{"id":17281,"date":"2024-01-08T16:42:41","date_gmt":"2024-01-08T15:42:41","guid":{"rendered":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/?p=17281"},"modified":"2024-01-08T16:42:44","modified_gmt":"2024-01-08T15:42:44","slug":"il-medio-oriente-secondo-nasrallah-geopolitica-di-hezbollah","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2024\/01\/08\/il-medio-oriente-secondo-nasrallah-geopolitica-di-hezbollah\/","title":{"rendered":"Il Medio Oriente secondo Nasrallah: geopolitica di Hezbollah"},"content":{"rendered":"\n

Il 3 novembre 2023, Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, parla per la prima volta dalla ripresa su larga scala del conflitto armato israelo-palestinese il 7 ottobre. Nel periodo che ha preceduto il discorso, le speculazioni sul suo contenuto si sono moltiplicate. Nei circoli politici, di esperti e dei media occidentali ci si chiedeva perch\u00e9 il leader di Hezbollah fosse rimasto in silenzio cos\u00ec a lungo. Soprattutto, si temeva l\u2019annuncio di un\u2019offensiva su larga scala contro Israele dal Libano, o addirittura di una \u00abjihad\u00bb contro gli Stati Uniti.<\/p>\n\n\n\n

Seguiranno altri tre discorsi, nel novembre 2023 e nel gennaio 2024. Due di essi, \u00e8 vero, erano pianificati indipendentemente dal contesto, come parte del tradizionale calendario di celebrazioni di Hezbollah. Ogni 11 novembre, il partito onora la memoria dei suoi combattenti caduti attraverso la \u00abGiornata del Martire della Resistenza Islamica\u00bb (il braccio armato dell\u2019organizzazione). Ogni 3 gennaio si commemora l\u2019anniversario della morte del generale Qassem Soleimani, comandante della forza al-Quds dei Pasdaran iraniani, assassinato in Iraq nel 2020 dall\u2019esercito americano.<\/p>\n\n\n\n

Che siano circostanziati o meno, i discorsi di Hassan Nasrallah dal novembre 2023 hanno tutti contribuito a una migliore comprensione di ci\u00f2 che Hezbollah \u00e8 e non \u00e8, e della visione che la sua leadership \u2013 Nasrallah in particolare \u2013 ha del Medio Oriente contemporaneo. L\u2019importanza dei discorsi di Hassan Nasrallah non si limita al fatto che egli \u00e8 a capo di un\u2019organizzazione militarmente abbastanza potente da aggravare seriamente il confronto israelo-palestinese se decidesse di attaccare Israele su vasta scala<\/a>.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

Il Segretario generale di Hezbollah, in particolare, gode di uno status speciale in Libano e in Medio Oriente, per non parlare della statura dell\u2019organizzazione che dirige. E il problema \u00e8 che mentre il settimanale americano Time <\/em>lo ha incluso nella sua classifica annuale delle \u00ab100 persone pi\u00f9 influenti del mondo\u00bb gi\u00e0 nel 2011, l\u2019Europa non sa praticamente nulla di lui.<\/p>\n\n\n\n

Hassan Nasrallah si \u00e8 imposto all\u2019attenzione dell\u2019opinione pubblica libanese nel febbraio 1992. L\u2019esercito israeliano ha appena assassinato il segretario generale di Hezbollah, Abbas al-Moussawi, sua moglie e il loro bambino di sei anni. La leadership del partito elegge ufficialmente Nasrallah a nuovo leader dell\u2019organizzazione. Ha solo 31 anni. Fino ad allora era stato responsabile dell\u2019esecutivo all\u2019interno dell\u2019organizzazione e si era fatto notare dai suoi superiori per la sua efficienza nel pensare alla ristrutturazione interna di Hezbollah. Con la sua nomina al posto pi\u00f9 alto della gerarchia, non tutti gli irriducibili del partito sono sicuri che il giovane sar\u00e0 all\u2019altezza dei compiti che lo attendono. Sono passati quattordici anni dall\u2019operazione Litani, durante la quale Israele occup\u00f2 il Libano meridionale, e i risultati della Resistenza islamica in Libano (RIL), il braccio armato dell\u2019organizzazione, sono ancora molto relativi.<\/p>\n\n\n\n

Eppure, la sua carriera e la sua leggenda stanno rapidamente prendendo forma. I suoi sostenitori rispettano e ammirano il suo profilo eccezionale, ispirato da risultati comprovati e da proiezioni lusinghiere, la cui validit\u00e0 \u00e8 talvolta discutibile. Facendo eco alla tolleranza religiosa che Nasrallah innegabilmente apprezza e difende, alcune voci sostengono, ad esempio, che egli porti al collo una medaglietta della Vergine Maria. Altre voci dicono che il suo pi\u00f9 grande piacere, dopo una giornata impegnativa, sia ascoltare musica classica facendo il bagno…<\/p>\n\n\n\n

Ci\u00f2 che sappiamo con certezza \u00e8 che, come rappresaglia per l\u2019assassinio di Moussawi nel 1992, Hassan Nasrallah ordin\u00f2, il giorno dopo e per la prima volta nella storia di Hezbollah, un attacco missilistico sul nord di Israele. Alla sua immagine di \u00abgiovane\u00bb si aggiunse immediatamente quella di un leader di guerra audace e determinato. L\u2019anno successivo, la Resistenza islamica, sotto la sua guida, si dimostr\u00f2 sorprendentemente efficace quando Israele lanci\u00f2 l\u2019operazione \u00abRegolamento di conti\u00bb \u2013 poi ribattezzata \u00abGiustizia resa\u00bb \u2013 che, in meno di una settimana, distrusse gran parte del Libano meridionale. Nel 1996, la Resistenza si dimostr\u00f2 ancora una volta all\u2019altezza della situazione e tenne testa a Israele durante l\u2019operazione \u00abGrapes of Wrath\u00bb, la cui brutalit\u00e0 culmin\u00f2 nel massacro da parte dell\u2019aviazione israeliana di un centinaio di donne, bambini e anziani rifugiati in uno dei campi della Forza delle Nazioni Unite in Libano, a Qana. Nasrallah ha approfittato di questa tragedia per annunciare le nuove regole del gioco: \u00abSe Israele colpisce i nostri civili, noi colpiremo i loro\u00bb, e l\u2019impegno sarebbe stato d\u2019ora in poi limitato alle due forze armate. L\u2019accordo fu messo nero su bianco e firmato da entrambe le parti, con la benedizione della comunit\u00e0 internazionale. Il presidente francese Jacques Chirac abbandona ufficialmente il termine \u00abterrorista\u00bb per descrivere Hezbollah, definendolo un \u00abgruppo di resistenza\u00bb. Pochi mesi dopo, Hadi, figlio maggiore di Nasrallah e combattente della RIL, mor\u00ec in prima linea in uno scontro con l\u2019esercito israeliano. L\u2019impresa del figlio rafforz\u00f2 la legittimit\u00e0 del padre, sia all\u2019interno dell\u2019organizzazione che nella societ\u00e0 libanese. La fine di 22 anni di occupazione israeliana nella primavera del 2000, per mano della Resistenza islamica, e la vittoria di quest\u2019ultima di fronte all\u2019offensiva israeliana di 33 giorni e 33 notti contro il Libano nell\u2019estate del 2006, hanno dato il tocco finale allo status di Nasrallah: agli occhi dei suoi sostenitori, era uno stratega senza rivali e un leader di comunit\u00e0 di primo piano. Negli anni Duemila, il suo carisma e la sua immagine di \u00abcombattente per la libert\u00e0\u00bb, uniti a un pronunciato anti-imperialismo, hanno provocato frequenti paragoni, in Medio Oriente e altrove, con Gamal Abdel-Nasser e Che Guevara.<\/p>\n\n\n\n

Il 3 novembre 2023, Mal\u2019ab al-Ray\u00e9, una <\/em>piccola piazza nella periferia sud di Beirut, nel cuore del quartiere di Hezbollah, era rimpieta dai suoi ferventi sostenitori. I sostenitori del partito non erano particolarmente preoccupati dal suo silenzio, che in fondo era relativo, dato che Nasrallah ha la reputazione di parlare solo quando ha qualcosa di rilevante da dire<\/a>. Al di l\u00e0 dell\u2019entusiasmo all\u2019idea di vedere e sentire presto il venerato leader, si aspettano soprattutto buone notizie dal campo, l\u2019annuncio di \u00absconfitte\u00bb israeliane che non sono ancora arrivate ai media e la promessa di prossime vittorie \u2013 nella pi\u00f9 classica tradizione dei discorsi di Nasrallah.<\/p>\n\n\n\n

Il discorso del Segretario generale di Hezbollah \u00e8 iniziato alle 15:00, dopo che il team di comunicazione di Hezbollah aveva, come di consueto, suonato l\u2019inno nazionale libanese. Il discorso dura un\u2019ora e mezza, un po\u2019 pi\u00f9 del solito. \u00c8 vero che il contesto \u00e8 eccezionale e che ci sono molte questioni da chiarire.<\/p>\n\n\n\n

Nasrallah, come \u00e8 sua abitudine, si \u00e8 rivolto a diverse platee, facendo attenzione a non dimenticare nessuno dei protagonisti. Nel suo discorso si \u00e8 rivolto prima alle vittime dei bombardamenti e alle loro famiglie, distribuendo condoglianze e appelli alla resilienza. Ha poi salutato le persone pi\u00f9 vicine alla sua organizzazione \u2013 sciiti e non sciiti, arabi e non arabi, che sostengono i palestinesi \u2013 offrendo omaggi e rispetto.<\/p>\n\n\n\n

Poi si rivolge a platee pi\u00f9 distanti: i governi occidentali \u2013 Stati Uniti, Regno Unito \u2013 e infine Israele, rivolgendosi sia al governo che alla societ\u00e0 israeliana. I membri del governo Netanyahu sono descritti come \u00abincompetenti\u00bb e lo stesso Primo Ministro come \u00abimbecille\u00bb. Sono stati fatti dei paralleli tra il 2023 e il 2006: durante la guerra dei 33 giorni condotta da Israele contro il Libano nell\u2019estate del 2006, il governo israeliano di Ehud Olmert aveva gi\u00e0 annunciato due obiettivi, ovvero il rilascio incondizionato degli ostaggi israeliani e la distruzione completa e definitiva di Hezbollah. Un mese dopo, nessuno dei due obiettivi era stato raggiunto. Nel 2023, il 3 novembre, quasi un mese dopo l\u2019inizio della guerra, Netanyahu, che ha anche annunciato di voler \u00absterminare Hamas\u00bb e recuperare incondizionatamente gli ostaggi detenuti da quest\u2019ultimo, secondo Nasrallah non si trova in una posizione migliore.<\/p>\n\n\n\n

In prospettiva, il leader di Hezbollah ha annunciato di volere la fine delle ostilit\u00e0, chiarendo per\u00f2 che non si tratta solo di una cessazione delle violenze iniziate a ottobre. Chiede la fine definitiva delle campagne militari condotte regolarmente contro Gaza e la Cisgiordania. A suo avviso, solo gli Stati Uniti hanno i mezzi per fare pressione su Israele e incoraggiare una via d\u2019uscita significativa dalla crisi. Nel frattempo, afferma Nasrallah, la leadership di Hezbollah ha deciso di accontentarsi di una guerra di logoramento sul confine israelo-libanese. In questo, il partito \u00e8 coerente: ha sempre sostenuto che la \u00abliberazione della Palestina\u00bb non \u00e8 responsabilit\u00e0 dell\u2019organizzazione libanese, ma dei palestinesi stessi.<\/p>\n\n\n\n

Al di l\u00e0 di questi commenti e analisi, che sono in linea con le strategie abituali di Hezbollah, alcuni punti del discorso di Nasrallah meritano particolare attenzione.<\/p>\n\n\n\n

Discorso di Hassan Nasrallah in occasione della celebrazione organizzata in \u00abonore dei martiri caduti sulla strada di Gerusalemme\u00bb (3 novembre 2023)<\/h2>\n\n\n\n

Che la pace, la misericordia e le benedizioni divine siano su di voi.<\/p>\n\n\n\n

Sono lieto di vedere cos\u00ec tanti di voi solennemente presenti a questa celebrazione dei nostri martiri, che sono e restano il nostro orgoglio. Martiri che tutti noi ricordiamo oggi, commemorandoli e rinnovando la nostra fedelt\u00e0 al sangue che hanno versato per noi.<\/p>\n\n\n\n

Attraverso la parola \u00abmartiri\u00bb, Hezbollah usa un vocabolario specifico del Medio Oriente prima ancora che della militanza islamica. In arabo, chiunque muoia per una causa, religiosa o meno, musulmana o meno, su un campo di battaglia o meno, \u00e8 chiamato shahid<\/em>, \u00abmartire\u00bb. Anche la maggior parte dei partiti libanesi usa il termine \u00abmartire\u00bb per indicare i propri membri caduti sul campo dell\u2019onore o in missione.<\/p>\n\n\n\n

Oggi celebriamo la memoria di questi martiri, i martiri della Resistenza islamica in Libano, i martiri di Hezbollah, i martiri delle Brigate libanesi di resistenza all\u2019occupazione israeliana, i martiri delle Brigate Al-Qassam in Libano, i martiri delle Brigate Al-Quds in Libano e i martiri civili come i giornalisti che sono stati ingiustamente assassinati dai sionisti.<\/p>\n\n\n\n

Con Resistenza Islamica in Libano (RIL), Hassan Nasrallah si riferisce all\u2019ala militare di Hezbollah, che \u00e8 di fatto la matrice dell\u2019organizzazione. Nel 1982, il RIL fu creato da due predicatori della Bekaa settentrionale, Soubhi Tufayli e Abbas al-Moussawi, con l\u2019unico obiettivo di respingere l\u2019esercito israeliano. Pochi mesi dopo, la leadership del RIL decise di aggiungere una rete di istituzioni civili, inizialmente responsabili della comunicazione, della mobilitazione, del sostegno alle famiglie dei soldati caduti e della ricostruzione di case ed edifici danneggiati dai bombardamenti. Questa rete di istituzioni civili ha poi formato quello che \u00e8 comunemente noto come \u00abHezbollah\u00bb. Le Brigate libanesi di resistenza all\u2019occupazione israeliana (BLROI) sono un\u2019organizzazione paramilitare creata dal RIL e posta sotto il suo comando nel 1997, a seguito di una richiesta multireligiosa a Hezbollah di permettere a giovani di fede non sciita di combattere con il RIL.<\/p>\n\n\n\n

Innanzitutto, ci rivolgiamo alle famiglie dei martiri del fronte libanese, sia libanesi che palestinesi. Ci rivolgiamo a loro e offriamo loro la nostra benedizione per i loro cari che sono stati elevati al rango di martiri. E inviamo loro le nostre condoglianze per la perdita che queste famiglie stanno affrontando \u2013 la perdita di un padre, di un fratello, di un marito o di un figlio. Chiedo a Dio Onnipotente di accettare il loro sacrificio.<\/p>\n\n\n\n

Le nostre benedizioni e condoglianze vanno anche a tutte le famiglie dei martiri nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, ovunque i martiri siano morti in questa battaglia, la battaglia della \u00abTempesta al-Aqsa\u00bb, che si \u00e8 sviluppata su pi\u00f9 di un fronte e su pi\u00f9 di un livello.<\/p>\n\n\n\n

I martiri… Oggi non parler\u00f2 troppo dei martiri, perch\u00e9 tra qualche giorno celebreremo la Giornata del Martire e, se Dio vorr\u00e0, ne parleremo pi\u00f9 a lungo.<\/p>\n\n\n\n

Ogni anno, l\u201911 novembre, Hezbollah celebra la \u00abGiornata del Martire\u00bb, che rende omaggio ai combattenti del RIL caduti. \u00c8 anche un\u2019occasione per celebrare la memoria di altri martiri di altre cause o organizzazioni che condividono affinit\u00e0 con Hezbollah.<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

Fratelli e sorelle, il mio discorso di oggi si concentrer\u00e0 sull\u2019attualit\u00e0, per fare luce su quanto \u00e8 accaduto, spiegare e definire la nostra posizione, delineare le responsabilit\u00e0 ed evocare diverse prospettive.<\/p>\n\n\n\n


Per quanto riguarda il contesto libanese, la solidariet\u00e0 nazionale dimostrata e molti altri aspetti, ovviamente ne discuteremo presto.<\/p>\n\n\n\n

Ma prima di tutto dobbiamo salutare tutti coloro che hanno mostrato la loro solidariet\u00e0, manifestato, gridato, sostenuto [l\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb]. Ovunque, nei Paesi arabi, musulmani e latinoamericani, di tutti i popoli e di tutte le origini partitiche. Dobbiamo dare un saluto speciale alle forze irachene e yemenite che hanno intrapreso questa battaglia benedetta.<\/p>\n\n\n\n

Fratelli e sorelle, come siamo arrivati qui? Qual \u00e8 il contesto del 7 ottobre e dell\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb? Ovviamente affronter\u00f2 queste domande, che dobbiamo ricordare per chiarire, sulla base di esse, la nostra posizione.<\/p>\n\n\n\n

Le sofferenze patite dal popolo palestinese per oltre 75 anni sono note a tutto il mondo. Non c\u2019\u00e8 bisogno che ci torni sopra, conoscete tutti l\u2019argomento. Ma le condizioni di vita sono state particolarmente dure in Palestina negli ultimi anni, soprattutto dopo l\u2019avvento di questo governo estremista, insensato, stupido e violento.<\/p>\n\n\n\n

\n \n \r\n \r\n \r\n \r\n \r\n \r\n \r\n \r\n <\/picture>\r\n \n
Il leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah durante una cerimonia per il quarto anniversario dell\u2019assassinio del generale Qassem Soleimani della Forza Quds iraniana, ucciso da un drone statunitense a Baghdad, parla in collegamento in un sobborgo meridionale di Beirut, in Libano, mercoled\u00ec 3 gennaio 2024 \u00a9 AP Photo\/Hassan Ammar<\/figcaption>\n <\/a>\n<\/figure>\n\n\n

Quattro elementi si sono rivelati urgenti.<\/p>\n\n\n\n

Il primo \u00e8 la questione dei prigionieri. Migliaia di uomini, donne e bambini palestinesi languono nelle carceri israeliane, alcuni da molti anni. Alcuni di loro sono malati, in pericolo di vita, e nessuno fa nulla. Questo governo estremista e questo [Primo] Ministro imbecille hanno peggiorato le cose per i prigionieri e le loro famiglie (…).<\/p>\n\n\n\n

Secondo: Gerusalemme e la Moschea di Al-Aqsa. Mai, dall\u2019occupazione di Gerusalemme nel 1967, abbiamo assistito a eventi simili a quelli degli ultimi mesi, in particolare alle settimane che hanno preceduto l\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb.<\/p>\n\n\n\n

Terzo: l\u2019assedio di Gaza. Per quasi 20 anni, pi\u00f9 di due milioni di persone hanno vissuto in condizioni anguste, sopportando un assedio soffocante e condizioni di vita spaventose senza che nessuno facesse nulla.<\/p>\n\n\n\n

Quarto: i pericoli che hanno iniziato a minacciare la Cisgiordania attraverso nuovi progetti di insediamento, ancora una volta guidati da questo governo estremista, irresponsabile e idiota. Questi pericoli si aggiungono agli omicidi quotidiani, agli arresti quotidiani e alle demolizioni di case.<\/p>\n\n\n\n

Questi quattro elementi hanno pesato molto sui palestinesi e sui movimenti di resistenza in Palestina. Le Nazioni Unite, il Consiglio di Sicurezza, l\u2019Organizzazione della Cooperazione Islamica, la Lega Araba, l\u2019Unione Europea, tutte le organizzazioni internazionali conosciute… A nessuno importava. Al contrario, la causa palestinese \u00e8 stata dimenticata. Ci\u00f2 che accadeva in Palestina era relegato al fondo all\u2019agenda internazionale. In parallelo, la politica del nemico diventava pi\u00f9 dura, arrogante, tirannica, sprezzante, corrotta, ingiusta, oppressiva e umiliante.<\/p>\n\n\n\n

Era quindi necessario un grande evento per scuotere questa entit\u00e0 usurpatrice e dispotica e i suoi arroganti sostenitori, in particolare a Washington e a Londra. Un evento in grado di riportare al cuore dell\u2019agenda mondiale tutte queste questioni umanitarie, nonch\u00e9 la questione della Palestina occupata, del suo popolo oppresso e assediato e dei suoi luoghi sacri minacciati.<\/p>\n\n\n\n

La principale operazione di combattimento ha avuto luogo il 7 ottobre. \u00c8 stata l\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb, guidata dai combattenti delle brigate Izz al-Din al-Qassam e che ha coinvolto il resto delle fazioni della Resistenza nella Striscia di Gaza.<\/p>\n\n\n\n

Questo per quanto riguarda il contesto, che era il mio primo punto.<\/p>\n\n\n\n

Secondo punto. Questa vasta operazione, questa benedetta operazione, \u00e8 stata interamente il frutto di una decisione palestinese, cos\u00ec interamente palestinese \u00e8 stata la sua attuazione. Coloro che l\u2019hanno organizzata l\u2019hanno nascosta a tutti, comprese le altre fazioni della resistenza a Gaza e il resto dei Paesi e dei movimenti dell\u2019Asse della Resistenza.<\/p>\n\n\n\n

Con Asse della Resistenza, Nasrallah si riferisce all\u2019alleanza tra i regimi mediorientali e i gruppi di azione militare alleati contro Israele. Nell\u2019affermare che \u00abla decisione di attaccare e la sua attuazione sono al 100% palestinesi\u00bb, Nasrallah \u00e8 minimalista e abilmente sottile. Tralascia tutto ci\u00f2 che riguarda la preparazione dell\u2019operazione e l\u2019adattamento una volta in azione: consulenza, addestramento, pensiero strategico e tattico, finanziamento, armamento, coordinamento con altri attori che potrebbero intervenire a sostegno. Tutte queste componenti hanno visto la partecipazione di altri attori \u2013 a partire dalla Resistenza islamica in Libano, dai Pasdaran iraniani, dagli Houthi yemeniti e da varie fazioni armate irachene.<\/p>\n\n\n\n

\u00c8 stata questa assoluta segretezza a garantire il clamoroso successo dell\u2019operazione, grazie all\u2019elemento sorpresa. Contrariamente a quanto alcuni pensano \u2013 sapete che alcuni interferiscono nella guerra in corso per scoraggiare e alimentare la delusione e la discordia \u2013 questa discrezione non ha offeso nessuno dei movimenti di resistenza o dell\u2019Asse della Resistenza. Al contrario, tutti l\u2019abbiamo accolta con favore, perch\u00e9 questa discrezione era una condizione necessaria per il successo dell\u2019operazione. Non ha avuto alcun impatto negativo sulle decisioni delle organizzazioni o dei movimenti dell\u2019Asse della Resistenza. Al contrario, questo risultato dei nostri fratelli di Hamas ha dimostrato e confermato la vera natura della battaglia e gli obiettivi da raggiungere. Ha impedito ai nemici e ai disonesti di falsificare e distorcere i fatti, soprattutto a coloro che parlano dei legami mantenuti dalle fazioni della Resistenza palestinese nella regione, di solito in Libano, in Palestina e altrove.<\/p>\n\n\n\n

Di solito, quando si verifica un confronto armato, le stesse persone si affrettano a parlare della questione nucleare iraniana, dei negoziati irano-europei, dei negoziati irano-americani, degli obiettivi iraniani nella regione. Sono pronti a deviare la questione, usando bugie, inganni e falsificazioni.<\/p>\n\n\n\n


Decisa dai palestinesi e condotta da loro stessi senza che nessuno lo sapesse, la Battaglia della \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb dimostra che la lotta \u00e8 interamente palestinese. \u00c8 al servizio della Palestina, del popolo palestinese e dei problemi che deve affrontare, e non ha nulla a che fare con qualsiasi questione regionale o internazionale. L\u2019evento conferma la veridicit\u00e0 di ci\u00f2 che diciamo da anni ai nostri amici e nemici. Alcuni non riescono a capire questa realt\u00e0: le decisioni dei movimenti di resistenza appartengono ai leader dei movimenti di resistenza. Dall\u2019Imam Khomeini a Sua Eminenza Imam Khamenei, la Repubblica Islamica dell\u2019Iran ha sostenuto pubblicamente i movimenti di resistenza in Libano, Palestina e nella regione, ma non esercita alcuna forma di tutela su di essi, sui loro leader o sulle loro decisioni.<\/p>\n\n\n\n

Gli eventi passati e presenti lo confermano e chiunque voglia capire cosa sta accadendo oggi e potrebbe accadere domani deve comprendere che i veri decisori sono i leader della Resistenza, i membri della Resistenza e i combattenti che servono i loro obiettivi e la loro causa.<\/p>\n\n\n\n

Hassan Nasrallah insiste che l\u2019Iran non avrebbe alcun controllo sui movimenti di resistenza arabi. Questa affermazione viene regolarmente respinta in Occidente, dove organizzazioni come Hezbollah, Hamas e alcune fazioni irachene vengono spesso presentate come docili proxy<\/em> di Teheran, senza alcuna agenda o ragion d\u2019essere se non quella di servire gli interessi regionali dell\u2019Iran. In realt\u00e0, il rapporto esistente tra le varie forze armate mediorientali e il regime iraniano \u00e8 complesso e non \u00e8 sempre stato della stessa natura o intensit\u00e0 nel tempo.<\/p>\n\n\n\n

Nel caso di Hezbollah in Libano, la vera cooperazione non \u00e8 tanto con le istituzioni presidenziali o governative iraniane quanto con la Guida della Rivoluzione (Ali Khamenei) e i Pasdaran. Il rapporto con la Guida, descritto dagli esperti come Wilayat al-Faqih <\/em>(tradotto come \u00abGoverno del Giureconsulto\u00bb), in realt\u00e0 funziona solo in casi specifici e rimane piuttosto flessibile nella pratica. Il pi\u00f9 delle volte assume la forma di un \u00abcome accordato\u00bb emesso dalla Guida su richiesta di Hezbollah. \u00c8 il caso, ad esempio, di quando una votazione all\u2019interno della leadership del partito non produce una maggioranza e si pu\u00f2 richiedere l\u2019arbitrato della Guida. Le situazioni pi\u00f9 restrittive riguardano i casi in cui il RIL voglia condurre operazioni militari, in particolare contro Israele, che potrebbero avere ripercussioni sugli interessi regionali o internazionali dell\u2019Iran. In questo tipo di casi \u00e8 necessario il via libera della Guida. Per il resto, e in particolare per tutto ci\u00f2 che riguarda la gestione della politica interna libanese, la leadership di Hezbollah gode di un comodo margine di manovra.<\/p>\n\n\n\n

La natura del legame con i Pasdaran \u00e8 cambiata notevolmente. Quando il RIL fu creato nell\u2019estate del 1982, i Pasdaran insegnarono ai suoi primi membri l\u2019arte della guerra e del combattimento. Negli anni Novanta questi legami si sono indeboliti, per poi riprendere seriamente con l\u2019escalation della guerra civile siriana all\u2019inizio del 2010. Da allora, i Pasdaran e il RIL hanno sviluppato una relazione pi\u00f9 complessa, lavorando a stretto contatto.<\/p>\n\n\n\n

Fratelli e sorelle,<\/p>\n\n\n\n

Questo \u00e8 il terzo punto: le ripercussioni della guerra. Tutti voi avete seguito da vicino ci\u00f2 che \u00e8 accaduto sul campo, e non c\u2019\u00e8 bisogno che vi spieghi cosa \u00e8 successo il 7 ottobre. Lo abbiamo visto tutti, sugli schermi, in televisione. \u00c8 stato un risultato eroico, coraggioso, creativo, preciso e grandioso. Lo salutiamo tutti.<\/p>\n\n\n\n

Qual \u00e8 stato l\u2019esito di questa grande operazione?<\/p>\n\n\n\n

Questo ha causato un terremoto nell\u2019entit\u00e0 israeliana, un terremoto di sicurezza, militare, politico, psicologico e morale.<\/p>\n\n\n\n

\u00abEntit\u00e0 israeliana\u00bb, e ancor pi\u00f9 spesso \u00abentit\u00e0 sionista\u00bb, sono i termini solitamente utilizzati nel vocabolario di Hezbollah e degli attori politici antisionisti per designare Israele. Il termine \u00abentit\u00e0\u00bb viene qui utilizzato per evitare il termine \u00abStato\u00bb, che nel suo uso suonerebbe come un riconoscimento di quest\u2019ultimo e della sua legittimit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n

L\u2019operazione del 7 ottobre ha avuto conseguenze e ripercussioni strategiche ed esistenziali. Lascer\u00e0 il segno sull\u2019entit\u00e0 israeliana, ora e in futuro. Qualunque cosa faccia il governo del nemico, quello che ha fatto nell\u2019ultimo mese e quello che far\u00e0 nei giorni e nelle settimane a venire, non potr\u00e0 mai cambiare gli effetti e le ripercussioni strategiche e storiche dell\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb sull\u2019entit\u00e0 israeliana e sul futuro del conflitto.<\/p>\n\n\n\n

L\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb ha rivelato molte cose che tutti noi dobbiamo tenere a mente e prendere in considerazione. Non ora, naturalmente, ma pi\u00f9 avanti dovremo parlare degli effetti e delle conseguenze: le ripercussioni pi\u00f9 eclatanti dell\u2019operazione dovranno attendere un altro momento, per altri dettagli. Ma il punto pi\u00f9 importante che ha rivelato finora \u00e8 la debolezza e la fragilit\u00e0 dell\u2019entit\u00e0 israeliana. In verit\u00e0, \u00e8 pi\u00f9 fragile di una ragnatela<\/em>.<\/p>\n\n\n\n

Paragonare la forza dell\u2019esercito israeliano a quella di una \u00abragnatela\u00bb \u00e8 un tropo classico nel discorso di Nasrallah. Ha usato questa frase per la prima volta nel 2000, alla fine dell\u2019occupazione israeliana del Libano. L\u2019espressione intendeva riferirsi alla paura che l\u2019esercito israeliano aveva ispirato per decenni nelle popolazioni arabe del Medio Oriente e alla sua fama di invincibilit\u00e0 \u2013 fino a quando non era stato sconfitto e si era ritirato dal Libano. Nasrallah spieg\u00f2 allora che, lungi dal rinunciare all\u2019idea di combattere un Israele percepito come impossibile da sconfiggere, le popolazioni arabe dovevano seguire l\u2019esempio del RIL, un\u2019organizzazione paramilitare con mezzi limitati eppure vittoriosa.<\/p>\n\n\n\n

La frase \u00e8 diventata parte integrante del gergo utilizzato dal Segretario Generale di Hezbollah. Inni, canzoni e poesie la utilizzano da anni.<\/p>\n\n\n\n

Ho letto su alcuni media israeliani che gli stessi israeliani cominciano a rendersi conto pi\u00f9 di chiunque altro che Israele \u00e8 pi\u00f9 fragile di una ragnatela.<\/p>\n\n\n\n

Lo ha dimostrato l\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb. L\u2019amministrazione americana, con il suo presidente, i suoi ministri e i suoi generali, si \u00e8 affrettata a sostenere questa entit\u00e0 scossa e tremante, per permetterle di riprendere fiato. Di tornare in s\u00e9. Di rimettersi in piedi. Di riprendere l\u2019iniziativa, cosa che non \u00e8 ancora riuscita a fare. E di fornirle ogni forma di protezione e sostegno.<\/p>\n\n\n\n

Questo episodio, come la rapidit\u00e0 con cui gli Stati Uniti sono intervenuti al capezzale di Israele, ha rivelato la fragilit\u00e0, la debolezza e il fallimento di questa Entit\u00e0. Immaginate: nei primi giorni dell\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb, per affrontare una Striscia di Gaza assediata, il governo nemico aveva bisogno che la flotta americana arrivasse nel Mediterraneo per sostenerlo moralmente e militarmente. La flotta americana! [Israeliani] Dov\u2019\u00e8 il vostro esercito? Dove sono le vostre forze aeree? Le vostre forze navali? Dov\u2019\u00e8 l\u2019Israele che si vanta di essere l\u2019esercito pi\u00f9 potente della regione?<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

Il punto successivo \u00e8 che tutti questi effetti, tutte queste conseguenze, tutte queste ripercussioni devono essere spiegate ed esposte, in modo che tutti sappiamo che i sacrifici che Gaza, la Cisgiordania e tutti gli altri fronti stanno attualmente facendo non sono vani. S\u00ec, questi successi, risultati e ripercussioni meritano tutti questi sacrifici, perch\u00e9 hanno permesso di entrare in una nuova fase del conflitto con il nemico. Una fase storica senza precedenti nel destino del popolo palestinese, e nel destino dei popoli e dei Paesi della regione. Questo \u00e8 ci\u00f2 che \u00e8 accaduto durante l\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb. Per questo, tutti questi sacrifici sono meritati. Non c\u2019\u00e8 altra scelta. L\u2019altra scelta significa scegliere il silenzio, l\u2019attesa, l\u2019attesa della morte, l\u2019attesa della scomparsa della Cisgiordania, l\u2019attesa della scomparsa di Al-Aqsa, l\u2019attesa del rafforzamento dell\u2019assedio, l\u2019attesa della morte dei prigionieri. Alla fine, la scelta che abbiamo fatto \u00e8 quella giusta; \u00e8 sana, giusta, saggia, coraggiosa e necessaria. \u00c8 stata fatta al momento giusto e merita tutti questi sacrifici.<\/p>\n\n\n\n

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Sostenitori di Hezbollah, gruppo sostenuto dall\u2019Iran, ascoltano un discorso del loro leader Sayyed Hassan Nasrallah tramite un collegamento video durante una cerimonia che celebra il \u00abGiorno del Martire di Hezbollah\u00bb nel sobborgo meridionale di Beirut di Dahiyeh, in Libano, sabato 11 novembre 2023. \u00a9 AP Photo\/Hassan Ammar<\/figcaption>\n <\/a>\n<\/figure>\n\n\n

Ma come ha reagito il nemico all\u2019evento del 7 ottobre e all\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb? Fin dalle prime ore del conflitto, era chiaro che il nemico era stanco e disorientato perch\u00e9 \u2013 come sapete \u2013 c\u2019era stata una festa quel sabato e la notte precedente. Era quindi un buon momento per la Resistenza: tutti sembravano addormentati, dopo aver passato la notte a ubriacarsi e a banchettare. Non solo a Gaza, ma anche a Tel Aviv e Gerusalemme. Ci sono volute diverse ore prima che Netanyahu e Gallant apparissero.<\/p>\n\n\n\n

Quando gli israeliani sono andati a riprendere il controllo degli insediamenti nelle mani dei combattenti della resistenza palestinese, erano in uno stato di follia, disordine e rabbia. Una rabbia mista a follia. Ecco perch\u00e9 sono stati loro a commettere massacri contro i coloni israeliani, non Hamas e le altre fazioni della Resistenza. All\u2019interno dell\u2019entit\u00e0 israeliana cominciano a emergere voci, articoli e indagini che lo dimostrano. Presto, quando la polvere della guerra si sar\u00e0 posata e inizier\u00e0 il lavoro delle commissioni d\u2019inchiesta, il mondo scoprir\u00e0 che la maggior parte di coloro che sono stati presentati come civili uccisi da Hamas o dai palestinesi sono stati uccisi da armi, proiettili, bombardamenti e missili dell\u2019esercito israeliano, che ha agito in preda alla rabbia, alla follia e al disordine.<\/p>\n\n\n\n

Di fronte a Gaza, di fronte al disastro che il nemico ha vissuto, sembra che i governi del nemico israeliano non abbiano imparato assolutamente nulla dalle loro esperienze. Continuiamo a sentire che Israele sta prendendo in considerazione i suoi fallimenti, conducendo indagini e imparando lezioni. Non \u00e8 quello che vediamo oggi. Non sembra che stiano imparando dalle loro esperienze, in particolare dalle loro guerre con i movimenti di resistenza in Libano e in Palestina. \u00c8 ovvio: ci\u00f2 che sta accadendo oggi \u00e8 gi\u00e0 accaduto in Libano nel luglio 2006 e durante le ripetute guerre con Gaza, con differenze in termini di quantit\u00e0 e qualit\u00e0, ma per tutto ci\u00f2, queste somiglianze sono della stessa natura ed essenza.<\/p>\n\n\n\n

Uno dei pi\u00f9 grandi errori commessi nelle guerre precedenti, e che il governo nemico continua a commettere anche oggi, sta nei suoi obiettivi. Questo errore consiste nel fissare obiettivi troppo ambiziosi per essere raggiunti. Ad esempio, [gli israeliani] hanno dichiarato che l\u2019obiettivo era \u00abeliminare Hamas nella Striscia di Gaza\u00bb, la totalit\u00e0 di Hamas. Altre volte, infine, hanno parlato di \u00abrovesciare il governo di Hamas\u00bb, poi di \u00abeliminare la leadership di Hamas\u00bb o di \u00abdistruggere l\u2019ala militare di Hamas\u00bb. Ma a volte parlano ancora di eliminare Hamas: pu\u00f2 una persona sana di mente porsi un tale obiettivo?<\/p>\n\n\n\n

Poi, quando si sono resi conto della situazione e hanno ascoltato le richieste delle famiglie dei prigionieri, si sono posti un altro obiettivo, quello di recuperare i loro prigionieri dalla Resistenza e dalle fazioni della Resistenza senza alcuna condizione. Chiedo a chiunque abbia una lunga e vasta esperienza delle fazioni della Resistenza, dall\u2019inizio dei movimenti di resistenza palestinesi e libanesi fino ai giorni nostri: c\u2019\u00e8 mai stato un giorno in cui un israeliano \u00e8 riuscito a liberare i suoi prigionieri senza scambi o negoziati? Questa entit\u00e0 israeliana non trae alcuna lezione dalle sue esperienze: quello che \u00e8 successo in Libano nel 2006 \u00e8 la stessa cosa. Dopo l\u2019operazione dei due prigionieri [in Libano nel 2006], [Israele] arriv\u00f2 e dichiar\u00f2 che l\u2019obiettivo della guerra era eliminare Hezbollah, schiacciarlo. Naturalmente, aveva con s\u00e9 gli Stati Uniti, l\u2019Occidente, i Paesi arabi… L\u2019obiettivo era schiacciare Hezbollah in Libano e riavere i due prigionieri senza alcun negoziato o scambio. [Gli israeliani] hanno combattuto per 33 giorni. Non sono riusciti a schiacciare Hezbollah n\u00e9 a recuperare i loro prigionieri.<\/p>\n\n\n\n

La stessa cosa sta accadendo oggi a Gaza, con una differenza fondamentale: l\u2019entit\u00e0 dei crimini, dei massacri, delle uccisioni e degli atti di sterminio perpetrati durante la guerra di luglio [2006]. Pi\u00f9 di 150.000 case sono state parzialmente o completamente distrutte. [Si sono contante] migliaia di persone martirizzate. Ma alla fine il popolo libanese ha resistito. La Resistenza al fronte ha resistito. Il nemico \u00e8 stato costretto a fermarsi e a rinunciare ai suoi obiettivi.<\/p>\n\n\n\n

All\u2019inizio del conflitto, l\u2019esercito israeliano aveva promesso alla propria societ\u00e0 e alla comunit\u00e0 internazionale che Hezbollah sarebbe stato sterminato \u00abin una settimana\u00bb. La risoluzione 1701 \u00e8 stata approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l\u201911 agosto, raccomandando<\/em>, senza specificare una data, la fine delle ostilit\u00e0. In altre parole, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite \u2013 su richiesta degli Stati Uniti \u2013 intendeva lasciare a Israele la scelta di porre fine alla guerra. Non solo l\u2019esercito israeliano non raggiunse nessuno degli obiettivi dichiarati, ma il suo massiccio bombardamento del Libano meridionale non riusc\u00ec a ridurre il numero di razzi lanciati ogni giorno contro il nord di Israele. Il 12 agosto, Israele lanci\u00f2 un\u2019invasione di terra su larga scala del Libano: 40.000 soldati israeliani entrarono nel Libano meridionale. Di fronte a loro c\u2019erano 5.000 combattenti della RIL, nascosti nei tunnel. Meno di 72 ore dopo, l\u2019esercito israeliano richiam\u00f2 le sue truppe e dichiar\u00f2 il cessate il fuoco il 14 agosto.<\/p>\n\n\n\n

Oggi, ci\u00f2 che sta accadendo in Palestina, ci\u00f2 che sta accadendo nella Striscia di Gaza, \u00e8 esemplificativo della stupidit\u00e0, della follia e dell\u2019impotenza degli israeliani. Perch\u00e9 cosa stanno facendo? Stanno uccidendo gli abitanti di Gaza, donne e bambini. La maggior parte dei martiri sono donne e bambini. La maggior parte, la stragrande maggioranza dei martiri sono civili. Distruggono chiese, moschee, ospedali e scuole. Non rispettano nulla, n\u00e9 il sangue della gente n\u00e9 le istituzioni della Striscia di Gaza. Distruggono edifici abitati. Distruggono interi quartieri. Davanti agli occhi del mondo. Questo richiede la pi\u00f9 potente forza aerea della regione? \u00c8 necessario a questo un esercito forte nella regione?<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

Fratelli e sorelle, il prossimo punto. Ci\u00f2 che sta accadendo nella Striscia di Gaza e ci\u00f2 a cui il mondo sta assistendo ci rivela ancora una volta innanzitutto la natura selvaggia e barbara di questa entit\u00e0, Israele, l\u2019entit\u00e0 usurpatrice che [l\u2019Occidente] ha impiantato nella nostra regione, in Palestina, sulla base della nefasta Dichiarazione Balfour [promessa fatta nel 1917 dal governo britannico al movimento sionista di creare \u00aba national home for the Jewish People\u00bb in Palestina, NDT<\/em>], che \u00e8 stata commemorata ieri. Per 75 anni ha incendiato con il suo fuoco e le sue guerre i popoli della regione, in primo luogo il popolo palestinese, ma anche l\u2019Egitto, la Giordania, la Siria, il Libano \u2013 l\u2019intera regione. E succede ancora oggi, nonostante tutti gli anni in cui si \u00e8 cercato di dire ai popoli arabi, al mondo musulmano e a tutti i popoli del mondo, che [Israele] era uno Stato democratico, uno Stato con valori umanisti, uno Stato morale, uno Stato governato dallo Stato di diritto, uno Stato che rispettava il diritto internazionale.<\/p>\n\n\n\n

Oggi, i martiri di Gaza, i bambini di Gaza, le donne di Gaza, gli oppressi di Gaza e di tutti i massacri passati, stanno rivelando la verit\u00e0 dietro le bugie che i politici e i media internazionali e arabi hanno contribuito a creare per ingannare i nostri popoli e costringerli al silenzio o alla normalizzazione con questa entit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n

In secondo luogo, ci\u00f2 che sta accadendo nella Striscia di Gaza rivela la responsabilit\u00e0 diretta degli Stati Uniti per tutti questi omicidi, massacri e barbarie. Questa \u00e8 l\u2019ipocrisia americana. Il primo giorno, Biden ha dichiarato: \u00abAbbiamo chiesto [agli israeliani] di prestare attenzione al diritto internazionale. Voi [gli israeliani] avete il diritto di difendervi, ma fate attenzione ai civili\u00bb. Un discorso vuoto e ipocrita. Da 30 giorni Gaza \u00e8 schiacciata sotto gli occhi della societ\u00e0 internazionale, dei Paesi del mondo, dei Paesi occidentali che esaltano i valori umanistici e i diritti umani. Invocano pretesti fallaci, secondo i quali Hamas avrebbe decapitato dei bambini, ma non sono stati in grado di fornire la minima prova. D\u2019altro canto, tacciono sulle migliaia di bambini decapitati nella Striscia di Gaza, smembrati nella Striscia di Gaza. Questa \u00e8 la verit\u00e0 sugli Stati Uniti, la verit\u00e0 sull\u2019Occidente, la verit\u00e0 sulla comunit\u00e0 internazionale, la verit\u00e0 sul cosiddetto diritto internazionale \u2013 e sulla legge della giungla che governa questo mondo.<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

Quello che sta accadendo oggi a Gaza non \u00e8 solo un\u2019altra guerra, non \u00e8 solo un altro evento, non \u00e8 solo un\u2019altra battaglia. \u00c8 una battaglia cruciale, decisiva, storica. Ci sar\u00e0 un prima e un dopo. Questo obbliga tutti noi ad assumerci le nostre responsabilit\u00e0. Per assumerci le nostre responsabilit\u00e0, dobbiamo definire obiettivi vicini, verso i quali dobbiamo lavorare tutti. Credo che ce ne siano due.<\/p>\n\n\n\n

Il primo obiettivo, per il quale dobbiamo lavorare giorno e notte, \u00e8 porre fine all\u2019aggressione contro la Striscia di Gaza, porre fine alla guerra contro la Striscia di Gaza.<\/p>\n\n\n\n

Il secondo obiettivo \u00e8 la vittoria di Gaza, la vittoria della Resistenza palestinese a Gaza e, pi\u00f9 specificamente, la vittoria di Hamas a Gaza. Dobbiamo tenere a mente questi obiettivi e lavorare per raggiungerli.<\/p>\n\n\n\n


Il primo obiettivo, porre fine alla guerra e all\u2019aggressione, \u00e8 motivato da considerazioni umanistiche, morali, religiose e legali. Non sono discutibili. Per quanto riguarda il secondo obiettivo, fratelli e sorelle, tutti voi che state ascoltando, \u00e8 nell\u2019interesse di tutti. \u00c8 ovviamente prima di tutto e soprattutto nell\u2019interesse del popolo palestinese, nell\u2019interesse di tutto il popolo palestinese.<\/p>\n\n\n\n

Alcuni manipolano la verit\u00e0 e distorcono i fatti. Dicono: \u00abLa vittoria a Gaza \u00e8 la vittoria dell\u2019Iran. Diciamo le cose come stanno: la vittoria a Gaza \u00e8 la vittoria dei Fratelli Musulmani nella regione\u00bb. Siete stati ingannati e confusi. La vittoria a Gaza \u00e8 la vittoria del popolo palestinese. \u00c8 la vittoria dei prigionieri in Palestina, la vittoria della Cisgiordania, della Striscia di Gaza, di Gerusalemme, della Moschea di Al-Aqsa, della Chiesa del Santo Sepolcro. \u00c8 anche una vittoria per tutti i popoli e i Paesi della regione, in particolare per i Paesi vicini.<\/p>\n\n\n\n

Non ho tempo di spiegarlo in dettaglio in questa sede, ma tenetelo a mente: la vittoria a Gaza oggi \u00e8 anche nell\u2019interesse nazionale dell\u2019Egitto. La vittoria a Gaza oggi \u00e8 nell\u2019interesse nazionale della Giordania. La vittoria a Gaza oggi \u00e8 nell\u2019interesse nazionale della Siria. E soprattutto, la vittoria a Gaza oggi \u00e8 nell\u2019interesse nazionale libanese.<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

Quindi, fratelli e sorelle, tutti abbiamo delle responsabilit\u00e0. In tutto il mondo, ogni persona libera, ogni persona dignitosa, deve assumersi le proprie responsabilit\u00e0. I Paesi e i governi arabi e musulmani devono dedicare tutti i loro sforzi almeno per porre fine all\u2019aggressione contro Gaza. Se non volete lavorare per il secondo obiettivo, dovete mobilitarvi per il primo, per fermare l\u2019aggressione. Lo esigono la vostra religione, la vostra umanit\u00e0, la vostra moralit\u00e0 e la vostra coscienza.<\/p>\n\n\n\n

Denunce e condanne non sono sufficienti. Interrompete le relazioni [diplomatiche], richiamate gli ambasciatori. Le parole non sono sufficienti se, allo stesso tempo, si invia petrolio a Israele, gas a Israele, cibo a Israele. Durante le guerre passate, il messaggio ai Paesi arabi e musulmani era: \u00abTogliete il petrolio agli Stati Uniti\u00bb. \u00c8 spiacevole vedere che oggi siamo ridotti a sognare, chiedendo ai Paesi arabi e musulmani: \u00abTogliete il petrolio a Israele. Private Israele del cibo. Smettete di esportare ci\u00f2 che esportate in Israele\u00bb.<\/p>\n\n\n\n

Ho letto che alcuni israeliani prendono in giro i Paesi arabi. Dicono: \u00ab22 regimi, 22 Paesi arabi. Eppure sono incapaci di evacuare un solo paziente ferito da Gaza, o di far arrivare a Gaza un solo camion di aiuti\u00bb. L\u2019impotenza araba ha raggiunto questo livello?<\/p>\n\n\n\n

Nei loro appelli, i fratelli di Gaza dicono ai Paesi arabi: \u00abNon chiediamo l\u2019intervento dei vostri eserciti, n\u00e9 delle vostre armi o missili. Ma non avete abbastanza forza per aprire il valico di Rafah? Per forzare l\u2019ingresso dei soccorritori ed evacuare i feriti?\u00bb. Non possono andare al valico di Rafah, questi re, presidenti, ministri, ulema, le \u00e9lite del mondo arabo e musulmano? E occuparlo con le loro mogli e i loro figli, proprio accanto alle donne e ai bambini di Gaza? E trasformare il valico di Rafah in una piattaforma da cui rivolgersi al mondo intero, al proprio popolo, e ricordare a tutti le proprie responsabilit\u00e0?<\/p>\n\n\n\n

In ogni caso, questo \u00e8 ci\u00f2 che abbiamo da dire. Non voglio parlare di tradimento, n\u00e9 usare termini offensivi, perch\u00e9 sarebbe inutile. Tutto ci\u00f2 che possiamo fare \u00e8 rimanere fiduciosi e continuare a chiamare, a chiedere, a convincere e a denunciare i responsabili. Forse allora, a un certo punto, si risveglier\u00e0 qui la coscienza e l\u00e0 l\u2019onore.<\/p>\n\n\n\n

Per quanto riguarda i movimenti di resistenza \u2013 e qui arrivo al mio ultimo punto, che tutti aspettano \u2013 la Resistenza islamica in Iraq ha iniziato a mettersi all\u2019opera e ha annunciato che potrebbe passare a una nuova fase.<\/p>\n\n\n\n


I fratelli dello Yemen, gli onorevoli fratelli dello Yemen, l\u2019esercito yemenita, il movimento Ansar Allah, anche il popolo yemenita. Il popolo paziente, oppresso, resistente, impegnato nella lotta, ha gi\u00e0 preso numerose iniziative, pubblicamente e ufficialmente, nonostante tutte le minacce americane, occidentali e straniere. Gli yemeniti hanno inviato i loro missili e droni che, anche se sono stati abbattuti, alla fine colpiranno i loro obiettivi. Alla fine raggiungeranno Eilat, il sud della Palestina e le basi militari israeliane che occupano il sud della Palestina. Li salutiamo ed esprimiamo la nostra stima nei loro confronti.<\/p>\n\n\n\n

Per quanto riguarda il nostro fronte libanese, siamo entrati nella battaglia l\u20198 ottobre. Lo dico perch\u00e9 alcuni dicono: \u00abIl Sayyid <\/em>[titolo di Hassan Nasrallah<\/em>] annuncer\u00e0 l\u2019inizio della guerra\u00bb. No, siamo entrati in guerra l\u20198 ottobre. La Resistenza islamica in Libano ha iniziato le sue operazioni il secondo giorno della \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb. In tutta onest\u00e0 e giustamente, non lo sapevamo e lo abbiamo scoperto solo sabato, come il resto del mondo. Cos\u00ec siamo passati rapidamente da una fase all\u2019altra. Il secondo giorno le operazioni sono iniziate nella zona delle fattorie di Shebaa e delle colline di Kfar Chouba. Si sono poi estese all\u2019intero confine tra il Libano e la Palestina occupata. Avete seguito da vicino le operazioni e continuate a farlo quotidianamente.<\/p>\n\n\n\n

Ci\u00f2 che sta accadendo sul nostro fronte \u00e8 molto importante e significativo. Coloro che si aspettano o chiedono che Hezbollah entri al pi\u00f9 presto in una guerra totale contro il nemico possono considerare insignificante ci\u00f2 che sta accadendo sul confine. Ma se guardiamo obiettivamente a ci\u00f2 che sta accadendo al confine, ne comprendiamo la portata, l\u2019importanza e l\u2019influenza. Ovviamente, questo non sar\u00e0 sufficiente.<\/p>\n\n\n\n

Quello che sta accadendo sul nostro fronte libanese non ha precedenti nella storia dell\u2019entit\u00e0 israeliana, dal 1948, da quando esistono siti militari israeliani al confine con il Libano, da quando esistono coloni e occupanti nel nord della Palestina occupata al confine con il Libano. Quello che sta accadendo dall\u20198 ottobre non \u00e8 mai successo prima, nemmeno durante la guerra di luglio [2006].<\/p>\n\n\n\n

[Per la prima volta] tutti i siti militari israeliani, dal mare alle alture delle fattorie di Shebaa e alle colline di Kfar Chouba, sono esposti a intense offensive quotidiane, che li prendono di mira, che colpiscono con armi diverse carri armati, veicoli, droni, soldati e le loro unit\u00e0, il loro equipaggiamento che \u00e8 i loro occhi e le loro orecchie.<\/p>\n\n\n\n

Dall\u20198 ottobre, la Resistenza islamica in Libano \u00e8 impegnata in una vera e propria battaglia, la cui portata pu\u00f2 essere colta solo da coloro che sono presenti nella zona di confine, sia combattenti che abitanti. \u00c8 una battaglia diversa da tutte quelle che la Resistenza ha condotto in Libano, sia prima del 2000, sia nel 2006, sia da allora. Si tratta di un tipo di battaglia diverso, in termini di circostanze, giustificazioni, motivazioni, strumenti, obiettivi e operazioni. Ecco perch\u00e9 questa coorte di potenziali martiri, coraggiosi e pronti al sacrificio, ha insistito per rimanere in prima linea.<\/p>\n\n\n\n

Sabato 7 ottobre, subito dopo il lancio dell\u2019operazione \u00abTempesta Al-Aqsa\u00bb, il nemico ha iniziato a ritirare le sue forze regolari dal confine. Permettetemi di passare brevemente in rassegna i risultati ottenuti finora da questa operazione. Quando parliamo dei martiri del fronte libanese, parliamo di 57 martiri, compresi i martiri delle Brigate della Resistenza libanese, i martiri delle Brigate al-Qassam, i martiri delle Brigate al-Quds in Libano e i martiri civili. Quando si guarda a questi martiri, bisogna chiedersi: \u00abChe cosa ha fatto questo sangue? Che cosa ha ottenuto? \u00c8 molto importante saperlo, per sapere come arrivare alla fine.<\/p>\n\n\n\n

In primo luogo, sabato 7 ottobre, il nemico ha iniziato a ritirare le sue forze dal confine con il Libano. Era in uno stato di collasso morale e voleva raccogliere le sue forze, chiamare i riservisti e inviarli a Gaza. Immaginate, il nemico voleva inviare il suo intero esercito contro Gaza, la Striscia di Gaza assediata, con il suo territorio limitato. Il nemico voleva ritirare le sue forze dalla Cisgiordania, dal nord della Palestina, e sostituirle con i riservisti. Questo potrebbe essere gi\u00e0 accaduto una o due volte nella storia dell\u2019entit\u00e0 israeliana.<\/p>\n\n\n\n

Le operazioni si sono intensificate di giorno in giorno e hanno costretto il nemico a mantenere le sue forze al confine e nel nord della Palestina occupata, e persino a rinforzare alcune unit\u00e0, comprese quelle d\u2019\u00e9lite che voleva spostare dalla Cisgiordania a Gaza: sono state inviate nel nord della Palestina occupata.<\/p>\n\n\n\n

Di conseguenza, posso dire che il fronte libanese ha permesso di trattenere e attirare verso di noi gran parte delle forze che erano destinate ad attaccare Gaza. E s\u00ec, \u00e8 l\u00ec che ci troviamo. Ci stiamo esponendo al pericolo, \u00e8 vero. Alcuni in Libano dicono che stiamo correndo dei rischi, e anche questo \u00e8 vero. Ma questa assunzione di rischi \u00e8 calcolata, utile e corretta.<\/p>\n\n\n\n

Ascoltate, fratelli miei, se la nostra posizione si limitasse a mostrare la nostra solidariet\u00e0 politica, facendo discorsi e manifestando ogni giorno, e gli israeliani non si preoccupassero del loro confine settentrionale, tutte le loro forze andrebbero a Gaza, e alcune in Cisgiordania. Ma cosa ha fatto il fronte libanese? Ho cifre precise sul numero di forze, veicoli, divisioni, brigate… ma questo richiede spiegazioni e dati precisi, e ho chiesto ai fratelli [combattenti della RIL, NDT] una stima adeguata, formulata in termini semplici.<\/p>\n\n\n\n

In primo luogo, oggi il fronte libanese \u00e8 riuscito ad attirare un terzo dell\u2019esercito israeliano al confine con il Libano. Un terzo dell\u2019esercito israeliano sta attualmente affrontando questi combattenti al confine. Una parte significativa di queste forze \u00e8 costituita da forze d\u2019\u00e9lite e da forze regolari, che avrebbero potuto andare a Gaza.<\/p>\n\n\n\n

In secondo luogo, met\u00e0 delle capacit\u00e0 navali di Israele sono ora nel Mediterraneo, di fronte a noi [Libano] e di fronte ad Haifa.<\/p>\n\n\n\n

In terzo luogo, un quarto delle forze aeree \u00e8 schierato in Libano.<\/p>\n\n\n\n

In quarto luogo, circa la met\u00e0 della difesa missilistica israeliana, vale a dire Iron Dome, missili Patriot e altri, \u00e8 diretta verso il fronte libanese. Circa un terzo della logistica delle forze armate \u00e8 mobilitata verso il Libano.<\/p>\n\n\n\n

\n \n \r\n \r\n \r\n \r\n \r\n \r\n \r\n \r\n <\/picture>\r\n \n
Un ragazzo regge un cartello con il ritratto del generale Qassem Soleimani della Forza Quds iraniana, in basso, mentre partecipa alla cerimonia per il quarto anniversario dell\u2019assassinio di Soleimani, nella periferia meridionale di Beirut, in Libano, mercoled\u00ec 3 gennaio 2024. I ritratti in alto mostrano il defunto comandante militare di Hezbollah Imad Mughniyeh, a destra, il leader di Hezbollah assassinato Sheikh Abbas al-Moussawi, in seconda posizione a destra, Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle milizie sostenute dall\u2019Iran in Iraq note come Forze di mobilitazione popolare, al centro, e l\u2019assassinato generale Qassem Soleimani della Forza Quds dell\u2019Iran, a sinistra \u00a9 AP Photo\/Hassan Ammar<\/figcaption>\n <\/a>\n<\/figure>\n\n\n

Sono risultati concreti. Sono corretti e precisi. Naturalmente, i fratelli [combattenti] saranno in grado di darvi le cifre esatte in seguito. Ma volevo comunicarvi gli ordini di grandezza.<\/p>\n\n\n\n

In secondo luogo, lo sfollamento di decine di migliaia di abitanti [israeliani] degli insediamenti e l\u2019evacuazione di altre migliaia di persone, ovvero coloro che se ne sono andati da soli e altri evacuati dal governo e dall\u2019esercito israeliano. Nel nord, 43 insediamenti sono stati evacuati e [gli israeliani] che ora si trovano negli insediamenti sono principalmente soldati, non civili. Nel sud, di fronte a Gaza, sono stati evacuati 58 insediamenti. Le persone evacuate dal nord e dal sud stanno esercitando una forte pressione in termini di psicologia, morale, finanze ed economia [sul loro governo]. Il Ministro delle Finanze israeliano \u00e8 allarmato da questa situazione, che sta contribuendo a esercitare una forte pressione.<\/p>\n\n\n\n

Terzo, e pi\u00f9 importante. Queste operazioni al confine e nelle fattorie di Shab\u2019a hanno creato un clima di ansia, attesa, panico e paura tra i leader politici e militari del nemico, nonch\u00e9 tra gli americani, di cui parleremo pi\u00f9 avanti. La preoccupazione che questo fronte possa portare a un\u2019ulteriore escalation o a una guerra totale, la preoccupazione che questo fronte possa degenerare in una guerra su larga scala, \u00e8 una possibilit\u00e0 realistica. Il nemico deve tenerne conto e lo sta gi\u00e0 facendo. Gli israeliani ne hanno parlato, fa parte del loro pensiero e lo vediamo chiaramente in tutti i messaggi americani, francesi, europei, occidentali e persino arabi che ci sono giunti ogni giorno dal 7 ottobre.<\/p>\n\n\n\n

Questo risultato, la creazione di un clima di ansia, incertezza e panico tra i leader del nemico, serve a due obiettivi fondamentali:<\/p>\n\n\n\n

Il primo \u00e8 che il nemico sia molto attento alle misure che prende contro il Libano. Stiamo parlando di deterrenza, stiamo parlando della vera paura degli israeliani. Se una sola delle operazioni condotte il mese precedente avesse preso di mira una posizione israeliana, un carro armato israeliano o un gruppo israeliano al confine, il nemico non avrebbe potuto tollerarlo. Oggi, invece, tollera tutto questo e si trattiene perch\u00e9 ha davvero paura che le cose non vadano come vorrebbe.<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

Il secondo \u00e8 che il nemico deve tenere conto di queste operazioni, di questa preoccupazione e di questa incertezza quando attacca Gaza, in particolare durante le operazioni di terra.<\/p>\n\n\n\n

Questi sono dunque gli obiettivi, questi sono i risultati raggiunti oggi dagli scontri nel sud del Libano e dal sangue dei martiri, oltre all\u2019entit\u00e0 delle perdite umane e materiali subite dal nemico nelle ultime settimane.<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

Siamo arrivati al punto cruciale. Il mondo deve sapere. Abbiamo tenuto questo fronte per settimane, nonostante le pressioni, i negoziati e le minacce. Fin dal primo giorno ci \u00e8 stato detto: \u00abSe avviate operazioni nel sud del Libano, se aprite un fronte nel sud, la flotta americana \u00e8 l\u00ec per [agire contro] di voi, e gli aerei americani vi bombarderanno\u00bb. Questo \u00e8 esattamente ci\u00f2 che ci \u00e8 stato detto domenica 8 ottobre e che ci \u00e8 stato ripetuto nei giorni successivi. Quando gruppi palestinesi di Hamas e della Jihad islamica hanno attraversato il confine libanese per entrare nella Palestina occupata durante la prima operazione, siamo stati anche minacciati di essere bombardati con aerei americani. Un secondo gruppo \u00e8 entrato [nel territorio occupato], poi \u00e8 entrato un terzo gruppo e, a Dio piacendo, entreranno anche altri gruppi.<\/p>\n\n\n\n

Questa minaccia non ha modificato in alcun modo la nostra posizione, ed \u00e8 per questo che abbiamo iniziato a lavorare su questo fronte. Nel caso di questo fronte, le possibilit\u00e0 di escalation e di evoluzione in una direzione o nell\u2019altra dipendono da due cose fondamentali:<\/p>\n\n\n\n

La prima cosa da fare \u00e8 capire cosa succeder\u00e0 dopo e come si svilupperanno gli eventi a Gaza. Questo fronte [libanese] \u00e8 un fronte di solidariet\u00e0, un fronte di sostegno a Gaza. Per questo motivo, il fronte si sta sviluppando ed evolvendo in linea con gli eventi che si verificano in quella zona, alla luce della loro natura, ma anche delle minacce e dei cambiamenti.<\/p>\n\n\n\n

Il secondo elemento che governa il nostro fronte libanese \u00e8 il comportamento del nemico sionista nei confronti del Libano, e anche in questo caso lo metto in guardia dalla sua ostinazione nel colpire alcuni civili, dopo averne uccisi diversi. Questo ci riporter\u00e0 a uno scontro tra civil [in riferimento all\u2019accordo del 1996, supra \u2013 NDT]. In ogni caso, il comportamento del nemico determiner\u00e0 anche lo sviluppo del nostro fronte.<\/p>\n\n\n\n

Ve lo dico in tutta trasparenza, onest\u00e0 e chiarezza, ma anche con una forma di ambiguit\u00e0, un\u2019ambiguit\u00e0 strategica: tutte le possibilit\u00e0 sono concepibili sul fronte libanese. Tutte le opzioni sono sul tavolo e possiamo prendere qualsiasi decisione in qualsiasi momento. Dobbiamo essere tutti preparati a tutte le possibilit\u00e0 e a tutti gli scenari futuri. E agli americani dico: le minacce e le intimidazioni che rivolgete a noi e ai combattenti della resistenza nella regione non servono a nulla. Non hanno alcun effetto sui movimenti o sui Paesi di resistenza.<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

Se le politiche americane e occidentali cercano di prevenire l\u2019estensione regionale del conflitto, allora non devono prendere la strada di minacciare e intimidire gli onorevoli combattenti della resistenza che sono venuti in difesa degli oppressi e dei luoghi santi. Possono solo prendere la strada di porre fine all\u2019aggressione contro Gaza.<\/p>\n\n\n\n

Questo \u00e8 Israele, il vostro strumento, il vostro soldato, il vostro servo. Israele \u00e8 sotto la vostra tutela. Voi, americani, potete porre fine all\u2019aggressione contro Gaza perch\u00e9 \u00e8 la vostra aggressione. Chiunque voglia evitare una guerra regionale, e mi rivolgo agli americani, deve porre fine all\u2019aggressione contro Gaza. E voi americani sapete perfettamente che se scoppia una guerra nella regione, le vostre navi non serviranno a nulla. I raid aerei non serviranno a nulla. Saranno i vostri interessi, i vostri soldati e le vostre navi a pagare per primi il prezzo della guerra, a esserne le vittime principali.<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n\n\n\n

La battaglia \u00e8 quindi una battaglia di perseveranza, pazienza, resistenza, di raggiungimento e accumulazione di successi, di vittorie contro il nemico, di resistenza contro gli obiettivi del nemico. \u00c8 cos\u00ec che trionferemo. Lo ripeto, dobbiamo tutti lavorare per fermare l\u2019aggressione contro Gaza, dobbiamo tutti lavorare per il trionfo di Gaza e per il trionfo della Resistenza a Gaza.<\/p>\n\n\n\n

(…)<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Di una delle figure pi\u00f9 influenti del Medio Oriente contemporaneo sappiamo poco o niente. Dallo scoppio della guerra del Sukkot, Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha parlato pi\u00f9 volte. Le immagini dei suoi ultimi due discorsi sono state proiettate in tutto il mondo. Nel discorso di novembre ha spiegato la strategia dell\u2019organizzazione dopo lo scoppio della guerra da parte di Hamas. 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