{"id":10724,"date":"2023-09-13T19:32:42","date_gmt":"2023-09-13T18:32:42","guid":{"rendered":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/ita\/?p=10724"},"modified":"2023-09-18T15:13:41","modified_gmt":"2023-09-18T14:13:41","slug":"lo-stato-dellunione-di-ursula-von-der-leyen-un-richiamo-o-un-incidente-della-storia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/legrandcontinent.eu\/it\/2023\/09\/13\/lo-stato-dellunione-di-ursula-von-der-leyen-un-richiamo-o-un-incidente-della-storia\/","title":{"rendered":"Lo Stato dell\u2019Unione di Ursula von der Leyen: un richiamo o un incidente della storia?"},"content":{"rendered":"\n
Strasburgo, 13 settembre 2023<\/p>\n\n\n\n
\u00abUn\u2019Europa pronta per l\u2019appuntamento con la storia\u00bb: il titolo e l\u2019asse portante dell\u2019ultimo discorso sullo stato dell\u2019Unione<\/a> pronunciato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen rivelano il suo tentativo di ammantare di una luce positiva una delle principali caratteristiche del suo mandato.<\/p>\n\n\n\n Dopo essere stata messa alla testa della Commissione in modo quasi accidentale<\/a>, al seguito di una carriera sulla scena politica tedesca<\/a>, il suo mandato \u00e8 stato profondamente segnato da un succedersi di crisi inaspettate: dalla pandemia di Covid-19 fino all\u2019invasione russa dell\u2019Ucraina e le sue numerose conseguenze sulle politiche europee in materia di energia, alimentazione e sicurezza. Ursula von der Leyen pu\u00f2 felicitarsi del successo di gran parte della sua presidenza, che comprende la fine delle negoziazioni sulla Brexit, la lotta contro la pandemia e la doppia risposta all\u2019invasione russa dell\u2019Ucraina e alla crisi energetica scatenata da Mosca. Questo le \u00e8 valso l\u2019encomio di diversi osservatori, come Brigid Laffan<\/a>, che l\u2019ha giudicata come una dei pi\u00f9 efficaci presidenti della Commissione dopo Jacques Delors.<\/p>\n\n\n\n Tuttavia, come mostra questo discorso, la sua presidenza \u00e8 stata anche e soprattutto segnata dal dover gestire una crisi permanente, radicando nella normalit\u00e0 l\u2019eccezionalit\u00e0 di uno stato di urgenza, rispondendo agli eventi, delegando spesso ai leader degli Stati membri all\u2019interno del Consiglio europeo il compito di tracciare la rotta \u2014 in una rivalit\u00e0 sempre pi\u00f9 visibile, e a momenti sconcertante, con il suo presidente Charles Michel<\/a>. A Parigi si prender\u00e0 nota di un segno rivelatore: nel suo lungo discorso \u2014 poco pi\u00f9 di un\u2019ora \u2014 non si trova alcun riferimento alla \u00abautonomia strategica\u00bb o alla \u00absovranit\u00e0 europea\u00bb\u2026<\/p>\n\n\n\n Dall\u2019inizio del suo mandato, la rotta fissata da von der Leyen, esponente tedesca del PPE, era il Green Deal, inteso come punto di consenso nella \u00abgrandissima coalizione<\/strong><\/a>\u00bb retta dalle forze ecologiste e liberali e dall\u2019accordo europeo con l\u2019Alleanza progressita dei socialisti e democratici. Tuttavia, le attuali esitazioni del PPE e dei liberali sul ritmo imposto alla transizione ecologica minacciano la completa attuazione del Green Deal e rendono incerto il suo futuro nel nuovo ciclo politico. Per ottenere la nomination (questa volta in qualit\u00e0 di Spitzenkandidat<\/em>), von der Leyen avr\u00e0 bisogno del sostegno del suo partito, lo stesso PPE che oggi emerge come uno dei principali oppositori alla realizzazione dell\u2019agenda verde. <\/p>\n\n\n\n In un interregno sempre pi\u00f9 minaccioso, quale sar\u00e0 l\u2019asse portante del nuovo ciclo politico? Su quali basi e con quali priorit\u00e0 si definir\u00e0 la prossima transizione geopolitica? <\/p>\n\n\n\n Leggendo il discorso, emerge una domanda fondamentale: le istituzioni europee continuano a vivere nell\u2019ombra di una virtuosa improvvisazione? Nella struttura politica mutevole dell\u2019Unione, un consenso dovrebbe essersi sedimentato dopo l\u2019invasione dell\u2019Ucraina: bisogna smettere di improvvisare, complimentandoci di sapere reagire agli shock esterni \u2014 fantasticando spesso sul loro carattere eterogeneo \u2014 per ricominciare a costruire, a pianificare, a proiettarsi nella storia. Per uscire dal caos, in un\u2019Unione che riunisce 27 Stati membri e prevede rapidamente di ammetterne altri, bisogner\u00e0 sforzarsi di ricomporre molti pezzi in un solo insieme. \u00abMeno Bill Evans, pi\u00f9 Beethoven\u00bb. <\/p>\n\n\n\n Onorevoli deputate, onorevoli deputati,<\/p>\n\n\n\n tra meno di 300 giorni i cittadini e le cittadine dell\u2019UE saranno chiamati alle urne nella nostra democrazia unica e straordinaria.<\/p>\n\n\n\n +++ Dalla nascita della rivista, siamo i primi a pubblicare in diverse lingue europee il testo integrale del discorso sullo Stato dell\u2019Unione. Pi\u00f9 di un milione di europei hanno potuto leggere da vicino questo importante discorso e costruirsi la propria idea. Se pensate che questo lavoro sia importante, se ne avete i mezzi, vi invitiamo a sostenerci<\/a>. Abbonandovi, contribuite a mantenere il Grand Continent una pubblicazione aperta.<\/em><\/p>\n\n\n\n Come accade in tutte le elezioni, il voto sar\u00e0 per tutti gli europei un’occasione per riflettere sullo stato della nostra Unione e sul lavoro svolto da chi li rappresenta.<\/p>\n\n\n\n Il discorso sullo stato dell\u2019Unione \u00e8 un evento cui si sottopone ogni anno la Presidenza della Commissione europea nella seduta plenaria di rientro del Parlamento europeo dopo la pausa estiva. Lo scopo \u00e8 tradizionalmente tirare un bilancio e indicare i grandi orientamenti che la Commissione seguir\u00e0 l\u2019anno successivo. Prima di tutto, Ursula von der Leyen inserisce il suo discorso nella prospettiva delle elezioni europee che si terranno all\u2019inizio di giugno 2024. Si tratta di difendere il bilancio dei quattro anni passati a capo della Commissione europea, segnalando allo stesso tempo i grandi assi dell\u2019imminente campagna elettorale.<\/p>\n\n\n\n Sebbene il suo nome venga spesso proposto per guidare la campagna del Partito Popolare Europeo, Ursula von der Leyen non ha ancora indicato se desidera candidarsi per un secondo mandato. Non \u00e8 neanche nota la sua strategia: aspetter\u00e0 di essere riconfermata dai Capi di Stato e di Governo? Cercher\u00e0 di diventare Spitzenkandidat del Partito Popolare Europeo?<\/p>\n\n\n\n Ma sar\u00e0 anche l\u2019occasione in cui decidere quale futuro e quale Europa vogliono.<\/p>\n\n\n\n Nonostante tutta la retorica sull\u2019ascolto dei cittadini, la Conferenza sul Futuro dell\u2019Europa e le sue 49 raccomandazioni dei cittadini rimangono al momento lettera morta. Lo stesso vale per la sua promessa di riformare le regole etiche dell\u2019Unione dopo il Qatargate, compreso il Comitato Etico dell\u2019UE.<\/p>\n\n\n\n Tra loro ci saranno milioni di persone che voteranno per la prima volta, le pi\u00f9 giovani nate nel 2008.<\/p>\n\n\n\n Nella cabina elettorale penseranno ai temi che stanno loro a cuore:<\/p>\n\n\n\n penseranno alla guerra che infuria ai nostri confini.<\/p>\n\n\n\n O all\u2019impatto devastante dei cambiamenti climatici.<\/p>\n\n\n\n Al modo in cui l\u2019intelligenza artificiale influenzer\u00e0 le loro vite.<\/p>\n\n\n\n O alle loro possibilit\u00e0 di comprare una casa o trovare un lavoro negli anni a venire.<\/p>\n\n\n\n Oggi la nostra Unione rispecchia la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la Seconda guerra mondiale.<\/p>\n\n\n\n Un futuro in cui un\u2019Unione di nazioni, democrazie e persone avrebbe lavorato insieme all\u2019insegna della pace e della prosperit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n Per loro l\u2019Europa significava rispondere alle sfide della Storia.<\/p>\n\n\n\n I riferimenti alla \u00abstoria\u00bb si sono moltiplicati dopo l\u2019invasione dell\u2019Ucraina nel 2022. Si tratta ovviamente di un rimando poco velato alla \u00abfine della storia\u00bb di Francis Fukuyama: lungi dall\u2019essere morta, la storia vive e costringe gli europei a svegliarsi dal loro letargo geopolitico. \u00c8 difficile rintracciare la prima apparizione di questa espressione. Tuttavia, va notato che compare in Les Noyers de l\u2019Altenburg<\/em>, l\u2019ultimo romanzo di Andr\u00e9 Malraux (pubblicato per la prima volta in Svizzera con il titolo La Lutte avec l\u2019Ange<\/em>). Pubblicato nel 1943, il libro ritrae un professore, filosofo dell\u2019azione, durante il periodo interbellico: per lui, rispondere alla \u00abchiamata della storia\u00bb significa \u00ablasciare una cicatrice sulla terra\u00bb. Inoltre, la nozione di chiamata \u00e8 inseparabile in francese dalla mitologia legata a de Gaulle, che Malraux abbracci\u00f2 pienamente dopo la guerra. L\u2019appello del 18 giugno, in cui Charles de Gaulle invitava alla resistenza contro la Germania nazista, fu una risposta e un ingresso nella storia per il generale Anche Emmanuel Macron l\u2019ha utilizzata durante la sua visita di Stato negli Stati Uniti nell\u2019aprile 2018. In un discorso al Congresso, e dopo aver ricordato la visita di de Gaulle nel 1958, ha detto: \u00abGli Stati Uniti sono un elemento chiave della nostra fiducia nel futuro, nella democrazia. La chiamata che sentiamo oggi \u00e8 la chiamata della storia\u00bb.<\/p>\n\n\n\n Non stupisce che il Presidente francese abbia usato questa espressione proprio negli Stati Uniti. In inglese, \u00abil richiamo della storia\u00bb sembra far parte della retorica presidenziale. Diversi Presidenti l\u2019hanno usata negli ultimi due decenni. George W. Bush l\u2019ha usata due volte nei suoi discorsi sullo Stato dell\u2019Unione, nel 2003 e nel 2006. Nel primo, pochi mesi prima dell\u2019inizio della guerra in Iraq, ha spiegato che i due anni che avevano seguito l\u201911 settembre erano stati una chiamata della storia alla quale il Paese era stato in grado di rispondere; tre anni dopo, ha detto che gli Stati Uniti avevano accettato \u00abla chiamata della storia a liberare i popoli oppressi e a guidare questo mondo verso la pace\u00bb. Anche il suo successore ha utilizzato questa espressione. Gi\u00e0 nella campagna elettorale del 2008, Barack Obama si \u00e8 servito della formula per criticare la politica estera di Bush, affermando che rispondere alla chiamata della storia non poteva ridursi a \u00abdare lezioni\u00bb al mondo senza mai ascoltarlo. Nel gennaio 2013, l\u2019ha usata di nuovo nella conclusione del suo discorso inaugurale, dicendo di voler \u00abportare in un futuro incerto questa preziosa luce di libert\u00e0\u00bb. Due anni dopo, anche Joe Biden, allora Vicepresidente, l\u2019ha pronunciata: nel dicembre 2015, in un discorso alla Rada (il Parlamento ucraino), ha ricordato ai deputati il loro \u00abobbligo di rispondere alla chiamata della storia e di costruire finalmente una nazione ucraina unita e democratica che possa resistere alla prova del tempo\u00bb. La frase \u00e8 anche diventata parte di uno dei passaggi pi\u00f9 intensi del suo discorso inaugurale nel 2021, quando Biden si \u00e8 congratulato con i suoi elettori (rappresentanti di \u00abun\u2019America della decenza e della dignit\u00e0\u00bb) per aver risposto \u00aballa chiamata della storia\u00bb. <\/p>\n\n\n\n In questo caso, \u00e8 probabile che Ursula von der Leyen non voglia emulare la retorica gaullista, ma pi\u00f9 probabilmente assumere dei toni che renderebbero il suo discorso sullo Stato dell\u2019Unione simile ai grandi appuntamenti della vita pubblica americana.<\/p>\n\n\n\n Quando parlo con le nuove generazioni di giovani vedo la stessa visione di un futuro migliore.<\/p>\n\n\n\n La stessa voglia di costruire un mondo migliore.<\/p>\n\n\n\n La stessa convinzione che, in un\u2019epoca di incertezze, l\u2019Europa debba ancora una volta rispondere alle sfide della Storia <\/p>\n\n\n\n Ed \u00e8 proprio quello che dobbiamo fare insieme.<\/p>\n\n\n\n Onorevoli deputate, onorevoli deputati,<\/p>\n\n\n\n il primo passo \u00e8 guadagnare la fiducia degli europei e delle europee per rispondere alle loro aspirazioni e preoccupazioni.<\/p>\n\n\n\n Nei prossimi 300 giorni dobbiamo portare a termine l\u2019incarico che ci hanno affidato.<\/p>\n\n\n\n Voglio ringraziare il Parlamento per il ruolo di primo piano che ha avuto nel realizzare una delle trasformazioni pi\u00f9 ambiziose mai intraprese dall\u2019Unione.<\/p>\n\n\n\n So bene che nel 2019, quando vi ho presentato il mio programma per un\u2019Europa verde, digitale e geopolitica, qualcuno aveva dei dubbi, e questo prima ancora che il mondo venisse sconvolto da una pandemia globale e da un brutale conflitto sul suolo europeo.<\/p>\n\n\n\n Nel luglio 2019, Ursula von der Leyen ha esposto la sua base programmatica in un discorso che abbiamo ampiamente commentato, definendo la sua Commissione come una \u00abcommissione geopolitica<\/a>\u00bb. L\u2019uso della parola \u00abgeopolitica\u00bb \u00e8 sembrato innanzitutto un modo per posizionare la Commissione in relazione alla sua storia istituzionale, esprimendo il desiderio di marcare la sua differenza dal suo predecessore, il lussemburghese Jean-Claude Juncker. Nel 2014, Juncker ha dichiarato di voler rendere la Commissione di cui era Presidente un\u2019istituzione \u00abpi\u00f9 politica\u00bb. Opponendosi al suo predecessore portoghese Jos\u00e9 Manuel Barroso, la cui Commissione era apparsa ad alcuni troppo orientata verso i tecnici, persino \u00abtecnocratica\u00bb, Juncker ha promesso di conferire un vero potere decisionale ai Commissari europei, focalizzati sulle principali questioni politiche continentali e capaci di imporre le loro opinioni a una burocrazia di Bruxelles ritenuta onnipotente. Con un approccio \u00abgeopolitico\u00bb, von der Leyen sembrava voler dire che intendeva posizionare la sua Commissione europea su una scala diversa. O, per essere pi\u00f9 precisi, che il primato della politica sulla burocrazia a livello europeo era significativo e interessante solo se permetteva all\u2019Unione di posizionarsi come attore a pieno titolo sulla scena globale. Interrogato dalla rivista, Jean-Claude Juncker aveva dichiarato<\/a>: \u00abAvevo detto che volevo che la mia Commissione diventasse politica. Questo implicava gi\u00e0 che la dimensione geopolitica avrebbe giocato un ruolo maggiore\u00bb.<\/p>\n\n\n\n Ma pensate a dov\u2019\u00e8 arrivata oggi l\u2019Europa.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo visto nascere un\u2019Unione geopolitica, che sostiene l\u2019Ucraina, si oppone con forza all\u2019aggressione della Russia, risponde all\u2019assertivit\u00e0 della Cina e investe nei partenariati.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo ora un Green Deal europeo come fulcro della nostra economia, un programma la cui ambizione non ha eguali.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo avviato la transizione digitale e siamo all\u2019avanguardia a livello mondiale nel campo dei diritti online.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo NextGenerationEU, uno strumento storico che destina 800 miliardi di euro a riforme e investimenti e sta creando posti di lavoro dignitosi per il presente e per il futuro.<\/p>\n\n\n\n Il piano di ripresa NextGenerationEU \u00e8 certamente senza precedenti e rappresenta un passo storico nella costruzione dell\u2019Europa. Tuttavia, la sua attuazione solleva molti interrogativi sulla sostenibilit\u00e0 politica dell\u2019iniziativa. I ritardi si stanno accumulando: dei 185 miliardi di euro che avrebbero dovuto essere richiesti dagli Stati membri, solo 138 miliardi di euro sono arrivati. L\u2019aumento dei tassi di interesse sta influenzando anche il prezzo al quale l\u2019Unione pu\u00f2 prendere in prestito, e la capacit\u00e0 di rimborsare prima del 2058 senza progressi significativi verso nuove risorse autonome rimane incerta. Resta anche da vedere se questa iniziativa abbia creato un precedente nell\u2019acquis comunitario o sia destinata a rimanere un accordo ad hoc<\/em> giustificato dalla natura eccezionale degli eventi che l\u2019hanno provocata. <\/p>\n\n\n\n Abbiamo gettato le basi di un\u2019Unione della salute, contribuendo a vaccinare un intero continente e un\u2019ampia parte del mondo.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo iniziato a renderci pi\u00f9 indipendenti in settori cruciali come l\u2019energia, i chip o le materie prime.<\/p>\n\n\n\n Vorrei anche ringraziarvi per il lavoro rivoluzionario e innovativo che abbiamo svolto in tema di parit\u00e0 di genere, un risultato che, come donna, significa molto per me.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo portato a compimento alcuni dossier che molti pensavano sarebbero rimasti per sempre in stallo, come la direttiva sulla presenza delle donne nei consigli di amministrazione e la storica adesione dell\u2019UE alla Convenzione di Istanbul.<\/p>\n\n\n\n Con la direttiva sulla trasparenza retributiva abbiamo sancito il principio basilare secondo cui allo stesso lavoro deve corrispondere la stessa retribuzione.<\/p>\n\n\n\n Non c\u2019\u00e8 nessun motivo per cui, a parit\u00e0 di mansioni, una donna debba guadagnare meno di un uomo.<\/p>\n\n\n\n Tuttavia il nostro lavoro \u00e8 tutt\u2019altro che finito, e dobbiamo continuare a batterci insieme per il progresso.<\/p>\n\n\n\n So che questo Parlamento sostiene la proposta della Commissione sulla lotta alla violenza contro le donne, e a questo proposito vorrei che il diritto dell\u2019UE sancisse un altro principio fondamentale: Un \u00abNo\u00bb \u00e8 un \u00abno\u00bb.<\/p>\n\n\n\n Senza libert\u00e0 dalla violenza non pu\u00f2 esserci vera parit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n Grazie al Parlamento, agli Stati membri e alla mia squadra di Commissari, oltre il 90 % degli orientamenti politici che ho presentato nel 2019 sono diventati misure concrete.<\/p>\n\n\n\n Insieme abbiamo dimostrato che, quando agisce con coraggio, l\u2019Europa raggiunge i propri obiettivi.<\/p>\n\n\n\n C\u2019\u00e8 ancora molto da fare, perci\u00f2 restiamo uniti.<\/p>\n\n\n\n Trasformiamo il presente e prepariamoci per il futuro.<\/p>\n\n\n\n Onorevoli deputate, onorevoli deputati,<\/p>\n\n\n\n quattro anni fa abbiamo risposto alle sfide della Storia con il Green Deal europeo.<\/p>\n\n\n\n Nel luglio 2019, durante il suo discorso al Parlamento europeo, Ursula von der Leyen ha promesso di lanciare un Green Deal entro i primi cento giorni del suo mandato. Per C\u00e9line Charveriat<\/a>, questo senso di urgenza proveniva dall\u2019opinione pubblica, anche se nulla nella carriera politica della nuova Presidente della Commissione in Germania poteva far presagire annunci importanti. \u00abIn un sondaggio di aprile 2019, il 77% dei potenziali elettori ha identificato il cambiamento climatico come un criterio importante nella scelta. Ma la rivoluzione copernicana operata da Ursula von der Leyen, in contrasto con il programma politico del suo partito, \u00e8 soprattutto la conseguenza delle circostanze politiche che hanno accompagnato la sua nomina. Il verdetto delle urne \u00e8 stato tale che il nome per la Presidenza proposto dal Consiglio ha dovuto contare su alcuni voti del Partito Socialista Europeo per ottenere il sostegno del Parlamento. La coalizione uscente, composta dal Partito Popolare Europeo e dai Liberali, non ha pi\u00f9 la maggioranza assoluta\u00bb. <\/p>\n\n\n\n E questa estate, la pi\u00f9 calda mai registrata in Europa, ci ha ricordato duramente quanto sia necessario.<\/p>\n\n\n\n La Grecia e la Spagna sono state colpite prima da brutali incendi e poi, solo poche settimane dopo, da terribili inondazioni.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo visto la devastazione e le morti causate dalle condizioni meteorologiche estreme in Slovenia, in Bulgaria e nel resto della nostra Unione.<\/p>\n\n\n\n \u00c8 quello che succede su un pianeta in ebollizione.<\/p>\n\n\n\n Il Green Deal europeo \u00e8 scaturito dalla necessit\u00e0 di proteggere il nostro pianeta.<\/p>\n\n\n\n Ma \u00e8 stato concepito anche come un\u2019opportunit\u00e0 per preservare la nostra prosperit\u00e0 futura.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo iniziato questo mandato definendo una prospettiva a lungo termine con la normativa sul clima e l\u2019obiettivo del 2050.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo trasformato l\u2019agenda per il clima in un\u2019agenda economica.<\/p>\n\n\n\n Per Nathalie Tocci, dopo anni di crisi esistenziale, l\u2019Europa ha trovato una nuova ragion d\u2019essere: il Green Deal europeo e la transizione energetica che ne \u00e8 il cuore pulsante. Vede in questa Europa Verde una visione normativa, una strategia per la crescita economica e un percorso verso un\u2019Unione politica che rafforzerebbe l\u2019Integrazione e la legittimit\u00e0 dell\u2019Unione stessa. Tuttavia, alla vigilia delle elezioni europee, questa visione sembra essere scomparsa a causa della riluttanza non solo del partito di von der Leyen, il Partito Popolare Europeo, ma anche dei liberali, che, dal Presidente Macron al Vice Cancelliere tedesco Lindner, hanno ripetutamente chiesto di sospendere tale agenda.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo dato un segnale chiaro della direzione da prendere per gli investimenti e l\u2019innovazione.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo gi\u00e0 visto i risultati ottenuti con questa strategia di crescita nel breve periodo.<\/p>\n\n\n\n Gli sforzi di decarbonizzazione dell\u2019economia statunitense, dopo l\u2019adozione dell\u2019Inflation Reduction Act<\/a>, sollevano domande sulla rilevanza delle politiche climatiche europee. Il mercato del carbonio rimane lo strumento principale del Green Deal, mentre lo sviluppo delle industrie verdi \u00e8 per il momento, e nonostante l\u2019annuncio di diverse strategie – tra cui la legge sull\u2019industria a zero emissioni – principalmente lasciato alla responsabilit\u00e0 degli Stati membri. Questo \u00e8 il nocciolo della questione per la campagna elettorale europea che sta per iniziare: in assenza di una politica decisiva volta a trasformare direttamente l\u2019economia e la societ\u00e0, utilizzando gli investimenti per aggregare una coalizione, le politiche ambientali saranno politicamente sostenibili? <\/p>\n\n\n\n L\u2019industria europea dimostra giorno dopo giorno di essere pronta a dare slancio a questa transizione,<\/p>\n\n\n\n confermando che modernizzazione e decarbonizzazione possono andare di pari passo.<\/p>\n\n\n\n Negli ultimi cinque anni il numero di acciaierie pulite nell\u2019UE \u00e8 passato da 0 a 38.<\/p>\n\n\n\n Attualmente riusciamo ad attrarre pi\u00f9 investimenti in idrogeno pulito di Stati Uniti e Cina messi insieme.<\/p>\n\n\n\n \u00c8 difficile identificare con esattezza le cifre a cui si riferisce la Presidente della Commissione. Negli Stati Uniti, l\u2019Inflation Reduction Act ha incrementato notevolmente gli investimenti nell\u2019idrogeno verde<\/a>, al punto che ora superano di gran lunga quelli dell\u2019UE, almeno in termini di venture capital. Secondo Cleantech for Europe, i progetti di idrogeno pulito hanno raggiunto un picco di 343 milioni di euro nell\u2019UE nel primo trimestre del 2022, quasi tre volte il finanziamento equivalente negli Stati Uniti. Tuttavia, in ogni trimestre da allora, gli investimenti nell\u2019idrogeno verde negli Stati Uniti hanno superato quelli nell\u2019UE, con gli Stati Uniti che hanno investito un totale di 1,2 miliardi di euro in pi\u00f9 in questo periodo.<\/p>\n\n\n\n Sempre secondo Cleantech for Europe, l\u2019UE \u00e8 rimasta indietro nel finanziamento delle tecnologie pulite in fase iniziale, con un totale di 8,7 miliardi di dollari investiti in start-up in settori come lo stoccaggio del carbonio, i veicoli elettrici l\u2019energia pulita nell\u2019anno successivo all\u2019entrata in vigore dell\u2019IRA. Al contrario, negli Stati Uniti sono stati impegnati pi\u00f9 di 21,7 miliardi di dollari per progetti simili.<\/p>\n\n\n\n Domani sar\u00f2 in Danimarca con la prima ministra Mette Frederiksen per vedere con i miei occhi l\u2019innovazione di cui vi parlo.<\/p>\n\n\n\n Inaugureremo la prima nave portacontainer alimentata da metanolo pulito ottenuto da energia solare.<\/p>\n\n\n\n Questa \u00e8 la forza della risposta dell\u2019Europa ai cambiamenti climatici.<\/p>\n\n\n\n Il Green Deal europeo fornisce il quadro necessario, incentivi e investimenti, ma sono le persone, gli inventori e gli ingegneri a sviluppare le soluzioni.<\/p>\n\n\n\n Per questo, onorevoli deputate, onorevoli deputati,<\/p>\n\n\n\n ora che entriamo nella prossima fase del Green Deal europeo, c\u2019\u00e8 una cosa che non cambier\u00e0 mai.<\/p>\n\n\n\n Continueremo a sostenere l\u2019industria europea durante questa transizione.<\/p>\n\n\n\n Abbiamo iniziato con un pacchetto di misure che comprende la normativa sull\u2019industria a zero emissioni nette e quella sulle materie prime critiche.<\/p>\n\n\n\n Con la nostra strategia industriale analizziamo i rischi e le esigenze di ciascun ecosistema coinvolto in questa transizione.<\/p>\n\n\n\n L\u2019enfasi sull\u2019aspetto industriale del Green Deal e sulla competitivit\u00e0 nei paragrafi successivi \u00e8 un modo in cui von der Leyen rassicura la sua famiglia politica sul futuro dell\u2019iniziativa.<\/p>\n\n\n\n Dobbiamo completare questo lavoro.<\/p>\n\n\n\n E per questo dobbiamo sviluppare un approccio per ciascun ecosistema industriale.<\/p>\n\n\n\n A partire da questo mese, terremo quindi una serie di dialoghi sulla transizione pulita con l\u2019industria.<\/p>\n\n\n\n L\u2019obiettivo principale sar\u00e0 sostenere tutti i settori nella costruzione di un modello imprenditoriale per la decarbonizzazione dell\u2019industria.<\/p>\n\n\n\n Crediamo infatti che questa transizione sia fondamentale per la nostra competitivit\u00e0 futura in Europa.<\/p>\n\n\n\n Ma altrettanto importanti sono le persone e i lavori che ora stanno svolgendo.<\/p>\n\n\n\n La nostra industria eolica, ad esempio, rappresenta un esempio di successo europeo, ma attualmente si trova a far fronte a un insolito insieme di problemi.<\/p>\n\n\n\n Per questo motivo presenteremo, in stretta collaborazione con l\u2019industria e gli Stati membri, un pacchetto europeo per l\u2019energia eolica.<\/p>\n\n\n\n Accelereremo ulteriormente le procedure di autorizzazione.<\/p>\n\n\n\n Miglioreremo i sistemi d\u2019asta in tutta l\u2019UE.<\/p>\n\n\n\n Ci concentreremo sulle competenze, sull\u2019accesso ai finanziamenti e su catene di approvvigionamento stabili.<\/p>\n\n\n\n Questo approccio va per\u00f2 al di l\u00e0 di un singolo settore.<\/p>\n\n\n\n Dall\u2019eolico all\u2019acciaio, dalle batterie ai veicoli elettrici, i nostri obiettivi ambiziosi non lasciano spazio a dubbi: il futuro della nostra industria delle tecnologie pulite deve concretizzarsi in Europa.<\/p>\n\n\n\n Onorevoli deputate, onorevoli deputati,<\/p>\n\n\n\n tutto questo dimostra che, per quanto riguarda il Green Deal europeo: <\/p>\n\n\n\n Manteniamo la rotta.<\/p>\n\n\n\n Non rinunciamo ai nostri obiettivi ambiziosi.<\/p>\n\n\n\n Restiamo fedeli alla nostra strategia di crescita.<\/p>\n\n\n\n Sottolineando che non intende cambiare rotta sull\u2019implementazione del Green Deal, Ursula von der Leyen risponde direttamente alle crescenti critiche sulle conseguenze economiche di questo pacchetto legislativo. Negli ultimi mesi, diversi capi di Stato e di Governo hanno chiesto una \u00abpausa normativa\u00bb, mentre questa settimana la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha espresso preoccupazione per l\u2019impatto negativo che le normative attualmente in fase di negoziazione potrebbero avere sulla competitivit\u00e0 dell\u2019Unione Europea. Queste dichiarazioni ai massimi livelli fanno eco alle preoccupazioni di molti industriali europei, ad esempio del settore automobilistico, che si trovano direttamente toccati dal Green Deal.<\/p>\n\n\n\n Il nostro obiettivo sar\u00e0 sempre una transizione equa e giusta!<\/p>\n\n\n\n Ci\u00f2 significa garantire un risultato equo per le generazioni future: vivere su un pianeta pi\u00f9 sano.<\/p>\n\n\n\n E garantire a tutti lavori decorosi con la promessa solenne di non lasciare nessuno indietro.<\/p>\n\n\n\n Questo riferimento alle generazioni future richiede ordine, in quanto la considerazione degli interessi delle generazioni future \u00e8 stata finora legata alla politica climatica. Dobbiamo aspettarci la creazione di un Commissario europeo per le generazioni future, responsabile di iniettare una prospettiva a lungo termine in tutte le politiche dell\u2019Unione? O magari la creazione di una commissione all\u2019interno del Parlamento europeo con lo stesso compito?<\/p>\n\n\n\n Basti pensare ai posti di lavoro nel comparto manifatturiero e alla concorrenza, un tema di cui si parla molto in questi giorni.<\/p>\n\n\n\n La nostra industria e le imprese tecnologiche amano la concorrenza.<\/p>\n\n\n\n Sanno che la concorrenza mondiale \u00e8 positiva per gli affari,<\/p>\n\n\n\n che crea e protegge posti di lavoro di qualit\u00e0 qui in Europa.<\/p>\n\n\n\n Ma questo vale solo se la concorrenza \u00e8 equa.<\/p>\n\n\n\n Troppo spesso le nostre societ\u00e0 sono escluse da mercati esteri o sono vittime di pratiche predatorie.<\/p>\n\n\n\n Spesso sono indebolite da concorrenti che beneficiano di ingenti aiuti statali.<\/p>\n\n\n\n Non abbiamo dimenticato il modo in cui le pratiche commerciali sleali della Cina hanno condizionato la nostra industria solare.<\/p>\n\n\n\n Molte giovani imprese sono state estromesse da concorrenti cinesi fortemente sovvenzionati.<\/p>\n\n\n\n Imprese pionieristiche hanno dovuto dichiarare fallimento.<\/p>\n\n\n\n Talenti promettenti sono andati a cercare fortuna altrove.<\/p>\n\n\n\n Ecco perch\u00e9 l’equit\u00e0 \u00e8 cos\u00ec importante nell’economia globale: ha ripercussioni sulle vite e sui mezzi di sostentamento.<\/p>\n\n\n\n Interi settori e comunit\u00e0 dipendono da essa.<\/p>\n\n\n\n Dobbiamo quindi essere consapevoli dei rischi che corriamo.<\/p>\n\n\n\n Prendiamo il settore dei veicoli elettrici.<\/p>\n\n\n\n Si tratta di un\u2019industria cruciale per l\u2019economia verde, con un potenziale enorme per l\u2019Europa.<\/p>\n\n\n\n Attualmente per\u00f2 i mercati globali sono invasi da automobili elettriche cinesi a buon mercato, i cui prezzi sono mantenuti bassi artificialmente grazie a ingenti sovvenzioni statali.<\/p>\n\n\n\n L\u2019industria automobilistica cinese ha registrato un\u2019impennata nelle esportazioni, soprattutto di veicoli a basso costo. Secondo il governo cinese, la Cina esporter\u00e0 3,2 milioni di veicoli nel 2022, con un aumento del 57% rispetto all\u2019anno precedente. Il mercato europeo \u00e8 uno dei suoi obiettivi principali.<\/p>\n\n\n\n Queste pratiche causano distorsioni sul nostro mercato.<\/p>\n\n\n\n E come non le accettiamo quando provengono dall\u2019interno, cos\u00ec non le accettiamo neppure dall\u2019esterno.<\/p>\n\n\n\n Posso quindi annunciarvi oggi che la Commissione avvier\u00e0 un\u2019inchiesta antisovvenzioni riguardo ai veicoli elettrici provenienti dalla Cina.<\/p>\n\n\n\n Questo annuncio \u00e8 una risposta diretta alle pressanti richieste della Francia, che nei giorni scorsi ha espresso alla Commissione Europea le sue serie preoccupazioni sulla concorrenza dell\u2019industria automobilistica cinese. Alessandro Aresu, che dirige la serie \u00abCapitalismi politici in guerra\u00bb, ha firmato sulla rivista l\u2019articolo necessario a cogliere il quadro di fondo dell\u2019elettrificazione del settore in Cina, basandosi sugli esempi di BYD e CATL<\/a>. Si prevede che il tema sar\u00e0 all\u2019ordine del giorno del dialogo economico e commerciale ad alto livello che si terr\u00e0 il 25 settembre.<\/p>\n\n\n\n L\u2019obiettivo di un\u2019indagine antisovvenzioni \u00e8 quello di esaminare se le sovvenzioni in questione sono tali da causare un danno diretto all\u2019industria europea e nel caso individuare misure di compensazione, come l\u2019imposizione di tariffe. Questa procedura viene avviata entro 45 giorni dalla richiesta di un\u2019azienda denunciante, se la Commissione lo decide. \u00c8 insolito e significativo che Ursula von der Leyen abbia colto l\u2019occasione di un discorso sullo Stato dell\u2019Unione per fare un annuncio del genere, volendo chiaramente sottolineare l\u2019attuazione della dottrina di de-risking che ha esposto qualche mese fa<\/a>.<\/strong><\/p>\n\n\n\n L\u2019Europa \u00e8 aperta alla concorrenza, non a una corsa al ribasso.<\/p>\n\n\n\n Dobbiamo difenderci dalle pratiche sleali.<\/p>\n\n\n\n Allo stesso modo, per\u00f2, \u00e8 essenziale mantenere aperta la porta della comunicazione e del dialogo con la Cina.<\/p>\n\n\n\n Vi sono infatti anche temi su cui possiamo e dobbiamo cooperare.<\/p>\n\n\n\n Ridurre i rischi senza disaccoppiarsi: questo sar\u00e0 il mio approccio con i leader cinesi al vertice UE-Cina alla fine di quest\u2019anno.<\/p>\n\n\n\nUN\u2019EUROPA PRONTA PER L\u2019APPUNTAMENTO CON LA STORIA<\/h2>\n\n\n\n
INTRODUZIONE – TRASFORMARE IL PRESENTE, PREPARARSI PER IL FUTURO<\/h2>\n\n\n\n
GREEN DEAL EUROPEO<\/h2>\n\n\n\n