la maggior parte del XX secolo. Invece, si dice che il luogo primario della competizione politica si sia spostato sulle cosiddette questioni “culturali” o “simboliche”. Eppure, anche in questo campo, la maggior parte degli studi empirici rileva una crescente “convergenza” di valori tra fazioni politiche rivali <\/span>9<\/sup><\/a><\/span><\/span>. <\/p>\n\n\n\n

Questo pu\u00f2 sembrare paradossale, visti i livelli di tossicit\u00e0 politica a cui ci siamo abituati, ma pu\u00f2 altres\u00ec essere letto come una conseguenza dell’ascesa del tecnopopulismo come nuova logica strutturante della politica democratica contemporanea. Quando tutti i candidati alle cariche elettorali sostengono di rappresentare gli interessi e i valori della societ\u00e0 nel suo complesso, non possono davvero permettersi di inimicarsi le opinioni o gli interessi di un gruppo specifico al suo interno. Essi acquisiscono un incentivo a diluire le loro piattaforme politiche, facendole apparire il pi\u00f9 possibile consensuali e ampiamente attraenti, al fine di mascherare qualsiasi conflitto sostanziale che esse potrebbero causare. <\/p>\n\n\n\n

Un’ulteriore conseguenza dell’ascesa del tecnopopulismo come nuova logica strutturante della politica democratica contemporanea \u00e8 il crescente malcontento della maggior parte degli elettori verso la qualit\u00e0 della rappresentanza politica che viene loro offerta. Anche questo \u00e8 un fenomeno che \u00e8 stato ampiamente osservato e commentato. Nel momento stesso in cui i politici pretendono di offrire una rappresentazione pi\u00f9 diretta e non mediata della vera volont\u00e0 del popolo, e di avere le competenze necessarie per tradurla in politica, gli elettori sono sempre pi\u00f9 insoddisfatti di loro. <\/p>\n\n\n\n

Si scopre che la disponibilit\u00e0 di una qualche forma di meccanismo di mediazione tra gli interessi e i valori disparati presenti all’interno della societ\u00e0 e i risultati politici concreti risulta essere una condizione essenziale per un senso di rappresentanza democratica efficace. Senza un tale livello intermedio di organizzazione politica partitica, gli individui atomizzati sono semplicemente troppo deboli e statisticamente insignificanti per avere la sensazione che i loro punti di vista e interessi contino nel prendere decisioni collettivamente vincolanti. L’et\u00e0 della disintermediazione che ci porta alla logica politica tecnopopulista \u00e8 quindi anche un’et\u00e0 di crescente disincanto nei confronti della democrazia.<\/p>\n\n\n\n

Mentre il tecnopopulismo nasce da una crescente separazione – o disconnessione – tra la politica e la societ\u00e0 (a sua volta radicata in una crisi dei tradizionali meccanismi di mediazione tra di loro), allo stesso tempo esacerba<\/em> questa stessa separazione. Come un serpente che si morde la coda, \u00e8 allo stesso tempo una manifestazione e una causa ulteriore dell’attuale crisi della rappresentanza politica. <\/p>\n\n\n\n

Mentre il tecnopopulismo nasce da una crescente separazione – o disconnessione – tra la politica e la societ\u00e0 (a sua volta radicata in una crisi dei tradizionali meccanismi di mediazione tra di loro), allo stesso tempo esacerba questa stessa separazione. <\/p>chris bickerton e carlo invernizzi accetti<\/cite><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n

Rimedi<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Se l’analisi che abbiamo fornito \u00e8 corretta, ne consegue che populismo e tecnocrazia non possono funzionare come rimedi efficaci l’uno per l’altro. Tuttavia, questo \u00e8 ci\u00f2 che sentiamo pi\u00f9 spesso dagli stessi populisti e tecnocrati. I primi sostengono che appellarsi pi\u00f9 direttamente alla “volont\u00e0 popolare” pu\u00f2 aiutare a rimediare alla confisca del potere da parte delle \u00e9lite tecnocratiche; i secondi, che un appello alla competenza e all’esperienza \u00e8 necessario per controbilanciare l’irresponsabilit\u00e0 dei populisti. I commentatori tendono ad essere d’accordo, di solito raccomandando un po’ pi\u00f9 tecnocrazia qui, o un po’ meno; un po’ pi\u00f9 populismo l\u00e0, o un po’ meno. Ma questo finisce solo per rafforzare la logica politica tecnopopulista, poich\u00e9 l’implicazione \u00e8 che una rappresentanza politica efficace richiede di trovare una sorta di “equilibrio” o “sintesi” tra loro.<\/p>\n\n\n\n

Al contrario, vedere il populismo e la tecnocrazia come componenti complementari di una logica politica comune implica che possono essere contrastati solo insieme, affrontando la sottostante crisi della mediazione politica da cui entrambi emergono e a cui entrambi partecipano. Ci\u00f2 che \u00e8 realmente necessario per ripristinare un senso di effettiva rappresentanza democratica \u00e8 quindi esattamente l’opposto di pi\u00f9 appelli diretti alla “volont\u00e0 popolare” e pi\u00f9 competenze in politica. Le forme intermedie di organizzazione politica, e la divisione partitica su base ideologica che le accompagna, sono il vero rimedio contro il tecnopopulismo.<\/p>\n\n\n\n

Per essere chiari, sarebbe anacronistico sperare in una rivitalizzazione dei partiti politici e delle lotte ideologiche del secolo scorso – anche perch\u00e9 abbiamo sostenuto sopra che il tecnopopulismo deriva proprio dalla loro incapacit\u00e0 di rinnovarsi e di dare un’adeguata espressione politica ai conflitti e alle divisioni sociali contemporanee. Tuttavia, l’idea che l\u00e0 fuori esista una “volont\u00e0 popolare” completa e monolitica da trovare, o che qualcuno abbia accesso a una sorta di “verit\u00e0” politica oggettiva, che trascende tutti i conflitti e le divisioni all’interno della societ\u00e0, \u00e8 altrettanto fittizia. <\/p>\n\n\n\n

La sfida posta dall’ascesa del tecnopopulismo sta quindi nel concepire e portare avanti nuove forme di intermediazione politica – cio\u00e8 nuove forme di partigianeria e di lotta ideologica – intorno ai concreti conflitti di interesse e di valore che esistono oggi nella societ\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Il tecnopopulismo origina da uno scollamento tra politica e societ\u00e0: lungi dal risolvere questa frattura, i tecnopopulisti la esacerbano, erodendo le basi della rappresentanza democratica. La chiave per uscire da questa situazione di stallo sta nella ricerca di nuove forme di intermediazione politica.<\/p>\n","protected":false},"author":1195,"featured_media":1958,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"templates\/post-editorials.php","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"_trash_the_other_posts":false,"footnotes":""},"categories":[1571],"tags":[1701,1702,1700,1661,1680,1681,1699,1598],"geo":[],"acf":[],"yoast_head":"\nLa trappola tecnopopulista - Il Grand Continent<\/title>\n<meta name=\"robots\" content=\"index, follow, max-snippet:-1, max-image-preview:large, max-video-preview:-1\" \/>\n<link rel=\"canonical\" href=\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/\" \/>\n<meta property=\"og:locale\" content=\"it_IT\" \/>\n<meta property=\"og:type\" content=\"article\" \/>\n<meta property=\"og:title\" content=\"La trappola tecnopopulista - Il Grand Continent\" \/>\n<meta property=\"og:description\" content=\"Il tecnopopulismo origina da uno scollamento tra politica e societ\u00e0: lungi dal risolvere questa frattura, i tecnopopulisti la esacerbano, erodendo le basi della rappresentanza democratica. La chiave per uscire da questa situazione di stallo sta nella ricerca di nuove forme di intermediazione politica.\" \/>\n<meta property=\"og:url\" content=\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/\" \/>\n<meta property=\"og:site_name\" content=\"Il Grand Continent\" \/>\n<meta property=\"article:published_time\" content=\"2021-04-19T12:19:58+00:00\" \/>\n<meta property=\"article:modified_time\" content=\"2021-04-19T13:19:41+00:00\" \/>\n<meta property=\"og:image\" content=\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-10-scaled.jpg\" \/>\n\t<meta property=\"og:image:width\" content=\"2560\" \/>\n\t<meta property=\"og:image:height\" content=\"1440\" \/>\n\t<meta property=\"og:image:type\" content=\"image\/jpeg\" \/>\n<meta name=\"author\" content=\"giovannicollot\" \/>\n<meta name=\"twitter:card\" content=\"summary_large_image\" \/>\n<meta name=\"twitter:image\" content=\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-10-scaled.jpg\" \/>\n<meta name=\"twitter:label1\" content=\"Scritto da\" \/>\n\t<meta name=\"twitter:data1\" content=\"giovannicollot\" \/>\n\t<meta name=\"twitter:label2\" content=\"Tempo di lettura stimato\" \/>\n\t<meta name=\"twitter:data2\" content=\"21 minuti\" \/>\n<script type=\"application\/ld+json\" class=\"yoast-schema-graph\">{\"@context\":\"https:\/\/schema.org\",\"@graph\":[{\"@type\":\"WebPage\",\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/\",\"url\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/\",\"name\":\"La trappola tecnopopulista - Il Grand Continent\",\"isPartOf\":{\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#website\"},\"primaryImageOfPage\":{\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#primaryimage\"},\"image\":{\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#primaryimage\"},\"thumbnailUrl\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-9-scaled.jpg\",\"datePublished\":\"2021-04-19T12:19:58+00:00\",\"dateModified\":\"2021-04-19T13:19:41+00:00\",\"author\":{\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#\/schema\/person\/e8b3bab99a3f0242b6f94d8d2c93aada\"},\"breadcrumb\":{\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#breadcrumb\"},\"inLanguage\":\"it-IT\",\"potentialAction\":[{\"@type\":\"ReadAction\",\"target\":[\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/\"]}]},{\"@type\":\"ImageObject\",\"inLanguage\":\"it-IT\",\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#primaryimage\",\"url\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-9-scaled.jpg\",\"contentUrl\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-9-scaled.jpg\",\"width\":1920,\"height\":2560},{\"@type\":\"BreadcrumbList\",\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#breadcrumb\",\"itemListElement\":[{\"@type\":\"ListItem\",\"position\":1,\"name\":\"Home\",\"item\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/\"},{\"@type\":\"ListItem\",\"position\":2,\"name\":\"La trappola tecnopopulista\"}]},{\"@type\":\"WebSite\",\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#website\",\"url\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/\",\"name\":\"Il Grand Continent\",\"description\":\"La scala pertinente\",\"potentialAction\":[{\"@type\":\"SearchAction\",\"target\":{\"@type\":\"EntryPoint\",\"urlTemplate\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/?s={search_term_string}\"},\"query-input\":\"required name=search_term_string\"}],\"inLanguage\":\"it-IT\"},{\"@type\":\"Person\",\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#\/schema\/person\/e8b3bab99a3f0242b6f94d8d2c93aada\",\"name\":\"giovannicollot\",\"image\":{\"@type\":\"ImageObject\",\"inLanguage\":\"it-IT\",\"@id\":\"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#\/schema\/person\/image\/\",\"url\":\"https:\/\/secure.gravatar.com\/avatar\/2f2bf5f130e0e30039db2dddb4f4dc42?s=96&d=mm&r=g\",\"contentUrl\":\"https:\/\/secure.gravatar.com\/avatar\/2f2bf5f130e0e30039db2dddb4f4dc42?s=96&d=mm&r=g\",\"caption\":\"giovannicollot\"}}]}<\/script>\n<!-- \/ Yoast SEO plugin. -->","yoast_head_json":{"title":"La trappola tecnopopulista - Il Grand Continent","robots":{"index":"index","follow":"follow","max-snippet":"max-snippet:-1","max-image-preview":"max-image-preview:large","max-video-preview":"max-video-preview:-1"},"canonical":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/","og_locale":"it_IT","og_type":"article","og_title":"La trappola tecnopopulista - Il Grand Continent","og_description":"Il tecnopopulismo origina da uno scollamento tra politica e societ\u00e0: lungi dal risolvere questa frattura, i tecnopopulisti la esacerbano, erodendo le basi della rappresentanza democratica. La chiave per uscire da questa situazione di stallo sta nella ricerca di nuove forme di intermediazione politica.","og_url":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/","og_site_name":"Il Grand Continent","article_published_time":"2021-04-19T12:19:58+00:00","article_modified_time":"2021-04-19T13:19:41+00:00","og_image":[{"width":2560,"height":1440,"url":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-10-scaled.jpg","type":"image\/jpeg"}],"author":"giovannicollot","twitter_card":"summary_large_image","twitter_image":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-10-scaled.jpg","twitter_misc":{"Scritto da":"giovannicollot","Tempo di lettura stimato":"21 minuti"},"schema":{"@context":"https:\/\/schema.org","@graph":[{"@type":"WebPage","@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/","url":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/","name":"La trappola tecnopopulista - Il Grand Continent","isPartOf":{"@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#website"},"primaryImageOfPage":{"@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#primaryimage"},"image":{"@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#primaryimage"},"thumbnailUrl":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-9-scaled.jpg","datePublished":"2021-04-19T12:19:58+00:00","dateModified":"2021-04-19T13:19:41+00:00","author":{"@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#\/schema\/person\/e8b3bab99a3f0242b6f94d8d2c93aada"},"breadcrumb":{"@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#breadcrumb"},"inLanguage":"it-IT","potentialAction":[{"@type":"ReadAction","target":["https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/"]}]},{"@type":"ImageObject","inLanguage":"it-IT","@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#primaryimage","url":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-9-scaled.jpg","contentUrl":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-content\/uploads\/sites\/12\/2021\/04\/MicrosoftTeams-image-9-scaled.jpg","width":1920,"height":2560},{"@type":"BreadcrumbList","@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2021\/04\/19\/la-trappola-tecnopopulista\/#breadcrumb","itemListElement":[{"@type":"ListItem","position":1,"name":"Home","item":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/"},{"@type":"ListItem","position":2,"name":"La trappola tecnopopulista"}]},{"@type":"WebSite","@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#website","url":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/","name":"Il Grand Continent","description":"La scala pertinente","potentialAction":[{"@type":"SearchAction","target":{"@type":"EntryPoint","urlTemplate":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/?s={search_term_string}"},"query-input":"required name=search_term_string"}],"inLanguage":"it-IT"},{"@type":"Person","@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#\/schema\/person\/e8b3bab99a3f0242b6f94d8d2c93aada","name":"giovannicollot","image":{"@type":"ImageObject","inLanguage":"it-IT","@id":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/#\/schema\/person\/image\/","url":"https:\/\/secure.gravatar.com\/avatar\/2f2bf5f130e0e30039db2dddb4f4dc42?s=96&d=mm&r=g","contentUrl":"https:\/\/secure.gravatar.com\/avatar\/2f2bf5f130e0e30039db2dddb4f4dc42?s=96&d=mm&r=g","caption":"giovannicollot"}}]}},"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1946"}],"collection":[{"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1195"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=1946"}],"version-history":[{"count":22,"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1946\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":1971,"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1946\/revisions\/1971"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/1958"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=1946"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=1946"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=1946"},{"taxonomy":"geo","embeddable":true,"href":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/wp-json\/wp\/v2\/geo?post=1946"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}